Consiglio l‘ineccepibile scritto di Leonardo Lugaresi a proposito dell’ultimo, in ordine cronologico, martirio cristiano (in Burkina Faso), di un certo inquietante e squallido “sciopero della Messa” attuato in Germania da un gruppo di donne, e della vicenda dell’elemosiniere del pontefice tanto solerte nel farsi rivoluzionario d’accatto.
La sola domanda degna di porci in un frangente di così drastica – e spesso ridicola – secolarizzazione, nonché di disprezzo per la propria stessa persona ed il proprio destino, è identificabile con quella che il colonnello Cristoph Graf ha rivolto, durante l’annuale cerimonia di giuramento della Guardia Svizzera, ai propri commilitoni:
“Crediamo ancora?”.
Sebbene ogni anno durante la veglia pasquale i fedeli vengano invitati a rinnovare le promesse battesimali, dubito che tutti capiscano ciò che si chiede loro.
Rinnovare il battesimo significa un “sì” chiaro ed esplicito alla fede nel Dio Uno e Trino, Padre, Figlio e Spirito Santo.
Ma al giorno d’oggi chi ha ancora il coraggio di farsi davvero riconoscere come cristiano o di esporsi per la propria fede? quando è stata l’ultima volta che avete parlato di Gesù Cristo in famiglia o con i colleghi?
Se abbiamo il coraggio – il desiderio reale, l’intenzione, la preparazione – per esporci e dirci cristiani anche e soprattutto in situazioni critiche, che non necessitano di arrivare al martirio del corpo ma spesso ci frenano prima: ad un’occhiata sdegnosa o derisoria di un conoscente, per esempio.
Se abbiamo o no questo coraggio, è la sola domanda che viene a contare.