Joker, o delle migrazioni degli uccelli

Possiamo rappresentare la società (o la famiglia, che è a sua volta una società) come uno stormo di uccelli in volo verso il sud per svernare, ed un malato di mente come un singolo, solitario uccello che da quello specifico stormo prende e s’allontana, in direzione tangente.
Vi domando: è l’uccello a trovarsi fuori formazione, o è lo stormo ad essere fuori rotta?
L’uccello fuoriuscito dallo stormo ha perso la bussola, come si suol dire, cioè il contatto con il magnetismo terrestre, oppure è l’unico a comportarsi in modo adeguato?

Come usa dire Marzullo, fatevi la domanda e datevi una risposta.
Tanto, anche se beccate quella giusta, è inutile: siete solo infermieri di colore, dunque dei diversi ma pur sempre un po’ meno diversi di un pazzo, e di quella risposta non sapreste che farvene. Fate un bel sorriso, per la foto ricordo con il vostro stormo!

7 pensieri riguardo “Joker, o delle migrazioni degli uccelli

    1. Recensione no, ‘ché del film non parla proprio, considerazione magari.
      Avevo bisogno di scriverla subito, e così ho fatto. Di pensierucci utili ad aggiungere carne al dibattito qualcuno l’ho fatto, ma immaginando il post bell’e scritto e pubblicato ho subito sentito che avrebbe finito per svilire, anziché dare sapore.
      Non sono sicura di ricordare bene, ma mi pare che il paragone con lo stormo Laing l’abbia fatto ne L’io diviso. Dovrei controllare. Lo conosci?
      (Grazie per aver definito il post “ermetico”. Mi piace quando mi riesce di esserlo).

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