Purtroppo non posso dare più di tre stelle a questo libro: se la prima parte, infatti, ne vale cinque (nel suo trattare con semplicità ma accuratezza temi anche complessi come gli aspetti antropologici e psicoanalitici del cibo e della cucina, intesa sia come atto che come stanza), la seconda parte invece mi ha deluso: l’ho trovata dispersiva e a tratti ammiccante ad uno spiritualismo mediocre. Come se la parte introduttiva e quella più pratica fossero state scritte da due persone differenti!
potrebbe anche essere….
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In effetti è una scelta che molti autori (o forse più le case editrici) fanno, anche se in questo caso lo trovo meno probabile: un po’ perché l’autrice è competente e già affermata come articolista, un po’ perché, pur piacendomi le collane di “manualetti” pratici o di life-style, in genere non sono troppo impegnativi da comporre, così non mi pare non richiedano l’assistenza di uno… scrittore conto terzi.
Si tratta di uno di quei libretti, brevi e densi, della Vallardi (la stessa che ha pubblicato Marie Kondo, per dire) e che, pur in un ambito specifico vuole essere di orientamento per semplificare la propria vita ed alleggerirla. Ma anche, al contempo, arricchirla 🙂
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