Playlist .3: Ludi circenses

Siòre e siòri, oggi in mensa distribuiamo pane per i derelitti, gli afflitti, i sognatori e gli aspiranti domatori di belve (a due gambe), per i buffoni e gli sfigati von di ganze velt.
Si serva chi vuole di atmosfere ludiche, malinconiche e selvagge; in un saliscendi di umoralità. 
Ogni accostamento inconsueto è da imputarsi interamente alla sottoscritta – ma guai a sviarlo: la trama del senso potrebbe imbizzarrirsi e calpestare l’incauto ascoltatore…
… Celia chiede, la Provvidenza esegue: a proposito di circo, andateci solo se non ci sono animali. Bastano le bestie a due zampe – e senza ali – a dare i numeri.
Oppure fatevi un giro a nutrire i cacatua ❤

  • Dead Man (Movie Theme) – Neil Young
  • Tela di ragno – Gianmaria Testa
  • My name is Carnival – Jackson C. Frank
  • La leggenda del collezionista – Angelo Branduardi
  • Acqua dalla luna – Claudio Baglioni (testo)
  • Circus – MezzoSangue
  • In a valley of violence (Opening Titles) – Jeff Grace
  • Sangue – MezzoSangue
  • La testimonianza dello psicoterapeuta – Resho prod. Hakeem
  • Rock & Roll (Parte II) – Gary Glitter
  • Circobirò – I Ratti della Sabina
  • Il funambolo – I Ratti della Sabina
  • Radici – I Ratti della Sabina
  • L’apprendista stregone – Angelo Branduardi 
  • Opinioni di un clown – Andrea Mirò
  • Child in Time – Deep Purple
  • Temptation Rag – Claude Bolling
  • Deboli di cuore – Andrea Mirò

 

60 pensieri riguardo “Playlist .3: Ludi circenses

    1. Aha, sì, come piace a me 🙂
      Da piccola ogni autunno andavamo a Gardaland (ci sei mai stato? Se no ti ci porto!).
      E ogni agosto facevo il training psicologico personale per abituarmi all’idea che sarei, finalmente, salita su quella maledetta attrazione che era Moonraker, un disco che girava rapido su se stesso e sollevandosi di 90°. Devi capire che non avevo ancora finito le elementari…
      … ma poi, non ci salii mai. E quando avevo il coraggio giusto, era ormai stata sostituita da montagne russe più moderne.

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      1. No non ci sono mai stato a Gardaland quindi non saprei, ma non so se avrei mai il coraggio di salire sulle montagne russe 🙂 ed è strano questo perché farei più che volentieri dei lanci col paracadute da un aereo o dei corsi per pilotare alianti oppure fare dei giri in deltaplano, sia a motore che senza 😄

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        1. Per l’eccitazione e l’aspetto estremo anch’io, ma quanto al paracadutismo, almeno, ho visto e sentito racconti di costole ed altre ossa rotte quanto mi basta per rinunciare, grazie 😄
          A dir la verità manco sulle montagne russe potrei salirci, sai, la faccenda dei deboli di cuore (appunto… anche se la Mirò parla di tutt’altra debolezza, e quella non mi appartiene).

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        2. Ma no dai 🙂
          Sono io che dimentico che il resto del mondo non è austro-ungarico inside…!
          La mail, lo sai, nel credo unico commento sul tuo blog ti risulterà fra le info contatto. Da usare con oculatezza… 😉

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    1. Oh yes! Due volte, pure.
      Ma la seconda, al momento in cui eliminano Abbie, mi sono portata la zampa davanti alla faccia 🐾 Non potevo proprio sopportare.

      Avevo scritto altrove che questo film me l’aveva indicato Wwayne, ma forse, invece, l’avevo pescato da una delle tue liste western 🧐

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    1. Ma grazie ❤
      Mi piace sbizzarrirmi (e anche un po' imbizzarrirmi).
      Lo so, sarebbe carino iscriversi a YouTube, e creare playlist di modo che si possano scorrere tutti i brani in un singolo riquadro video. Malavoglia… manca 😀

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      1. AAAAAAAWWWWWHHHHHHH!!!!! 🤩 🧡
        Non avessi proclamato anche qui il mio incondizionato amore per i cacatua, sarebbe stato un vero… mischief 😂

        Del resto, come tutti sanno – meno i pubblicitari – “un cacatua è per sempre”.

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        1. E’ uno dei modi di far musica tra i miei preferiti.
          Voce profonda, pochi strumenti, magari in acustico (che è più difficile da gestire e far arrivare al pubblico, ma sa dare grandi soddisfazioni) che scavano la trama del silenzio.
          Intenso e scarno.
          Fra tutte queste in playlist, non per nulla, una che continuo a mandare in loop (e che manterrò in una versione ridotta della stessa) è My name is Carnival.
          Volendo, si potrebbe costruire un trittico con Cash, Jackson C. Frank e Simple kind of man dei Lynyrd Skynyrd.

          "Mi piace"

    1. Grazie, Gianni 🙂
      La sto rimaneggiando ancora, soprattutto togliendo qualcosa; ma qui va bene così perché è sempre un’occasione per condividere la musica che mi piace (e gli accostamenti che trovo interessanti), magari permettendo ad altri di scoprire della buona roba nuova.

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    1. Ma LOL 😀
      Ecco, diversa roba è confacente a stati d’animo malinconici.
      Che occhéi, è diverso da “depressi”, ma se percepisci un sentore di rubinetto del gas lasciato aperto (apposta), skippa. Vai diretta al ragtime di Bolling, per esempio: per me è una droga.

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        1. Oddio, riesco solo vagamente ad intuire il significato di codesto latinorum, aha 😀
          Dunque sei un po’ “Radio Italia, solo musica italiana”.
          Allora con questa pl non t’è andata troppo male.
          A questo punto, però, mi è inevitabile chiederti quale sia il trittico dei tuoi preferiti.

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  1. Hai centrato in pieno. “Radio Italia solo musica italiana, un’amica che ti tiene compagnia, ti regalerà ….”
    Pooh in assoluto, solo e sempre! Il sempreverde Celentano. Ex aequo: Raf ; Luca Carboni i cui pezzi anni ’80 hanno una intima delicatezza, intrisa di nostalgia, davvero notevole (“Gli autobus di notte”, una riflessione osi delicata sugli emarginati, sulle persone sole, sugli anziani, mascherata con la metafora dei “motori”: è bellissima!)
    Tutto il resto, semplicemente, lo amo (eccetto Mina, che odio cordialmente; Battisti, che mal sopporto).

    P.S. Classe ’67, quindi, più o meno, i conti tornano…

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    1. Concordo su Carboni. Sotto metto la versione de Gli autobus con Samuele Bersani, un altro che apprezzo. Poi c’è Barbarossa, di cui conosco due o tre canzoni in croce – le ascoltavo da piccola su cassetta -, ma quelle mi garbano.
      Elisa non la seguo da un po’, ma mi è sempre piaciuta, soprattutto quando canta in inglese (e vabbeh). Per anni ho ascoltato i Nomadi. Zero, qualcosa. Mina, mi piace ma la conosco poco. Idem la Ruggero.
      Okay, di questo passo non finisco più, in realtà per l’appunto è tutta musica che ascolto molto, molto occasionalmente.
      Con qualche eccezione cantautorale (la Mirò, qui) o jazz vocale (Petra Magoni, Nicola Arigliano, Nicky Nicolai, Amalia Gré, ecc.). Oppure cose davvero vecchie, da Natalino Otto a Fernando Crivel e simili.

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