Poche sono le cose che contano nella mia vita quotidiana, spicciola.
Tutte mi sono raggiungibili nell’arco di un chilometro quadrato attorno a casa:
la biblioteca
il cimitero
il supermercato
la piazza
e tutte hanno una densità specifica di significato pari a quella di una stella nana.
Non mancano le interconnessioni: come in biblioteca si sfogliano libri e documenti vivificando con ciò stesso il loro contenuto ed il nostro proprio, così al cimitero si sfogliano volti e ricordi, che interrogano più il presente ed il futuro di quanto non facciano col passato.
Come in una piazza la vita altrui si espone al nostro sguardo, così all’interno di un supermercato siamo noi ad esporre, ad astanti e commessi – più raramente alla nostra personale attenzione, rivolta altrove – l’intimità delle nostre viscere: quelle letterali, di cosa le riempiamo, e quelle metaforiche, psico-morali, esibendo un perché a noi stessi spesso celato.
Non occorre girare il mondo per perdersi e ritrovarsi.