Sogni / 5

Una bimba di 5-6 anni nuota nell’aria della stanza, mulinando le braccia da parete a parete, mentre mia madre le sta un metro avanti e la invita a proseguire. Di fianco, sul divano – lo stesso sul quale sto dormendo – io scatto loro delle foto.

Più tardi, nella stessa stanza, mi ritrovo due alti scaffali di lato: quello a sinistra è zeppo di giocattoli, quasi tutti ancora confezionati, quello a destra contiene libri e libriccini per ragazzi e bambini.
L’abbondanza e la ridondanza mi irritano, specie in considerazione del fatto che i possessori di quei giocattoli e di quei libri non se ne curano. Decido che farò una grossa cernita e venderò quanto più possibile, senza chieder nulla a nessuno.

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Mancano poche ore alla sera di Halloween, e sempre nella stessa stanza fervono i preparativi: mia cugina, più giovane di com’è realmente, quasi adolescente, ha invitato a casa un po’ di suoi amici ed altra gente, sconosciuta, incontrata ad una festa a tema in discoteca.
Con mia madre mi adopero per stendere una tovaglia a quadri, verde scuro e rosso, tutta spiegazzata.

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Sono Joker, ma non sono né la versione di Nicholson, né quella di Ledger o di Phoenix: più una versione da Grinch, direi, ho la pelle della faccia verde come The mask, sono stempiato come l’IT di Muschietti, e ho due sole dita per ogni piede (tipo Nightcrawler, se non erro).
Sto cadendo all’indietro nel vuoto da una finestra d’ospedale – palese la fonte, cioè Lansdale – e atterro direttamente su una barella sistemata sul retro di un’ambulanza. Di fianco alla barella uno sceriffo con tanto di stella lucida sta parlando al telefono, e dice: Fa ridere… ma fa anche piangere… oh, è appena morto. Solo che io non sono morto.

Una duchessa, infilata in un abito dorato come un Ferrero Rocher, cammina elegante lungo un viale lunghissimo nella sua tenuta, ed un’auto che chiamare limousine è dir poco la segue in attesa del momento giusto per farla salire. L’auto è chilometrica, conta svariate portiere ma anche vere e proprie cancellate, e numerosi valletti, uno dei quali si porta avanti pronto ad aprire la portiera anteriore.
La sfilata prosegue nell’ingresso al castello residenziale, e alla duchessa ci accodiamo io e mia madre, neo-nobili parvenu à la Megan Markle – per qualche ragione però mia madre entra proclamando di essere la regina d’Inghilterra, la qual cosa non pare sorprendere nessuno.

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Estraggo dalla cassetta della posta un sacco di roba, molta pubblicità, tanti doppioni di voltantini. Niente di rilevante.
Salgo la rampa di scale che porta all’appartamento, ma seguendo dei gradini esterni che bilanciano quelli normali, con delle pile di libri fra le braccia. A metà percorso però mi blocco, i gradini sono rimpiccioliti e non riesco più a proseguire – chiedo a mia madre che mi stava guardando di andar via, altrimenti non reggo la tensione. Poi ridiscendo a ritroso la scala e la ripercorro dall’interno, molto più facilmente, anche se i gradini sono invasi da gente che chiacchiera ed oggetti vari accatastati.
Appena riemersa, invece della porta di casa mi trovo davanti le mura del castello di Edimburgo, ed un tipo vicino a me sul prato antistante mi informa che stanno per crollare. Mi preoccupo del parco annesso, e degli animali che ci abitano, di che fine faranno se le mura crollano ed il castello verrà dichiarato inagibile.

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Poi mi sveglio.

29 pensieri riguardo “Sogni / 5

    1. Facciamo “buon tardo pomeriggio”, dacché mi sono alzata adesso (!) – storia lunga 🙂
      Ma stanotte niente, ho dormito come una bambina in braccio a sua mamma. E sogni, nessuno che ricordi 😉

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    1. quel che mi piace è saper riconoscere le cose reali dalle quali ho pescato per costruire ‘ste robe 😄
      E poi mi son resa conto, non è così frequente, che tutte le sequenze di questo sogno hanno un riferimento alla mia situazione attuale e ai miei pensieri sul futuro 🧐

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    1. Aha, magari…! Ma mi hai dato un’idea per domenica prossima 😉
      (In realtà, poi, è un sogno dello scorso weekend, che avevo scritto e programmato per la pubblicazione).
      No, iersera ho spazzolato una normalissima pizza, e pure a un’ora che a voi meridionali – da Roma in giù! – farebbe accapponare la pelle: tipo alle 18.00 o giù di lì… e nanna come sai alle 2.00 circa di notte.

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        1. Eh, te lo dicevo 😀
          Ricordo il mio autunno romano con la costernazione di chi, se mangiava in compagnia, alle 21.00 – ora tutt’al più di un aperitivo – aveva ormai i crampi allo stomaco per la fame… sigh 😐

          Ora che ci penso avevo mangiato leggero anche lo scorso fine settimana. Il che è preoccupante, invero! Immagina cosa posso combinare se mi strafaccio di polenta e peperonata, appunto 😀

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        2. Gli orari al sud sono molto diversi. Non so se sia un bene o meno.

          Se non hai mangiato pesante, allora hai una fervida immaginazione. Considerando che leggi tantissimo, è tutto nella norma! 😉

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        3. Sì, dipende (anche) da quello.

          A bioritmi – ed impegni – diversi, va bene che corrispondano orari diversi.
          In parte è questione di abitudine.
          E in teoria, essendo io del tipo “gufo” (a letto tardi e sveglia idem) mi sarebbe pure congeniale!

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