Rassegna Stampa / 7

Spigolature dal web.

amica geniale ferrante

  • dalla letteratura al cinema: a questo giro vi lascio la recensione di Grazie a Dio di Ozon a cura di Gerundio Presente. Tema scottante, sviluppo intelligente, a detta di Elisa superiore nell’esito al ben più chiacchierato ed osannato (è il caso di dirlo) Il caso Spotlight. Ed io, pur avendo visto solo il secondo e non ancora il primo, concordo: quel premio Oscar non m’aveva lasciato poi molto – per chi lo volesse recuperare, lo danno stasera su RaiMovie;
  • altro tema “scottante” che riguarda la fede, ahimè fondamentale solo per noi anime perdute che coltiviamo l’insana passione per l’horror, è questo: esistono differenze tra fantasmi protestanti e spettri cattolici? Ebbene sì, esistono, e la brava Lucyette (date un’occhiata al suo blog, specie se siete storici o archivisti) ce lo spiega.
    Così saremo tutti più attrezzati per Halloween! Ognissanti! O quel che vi pare!

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  • Si parla di diritto di voto ampliato (alla platea dei 16enni), ma anche ristretto (negato agli ultra65enni), di pensioni, di suicidio assistito – aka eutanasia -, di capacità di intendere e di volere… siamo tutti bravi a fare gli spacconi ed i sapientoni. Poi, arriva la riforma che ci dà ragione, e lì ci caliamo le braghe…;
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Opera di Bansky
  • dopo Joker, figuriamoci se potevo esimermi, ho fatto qualche ricerchina. Mi interessava spostarmi dal versante psichiatrico a quello neurologico, perché va bene tutto – i deliri pittoreschi, le allucinazioni, le esplosioni di violenza – ma, con buona pace del mio amore per il film questo è sganciato e non ha punto di contatto con il disturbo che dà a Fleck la sua risata caratteristica (frammista a pianto), ossia la sindrome pseudobulbare (sentite come suona bene!: mentre la pronuncio mi sbocciano bulbi di tulipani multicolore nel cranio!).
    Andava bene anche meno, ma perché no, se avessi scovato un autore che me la raccontasse nello stile di Sacks, con quello che ormai io chiamo “neu(ro)manzo”… tanto meglio.
    Di fatto però non ho ancora sgamato nulla di buono. Solo schede cliniche ed elenchi asettici. Ho, comunque, scoperto due cosette che non sapevo:
    a) la pseudobulbare prevede, all’occasione, anche una “voce da paperino”. Non ne ho mai sentita una dal vivo, ma quel che di filiforme e strano nella voce di Arthur potrebbe far capo a questo… non ci giurerei, eh. Ma se fosse, che colpo da maestro per il doppiaggio italiano!
    b) la sindrome può emergere come simpatico corollario a diverse altre malattie neuromuscolari. Per esempio con la sclerosi multipla (Ale, e che tu lo sapevi?!).
    E’ sempre bene avere qualche elemento in più.

19 pensieri riguardo “Rassegna Stampa / 7

  1. Argomenti interessanti. Effettivamente ci sono molti materiali per creare discussioni interessanti. Comunque per quanto riguarda la Ferrante, quella fiction che hanno fatto su L’amica geniale è forse uno dei pochissimi esempi in cui una fiction riesca a tirar fuori un po’ di qualità.

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    1. Non l’ho vista, ma credo – al netto dell’hype e dei facili e diffusi entusiasmi – che valga effettivamente la pena. Per una serie di motivi non rientra nelle mie priorità, ma conservo comunque un post-it mentale per tenerla presente, non si sa mai.
      Nel frattempo, torno a dedicarmi all’horror, come si conviene in prossimità del 31/10 (al momento ho in arrivo in biblioteca Stoker e soprattutto Severance: tagli al personale. Non aspetterò troppo nemmeno per rivedermi The final girls, però 😉 )

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    1. Vorrei dirti “ma quando mai”, invece anni annorum fa lessi I giorni dell’abbandono, dopo aver visto il film con Zingaretti e la Buy mi pare.
      Non m’era parso male, ma nemmeno m’ha lasciato la voglia di leggere altro.
      Certo, non è una scrittrice catastrofista, disperatissima e disagiata come la Mazzantini, però ecco. La vita è troppo breve.

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    2. Piuttosto, mi rileggo (ecco un altro post da scribacchiare: le ri-letture storiche) Goliarda Sapienza. Se vuoi spaccarti il cranio per la felicità che una tizia così sia esistita, quando hai l’agio di godertelo, prendi in mano L’arte della gioia.
      Fa male ma fa bene, come quando ti strizzi fuori il sangue per far uscire del veleno.

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        1. Eh. Capisco.
          Se uno ha meno tempo, oppure è meno temerario (che L’arte è pure lunghetto) volendo può beccarsi, prima, Io, Jean Gabin.
          Così, en passant, faccio proselitismo per i miei diletti 🙂

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