Zen

21 pensieri riguardo “Zen

  1. non è banale come riflessione, in fondo non esiste una gerarchia di suoni «alati» e suoni «grevi e materiali»; è il nostro stato d’animo che colloca i suoni sul filo del momento vissuto;

    p.s. complimenti per il distintivo con la tua ciocca di morbido crine

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    1. Grazie, sei gentile.
      E avevi ragione, ci sta che butti direttamente un occhio su quel che succede in questa stanza 😉

      Se parliamo di “musica”, cioè di suoni armoniosamente organizzati con intenzione, io ritengo senz’altro che esistano la serie A, la B, la C e pure la Z (con tante varianti fantasiose nel mezzo e tanti “prodotti” che starebbero in bilico tra l’una e l’altra), ma ragionando più estesamente e svincolati dalla commerciabilità dei suoni, un cervello musicale individua nel proprio ambiente tutto intero linee melodiche e contrappunti, suoni e rumori che siano composti in un arazzo ben definito, e nient’affatto da considerarsi un trascurabile sottofondo.

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    1. Sì. Persino il rombo degli aerei, lo sferragliare dei treni; il tartagliare di un balbuziente, il mugugno stentoreo di un sordomuto; le posate che cozzano tra loro nei bar e gli strilli acuminati dei gatti in calore; l’incepparsi di un giradischi, l’avviamento di un motore a scoppio; i grilli nel prato e la trap dagli smartphone, lo scampanìo delle biciclette e il frusciare delle pagine dei libri; il respiro di chi ami.

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