Film .30: Justice League, Zack Snyder

Felice di essermelo visto: onestamente mi aspettavo ben peggio, invece per me quadra, quadra eccome. Subito, con la prima (intervista datata di un ragazzetto a Superman) e la seconda scena (piccioni, rifiuti) si annusa Snyder e ci si illumina di DC. Segue sequenza di scene funerarie con malinconica voce di donna in sottofondo – Everybody knows. Un senzatetto si abbandona contro il muro di un edificio con un cartello di cartone davanti: I tried, Ci ho provato. Siamo a 7.00 minuti di film e sono in sollucchero.
Del resto, tutta la “filosofia” del film, o per meglio dire della trilogia, è ben riassunta da una precoce risposta di Diana Prince a dei terroristi scemotti che, scontratisi con la sua potenza armata, le chiedono: “Non ci posso credere. E tu chi sei?”. La risposta è: “Una che ci crede”. Nella volontà, nella possibilità di salvare gli esseri umani, nel destino, nell’unione che fa la forza? Non si sa, ma lei ci crede ed è palese che pure Snyder e la DC ci credono. Ecco perché sono una DC-girl, perché prendo le cose (minime) molto su serio, come recita la mia tagline…

… di nuovo, è appunto nelle piccole cose che Justice League si dimostra all’altezza: non durante le scene di battaglia o gli spiegoni del perché c’è tale Steppenwolf che vuole distruggere il mondo blablabla e ha degli assurdi ricognitori meccanici blablabla e vive grazie a tre scatole (!!!) di cui una Madre blablaribla, ma perché la Prince si distrae dalle fatiche delle varie rescue facendo la restauratrice e in tv passa il filmato di una vecchiarella a cui gli alieni hanno rapito il marito.
Non perché i nostri vincono, ma perché fino all’ultimo c’hanno la rogna e son sicuri di non vincere, come ben testimonia questo scambio tra Bruce Wayne e Diana:

“Non conterei sulla tribù degli uomini. Per noi l’Apocalisse è sempre rimandabile”.
[…] “Chiediamo a persone che non conosciamo di rischiare la vita”.
“Lo so. E’ così che funziona”.

[Che fa il paio con: “Forse Superman vorrebbe essere lasciato in pace”.
“Se ne farà una ragione”].

Perché fino a metà film a Superman e a tutta la faccenda della resurrezione manco ci pensi. Perché anche se appena rimesso in piedi cannoneggia tutti, e per averli cannoneggiati senza manco aver mosso un muscoletto è decisamente troppo sudato, i dialoghi non tradiscono e non deludono. Mai. E in mezzo al grottesco di situazioni oltre-umane oppure molto, molto umane offre continue occasioni di tornarci su e rifletterci, come con l’insistito riferimento agli esiti di una “magia” contro il corso della natura à la Pet Semetary. Lo dice anche Sup:

“Tornare è stato irritante”.

Perché nonostante le frecciatine e le micro-effusioni tra Wayne e la Prince, non ci hanno rifilato un gruppo di supertutine gioiosamente super-affiatate e pucci pucci, e poi c’è Alfred, ogni volta sul pezzo. Perché un finale a rischio di melensaggine è controbilanciato da ironia e saggezza. Certo, un Aquaman che si scola una bottiglia di whisky e poi la getta sulla passerella del molo (o peggio in acqua!) non si può vedere, e l’avrei pensato anche allora, prima della plastic-free mania e dell’ecologismo un tanto al chilo.
Ma che volete, Aquaman – su questo hanno ragione i critici, tutti – è il personaggio più francamente inutile di questo film. Anche se non è un film, è una storia vera. Chi di noi non ha vissuto decine di momenti nei quali si è sentito perso, sconfitto?, ed ha pensato insieme a Lois Lane:

“Certe storie non erano solo dei puzzle da ricostruire,
erano la possibilità di veder girare il motore del mondo… quando ancora girava”.

Riecco quest’aura di sottile disperazione, di dolenzìa cosmica… quanto mi si attaglia…!
Da neo-adepta del malinconico Clark, figlio del grano (ciao Lucius!) del Kansas, taumaturgo di campagna, posso solo volerne di più, ancora di più.
Il film (che non è un film, vi ricordo, è una storia vera) è stato un flop al botteghino? Me ne sbatto i coglioni. I figli del grano (Fields of gold), ma pure del mais, che se vieni dalla Pianura Padana ti illanguidisce e ti fa l’occhio umido, mentre il vento sussurra alle pannocchie, sono qui per restare. Declinerà la specie umana, prima di noi.
E con questo, vi saluto alla maniera ingenuo-russa di Flash aka Barry Allen (un interessante figliolo, molto piacevole, peccato sia così piccino…): Dostoevskij!

11 pensieri riguardo “Film .30: Justice League, Zack Snyder

    1. E io ti ringrazio 😉
      A proposito degli umani, che dire se non: infatti, infatti!?
      E manco l’avevano nascosta ‘sto gran bene, poi. Mah!
      Tutta la faccenda delle scatole è stata una banale rottura di scatole: mentre i cosi cosavano e i guerrafondai cornuti guerreggiavano, io ne approfittavo per leggere qualche riga di una rivista… fai un po’ tu.

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  1. La tua analisi del film è stata molto interessante purtroppo io non ho apprezzato qusta pellicola così come in generale non apprezzo tanto Snyder come regista. Nei suoi film tende più a pensare alle singole immagini che al quadro generale del film. Mi viene da pensare a 300 dove praticamente ricrea ogni singola scena del fumetto, cosa che è sbagliata perché film e fumetti hanno due modi di narrare e di temipistiche completamente differenti.
    Comunque sta volta non voglio dare tutta la colpa a lui. Purtroppo mentre stava finendo il film sua figlia è morta e quindi ha lasciato perdere (anzi, ha pure provato a continuare nonostante l’accaduto e questa cosa gli fa onore). Il problema è stato ch ei produttori hanno affidato al povero Whedon l’incarico di girare nuove scene che modificassero al pellicola e che fossero più allegre e più alla Marvel. Si crea un po’ un casino con lo stile di Snyder e quello di Whedon.
    Anche a livello di sceneggiatura le cose non tornano. Ad esempio questo punto del film: SPOILER

    quando fanno tornare in vita Superman con la scatola. Ok, erano impegnati a occuparsi di lui, ma comunque recuperatela quella scatola, infatti poi arriva Steppenwolf che se la prende tranquillamente e a momenti non ci credeva neanche lui alla fortuna sfacciata che aveva.
    Personalmente di quel periodo cinematografico l’unico film veramente bello della DC è stato Wonder Woman e adesso sono contento che siano usciti altre pellicole belle come Shazam! ma soprattutto Joker.

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    1. E’ vero, me l’avete ricordato ora voi del cambio di passo e di regista.
      Ha sicuramente fatto gioco al mio apprezzamento l’aver amato i primi due – mentre ancora non ho visto Wonder Woman, che recupererò, né purtroppo Shazam! che mi ispira molto ma per il quale dovrò aspettare… il 2021!
      In generale è stato un buon anno supereroistico per me, considerato anche che tutto questo ambito è per me pressoché nuovo – cioè, qualcosina avevo già visto in passato, sia DC che Marvel ma più di quest’ultima ora che ci penso, mai ne ero stata realmente affascinata però. E va detto che son riusciti a farsi seguire nonostante io di fumetti DC non ne abbia MAI letti, con un’unica eccezione che non ha a che vedere con questi 3 film.

      300 avevo iniziato a vederlo, una volta che l’han mandato in seconda serata, ma ho resistito dieci minuti – e siccome ancora lo spiegone pallosissimo andava avanti, ho rinunciato 😐
      Di Joker, figurati, tutt’altra storia ma cadi in piedi. L’ho adorato, santificato e ci ho scritto a iosa, pur non dicendo quasi nulla del film in sé.
      Ora, però, prima di qualsiasi altra cosa voglio dedicarmi ai fumetti di Daredevil.

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  2. Ecco cosa ne penso della gestione Snyder [e Whedon, che l’unica cosa che è riuscito a fare è stato Buffy, e mentre lo faceva andava anche in giro dicendo: «I give to the audience what they need»: boja, se noi audience abbiamo davvero bisogno della sua sistemazione della Justice League allora aspetto con ansia la nostro estinzione!] della DC: https://www.youtube.com/watch?v=rwc3_KKRCcQ
    E pensare che per un po’ ebbe tutto in mano George Miller…
    rimpianti…
    e rabbia eterna (si fa per dire eh) per la Warner…

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