Dove eravamo

Ci avevo pensato, a scrivere due righe sull’11/9, ma pur senza voler comporre un capolavoro chi di noi non si è sentito “non all’altezza” di parlare di quel giorno, e di tutto ciò che ne è seguito?
Forse il modo migliore per commemorare è dimenticarsi di tutto, compresa la propria insufficienza. L’ha fatto, per esempio, Lucyette, con il suo Ricordi di fine infanzia.
La prima domanda, passati 18 anni, è sempre quella:

E tu dov’eri? Che stavi facendo?

Io ero nella stanza-rifugio di quello che stava per diventare il mio ragazzo. Un locale annesso all’edificio principale, che aggettava sul giardino, e nemmeno piccolo, le cui pareti interne S. aveva ridipinto con le bombolette.
Stavamo ascoltando una compilation hip-hop con roba bella carica, per me nuova.
A un certo punto ero rimasta con un amico comune che era passato di lì, mentre S. scendeva in cucina a prendere da bere. Al suo ritorno, col suo modo quasi neutro di annunciare la qualunque, tragedie comprese, ci disse: “Sono crollate le Torri Gemelle. Lo stanno dicendo al telegiornale. Un aereo gli è andato contro”. Punto.
E noi due, dopo un secondo di sospensione, abbiamo ridacchiato.
Vorrei dire che l’abbiamo fatto perché eravamo giovani e stupidi, ma il fatto è che, semplicemente, ci era sembrato assurdo. E il contrasto tra la notizia enorme, ed il tono piano da cronista con cui ci fu riferita, avvaloravano la nostra impressione che S. ci stesse rifilando uno scherzo perfido.
Invece no. Punto.

20 pensieri riguardo “Dove eravamo

  1. Io ero a casa a guardare qualcosa tipo cartoni animati. Spegnendo il videoregistratore (c’erano ancora!) vidi questi filmati delle torri che fumavano e pensai “Ci sarà stato un incendio” e spensi la tv. Ecco, io ero sicuramente giovane e probabilmente stupido.

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    1. Sul momento, con un’immagine del fumo senza aerei in vista, poteva anche sembrare.
      Di certo, molto più dei filmati, la cosa che mi ha colpito e angosciato è stato l’estremo silenzio rotto solo da qualche sporadico commento, del tutto innaturale per il mezzo.

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  2. Io ero in vacanza a Napoli da un amico, ero seduto in balcone senza scarpe (avevo camminato tutta la mattina) e stavo finalmente concedendomi una pausa rilassante… leggendo una splendida antologia di racconti zombie! (“Il libro dei morti viventi”, 1989) Quando mi chiamarono a vedere una cosa grave al telegiornale mi seccai: ti pare che non si può riposare cinque minuti???

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    1. Sempre di morti viventi, per molti di quelli intrappolati là dentro, si trattava – per quanto brutale possa essere dirlo così.
      Io invece mi diedi della scema scoprendo che non si trattava di una burla, ma, a parte questo, rimasi molto irritata dalla reazione di mia madre; che dopo ore delle medesime edizioni straordinarie su tutti i sacrosanti millemila canali, non ci stava più dentro e sparò qualcosa come “Non hanno ancora finito con questi telegiornali?!”. In dialetto, per di più. Certo, mi sono detta da subito che non era in grado di capire la gravità della cosa, e che la sua pazienza era parecchio limitata, però… sono umana anch’io, e l’ho rintuzzata. Niente di che, eh, ma questo ha aggiunto ulteriore straniamento.

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  3. Io ero a lavoro in quel momento, c’era la radio accesa in sottofondo quando diedero la notizia, così accesi subito la tv per vedere cos’era successo e vedemmo tutto quanto, sia noi che i clienti.

    Quando poi crollò la prima torre ci fu per qualche secondo un silenzio irreale interrotto solo dalle parole concitate del giornalista. Inutile dire che quel giorno vedemmo solo edizioni straordinarie fino a notte anche rientrati a casa.

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  4. Io ero in casa da solo e invece di lavorare stavo guardando la televisione. A un certo punto, se non sbaglio, interruppero il programma, o forse non lo ripresero dopo un’interruzione pubblicitaria.
    Sarà perché son passati 18 anni, sarà soprattutto perché sono di Genova, ma l’evento più importante dell’estate del 2001 era per me avvenuto con il G8 a luglio, mentre il pensiero del “dove ero, che cosa facevo” mi viene in mente per il crollo del Ponte Morandi (tra l’altro ne ho scritto incidentalmente in un pezzo in cui parlavo di tutt’altro https://ilballodeizanzoni.home.blog/2019/02/28/come-concludere-lutmb-parte-6/ ). L’anno scorso, quando all’inizio di settembre ci rivedemmo a scuola con i colleghi, eravamo tutti a raccontarci dove eravamo in quel momento.

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    1. Già, il G8. Altro evento da eterno presente.
      Il 14 dello scorso anno era per me una giornata qualunque, non ricordo dove ma so che ero fuori di casa, e vidi le immagini al Tg serale. Sicuramente, per la vicinanza e la “banalità” della cosa, ci hanno colpito in modi che tragedie numericamente più grandi e dai toni internazionali non hanno suscitato.

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  5. Io stavo preparando degli gnocchi di patate con la mia ragazza di allora in casa sua quando entrò sua madre urlando “Hanno attaccato l’America! Hanno attaccato l’America!”. Sono gli gnocchi di patate che più mi ricordo della mia vita, anche se non furono i migliori che abbia mai fatto.

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    1. Io adoro gli gnocchi di patate (e di qualsiasi altra cosa).
      Speriamo dunque non vi sia una correlazione diretta tra gnocchi malriusciti ed attentati, sarebbe spiacevole.
      Mi sto figurando la tua ex potenziale suocera con le mani alzate in aria ed i capelli in fiamme, sappilo. (Ma forse è solo perché sto guardando X-Men: First Class).

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