Musica .2: Joker, Original Soundtrack

Una premessa: sto ascoltando ancora qualcosa delle canzoni utilizzate nel film, da Sinatra a Bennett e tutti l’artri, eppure mai quanto in questo caso le avverto distinte e indipendenti dalla colonna sonora vera e propria, quella ad opera di Hildur Guðnadóttir (ecco fatto: copiato il nome una volta, a posto per sempre: d’ora in poi mi riferirò a lei solo con Hildur, manco fossimo vecchie amiche 😁).
Ed è questa che mi interessa di più.

Un auspicio: anche se l’idea stessa di un seguito a Joker mi fa tremare di spavento, mai dire mai. Di sicuro, per riuscire, ha bisogno – anche se l’ho adorato – che il Joker uccida Arthur in maniera definitiva e irreversibile. E’ l’unico, mi pare, che ancora sembrava rimanere in piedi nonostante tutto, al termine; e se davvero abbiamo avuto pietà di quel tipo bislacco e dinoccolato – il quale, comunque, è riuscito ad infilarsi intero nel proprio frigorifero: tanta stima! -, tocca fargli il favore di toglierlo di mezzo.
Anzi, due auspici:  la seconda cosa che mi auguro di cuore, ma tanto tanto tanto, è che la colonna sonora sia affidata all’uomo giusto. Che può essere solo Reznor. Ad Arthur Fleck si possono associare diversi stili e toni musicali, e sia, ma per quanto mi riguarda

Joker = NIN

Punto, a capo.

Andiamo con ordine.
01. Hoyt’s office.
Un crescendo come di falangi in marcia che si avvicinano – o anche, forse, come il momento iniziale di un colpo di gong: chi ha provato, una volta nella vita, a sottoporsi ad un “bagno di gong” capirà cosa intendo. Non c’è jet supersonico che ne batta la potenza.
Svirgolate di violoncello, appena accennate.
02. Defeated clown.
Il violoncello acquista qui un suo movimento, e una capacità di parola.
Percussioni fonde, gravi.
In exitus, suonano come ultimi battiti cardiaci di un morente.
03. Following Sophie.
Più che di un cuore pulsante, è l’acustica di passi grevi e a tratti scoordinati.
Interviene la tensione, come di un cavo che regga un ponte fatto vibrare.
Le percussioni pestano, senza per questo fare rock: piuttosto come sberle.
E il violoncello tira fuori quelle che non posso definire altrimenti che rasoiate: due rasoiate, inquietanti se le si collega al seguito.
04. Penny in the hospital.
Acuti malinconici al violoncello.
05. Young Penny.
Note trascinate. E sempre più alte. Ma in alto fa un freddo cane, e si è soli.
06. Meeting Bruce Wayne.
Torna un violoncello più (pre)potente e ineluttabile.
Percussioni dai toni alti – spaventate o irritate?
A metà pezzo il violoncello prorompe – brividi -: descrive un’apocalisse, ma maestosa.
07. Hiding in the fridge.
Fischi prolungati, tocchi stonati e vibrazioni allucinate.
He’s going slightly mad.
Inoltre, qualcosa di grave e di basso va e viene in sottofondo: una lenta ma continua spinta in avanti verso uno scoppio.
Ovvio che l’impulso sia quello di nascondersi, di trovare un rifugio: per… raffreddare l’ansia che monta 😄 – povero Artie.
08. A bad comedian.
Breve interpolazione nostalgica, tra i ghiacci.
09. Arthur comes to Sophie.
Il sublime e l’orrendo a braccetto – non lo scrivo per farvi fare Oooh! Aaah!, ma davvero mi pare di sentirci come due filati diversi che vanno ad intrecciarsi, e generare queste sensazioni.
Notate l’irregolarità delle percussioni, identiche ad extrasistole.
10. Looking for answers.
Corde (ma anche cuore) grattato, raspato.
Era il male oscuro di cui le storie e le leggi e le universe discipline delle gran cattedre persistono a dover ignorare la causa, i modi: e lo si porta dentro di sé per tutto il fulgorato scoscendere di una vita, più greve ogni giorno, immedicato”.
— La cognizione del dolore, Carlo Emilio Gadda
11. Penny taken to the hospital.
Solo a me ricorda Umebayashi?
Musica infine concitata, più viva. Viva in funzione di lei!… che si mangia tutto il respiro, la carne e l’esistenza del figlio.
12. Subway.
Vibrazione come di metro in arrivo.
Sviolinata (svioloncellata) dissonante.
Battiti, palpiti, ansiti – attesa.
Mazzata di tamburo.
Passi che incespicano.
Ansia, corsa, tensione, premura – lo sentite il sonaglio come di un crotalo?
In corsa verso un burrone.
Poi la metro parte e se ne va.
13. Bathroom dance.
Violoncello triste.
Coro di voci femminili (non a caso), primo elemento umano.
Dalla rassegnazione alla grandiosità.
14. Learning how to act normal.
Percussioni lente, di nuovo fonde e cavernose, con eco.
Archi strindenti appena sotto.
15. Confession.
Interludio sospeso: confessare una realtà o un’apparenza? Tirato, ma non ansiogeno.
16. Escape from the train.
C’è una ripresa degli archi distonici, i piatti e il tamburello salgono in climax ripetuti, in un’altalena di reattività – mi vedo davanti Arthur che incede con gli occhi fuori dalle orbite, deciso e fatale, infine in rincorsa – poi tutto si spegne come il ronzìo di un neon che sfarfalla.
17. Call me Joker.
Acqua da una grondaia che sgocciola irregolare. Forse sangue dal cuore lasso ed inciso.
Di nuovo il tamburello.
Seguono gli archi, desolati, dalla traiettoria di marosi che si sollevano a piangere in cielo e poi ricadono con un tonfo.
Stormire di foglie, vibrare del sonagli di serpenti, lacrime e non più urla.
Il destino che ti lascia come le spoglie di un albatro abbattuto sulla spiaggia.
Non è un urlo di guerra, è la storia di una perdita.

Conclusione: consigliatissima, cazzo.

18 pensieri riguardo “Musica .2: Joker, Original Soundtrack

    1. Ahah, ma!… come hai fatto ad indovinare?! 🧐 😁
      Molto bella, ma da ascoltarsi occasionalmente, tipo quando fuori piove e l’umore è tetro ecc. XD No, vabbeh, effettivamente è molto umorale. Ne sto approfittando in questi giorni, poi dopo il 2/11 (non a caso i Morti) si cambia registro 😉

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    1. Awww, vedi che la Hildur mi s’offende così! 😉
      Onestamente, Il signore degli anelli è sempre stato lontano dalle mie corde, dunque è già tanto se mi ricordo come si chiamano Gollum (il primo in lista ovviamente!), Gandalf, Sauron e Saruman – Sary per gli amici – e Frodo…
      … però ricordo sempre con commozione la versione cartoon di Bakshi, che da piccola avevo su cassetta… quella sì che mette spavento!

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        1. E’ vero, mi pare di ricordare qualcosa di simile… ohibò.
          Ma per Halloween ho altri progetti, e nello specifico (grazie ad Andrea di Malastrana VHS) vedermi finalmente ABCs of death.

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  1. Tanto di cappello. Non avevo mai letto un’analisi così puntuale eppure a anche così poetica di ogni singola traccia della colonna sonora: con le mie ontologie piene di dubbi (tali da rendermi più simile non ad un angelo caduto ma ad un demone che finge di non essere sorto dalle Malebolge e si colora di bianco le ali nero pece), non sono certo la persona più adatta a giudicarti, ma ho il sentore quasi che ci sia un che di blasfemo (proprio come dono della provvidenza ahimé sprecato) nell’uso spicciolo che fai ogni giorno delle tue straordinarie qualità oratorie e financo scrittorie.

    Detto questo, sento di dover fare qualcosa: il tempo stringe e siamo tutti figli bastardi del grande orologiaio, ma non so ancora cosa.

    Buona festa “imbecille” (quella di questa sera ovviamente, non trovavo aggettivo più azzeccato, perché “blasfema” è ridicolo e “divertente” invece falsa) e buon 1° Novembre, con tutta la santificazione uggiosa e caduca del periodo attuale.

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    1. Che i Santi ci accompagnino sempre, fanciullo, e accompagnino soprattutto chi non ha fede in loro. A proposito di Halloween, ecco come all’occorrenza sfatare il mito della “festa blasfema”, facendo felici anche i cattolici piuttosto che i tanto citati pagani:
      1. http://unapennaspuntata.com/2019/10/23/origini-halloween-samhain/
      2. https://unapennaspuntata.com/2019/10/25/halloween-riforma-protestante/
      3. http://unapennaspuntata.com/2019/10/27/halloween-zucche-scherzetti/
      4. http://unapennaspuntata.com/2019/10/30/halloween-contemporaneo/

      Ti ringrazio, come sempre, per gli immeritati complimenti: queste non sono che notarelle, per altro limitate dal fatto che di musica ne capisco quanto una rapa e riconosco giusto quei due-tre strumenti 😀
      E quanto alla blasfemia insita nell’uso che faccio della scrittura… qui devo cedere le armi, mi sa che hai ragione. Non tanto perché abbia chissà quale talento, ma perché quel che effettivamente è a mia disposizione meriterebbe altro, sì.
      Da un lato, non so se mi riuscirà mai davvero di scrivere quell’unico libro che intendo scrivere. Dall’altro, le necessità economiche mi stanno portando a ragionare sulla possibilità di approfittare di questo modesto blogghettino per far marchetta – ma sempre trasparente, o non se ne fa nulla – a qualche casa editrice. Sempre che poi mi vogliano, ed è tutto da vedere. Intanto, dovrei cominciare ad informarmi su come propormi…
      … ma non voglio con questa riflessione ammosciarti oltre misura – già ti vedo pallidino… 😄

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        1. Ti credo. La tua parola è verità, è cosa nota.
          Comincio a cercare l’immagine di copertina… per la quale, lo so, dovrò lottare strenuamente con qualsiasi editore pur di spuntarla! 😄

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  2. Colonna sonora stupenda per me, anche se ho sentito molti non notarla particolarmente all’interno del film (eccezion fatta per le canzoni), mentre già alla prima visione è stata protagonista, anticipando e preparando esattamente ogni scena, ogni cambio tra Joker e Arthur e ogni emozione. Riascoltarla per me è come riguardare il film

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    1. Conta anche me tra quelli che l’hanno percepita poco alla visione (unica) al cinema, pur avendo ascoltato più volte almeno il tema in anticipo. Non è detto sia un di meno, a ben pensarci, può anche darsi che pur restando sottotraccia abbia fatto il proprio lavoro in modo sotterraneo.
      Certo riascoltarla a posteriori mi ha dato sensazioni che in prima battuta non avevo sviluppato. E faccio fatica a non considerare la roba di… ehm, Hildur e le canzoni già note come binari paralleli di una rotaia, necessari entrambi, ma distinti.

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  3. wow che meraviglia: bellissimo articolo e stupenda descrizione di tutto quello che circonda questo film così particolare. Evidentemente ci voleva un’islandese per interpretare queste ambientazioni e queste atmosfere così dense e così asfittiche. Brava la Produzione che l’ha scelta e brava tu per come l’hai assimilata

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    1. Grazie, Barman! (Cin cin).
      E’ così evocativa che basta un cicinino di sensibilità per rimanere stesi.. confesso però che, a parte aver ascoltato il tema in anteprima, lì per lì non ci ho fatto molto caso mentre vedevo il film (a parte in un paio di momenti, quelli proprio da nervi tesi, come la passeggiata in corridoio e l’intrusione da Sophie). Forse ero un po’ troppo presa io – ma ad ogni modo l’effetto della colonna sonora così “a secco” è strepitoso ❤
      Islandese per forza: chi altri poteva musicare la scena in cui Arthur si nasconde nel frigo? 😋😂

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