Libri .8: Passeggiate nei prati dell’eternità, Valeria Paniccia

Un’escursione-conversazione in territori cimiteriali (per la gran parte italiani, e questo è un valore aggiunto) dell’autrice accompagnata, passo passo, da personaggi noti e meno noti ma sempre prodighi di informazioni, aneddoti e opinioni sui “grandi sepolti” incontrati lungo i viali.
Gli scambi di battute tra la Paniccia, autrice anzitutto televisiva, ed i suoi ospiti si alternano a corsivi descrittivi, di memoria, che punteggiano il testo e ne fanno qualcosa di ritmico e dinamico – tutt’altro che morto.
Assegno sul sito del circuito interbibliotecario quattro stelle e non cinque; per l’unico motivo che, personalmente, sto trovando la scelta degli interlocutori e la piega delle loro dissertazioni troppo inclinate verso una Weltanschaaung materialista e agnostica, per non dir altro. Ma sono ancora a metà.

L’argomento cimiteriale, che non mi angoscia anzi m’attira, mi è divenuto familiare per la prima volta leggendo Grigorij Tchkhartichvili, alias B(oris) Akunin, romanziere-saggista che ne Le città senza tempo mescola le sue due anime in modo suggestivo. E’ un libro il suo che ho amato molto, contrariamente ai suoi racconti e romanzi con il detective Fandorin o suor Pelagija.
L’ambizione è quella di passare dalle sole letture in tema all’esplorazione personale dei luoghi (in Italia, sempre: per me l’estero è divenuto del tutto proibitivo).

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