Best of 2019 / Film

Precisazione:
non è una classifica come avevo pensato di scriverla, è tutt’al più un pot-pourri; dentro ci trovate il meglio di ciò che ho visto quest’anno (per la prima volta), non le uscite al cinema di quest’anno (con un’unica eccezione). Enjoy 😉

🎬 ✨ ✨ ✨

In bianco e nero

L’uomo dal braccio d’oro – Otto Preminger
I racconti della luna pallida di agosto – Kenji Mizoguchi
Assassinio sul treno – George Pollock

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Orrore!

The neon demon – Nicholas Winding Refn
The conjuring – James Wan
Suspiria – Dario Argento
The final girls – Todd Strauss Schulson
Dal tramonto all’alba – Robert Rodriguez
Sinister – Scott Derrickson
Nightmare – Samuel Bayer

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Oldies but goldies

L’imperatore del Nord – Robert Aldrich
Il delitto perfetto – Alfred Hitchcock
20 chili di guai… e una tonnellata di gioia – Norman Jewison
Cane di paglia – Sam Peckinpah

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Italiani

La messa è finita – Nanni Moretti
Smetto quando voglio (trilogia) – Sydney Sibilia
La bella gente – Ivano de Matteo

Drammatici

Killer Joe – William Friedkin
Il cliente – Asghar Farhadi
The nightcrawler (Lo sciacallo) – Dan Gilroy
I segreti di Osage County – John Wells
Dark night – Tim Sutton
Arrival – Denis Villenueve
A tempo pieno – Laurent Cantet
La meccanica delle ombre – Thomas Kruithof
Confessions – Tetsuya Nakashima
Nella Valle di Elah – Paul Haggis
Chi è senza colpa – Michaël R. Roskam
Stoker – Park Chan-wook
Closer – Mike Nichols

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Guerra e dintorni

Black book – Paul Verhoeven
Il diritto di uccidere – Gavin Hood
La caduta, Gli ultimi giorni di Hitler – Oliver Hirschbiegel

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Supertutine e Supernemici

Batman begins, Il cavaliere oscuro – Christopher Nolan
Batman, Il ritorno – Tim Burton
Joker – Todd Phillips

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Le vite degli altri

Fratellanza (Brotherhood) – Nicolo Donato
Tomboy – Céline Sciamma
Arrietty e il mondo sotto il pavimento – Hayao Miyazaki
Il grande silenzio – Philip Gröning [documentario]
Walk the line – James Mangold
Il ministro, L’esercizio dello stato – Pierre Schoeller

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29 pensieri riguardo “Best of 2019 / Film

    1. Oh, no, non deve: a parte Joker, del quale ho parlato e s’è parlato ad nauseam, è tutta roba degli anni passati – a volte molto passati… -, e se consideri quanti film sono stati girati dagli spezzoni dei Lumiere in avanti capirai che è tutto demandato al caso e alle circostanze.
      Spesso e volentieri, leggendo le liste di Kasabake, Wwayne o Lapinsù, sono io che non trovo mezzo titolo a me noto, o comunque che abbia visto…

      … ma, comunque: qual è quell’uno che conosci, tra questi?

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    1. No, infatti. Ho visto quello di Argento, che ho trovato grande nonostante io non sia per nulla una sua fan… ma, comunque, mi vedrò anche il remake, mi interessa molto.
      Killer Joe è davvero un must. McConaughey spacca, ce l’ho visto assai bene.
      Poi ti dirò: Stoker starebbe tranquillamente anche fra gli horror, di fatto è una fiaba nera. Ma ha anche questa componente molto attiva, per cui la crescita di India non passa primariamente attraversi tonnellate di pensieri e giri a vuoto… è molto istintivo, ed agito.

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  1. A vederla così sembra il programma di una di quelle rassegne di cinema estivo preparata da qualche lodevole cineteca per qualche altrettanto lodevole proloco comunale: una rassegna di pellicole vecchie, vecchissime, nuove e nuovissime (una sola di queste utltime, in realtà), tutte di ottima qualità, con qualche picco di eccellenza (Arrival è per me uno dei 10 migliori film del decennio), mai banali (i tre titoli italiani sono stati per me i più indigesti, non brutti, né stupidi, forse solo sintatticamente vecchi), ma di certo artisticamente altalenanti: è evidente che la differenza tra un Wan ed un Refn, entrambi visionari, è anche semantica, sbilanciata artisticamente a favore del secondo in modo schiacciante… Parimenti, per quanto stupende possano essere pellicole cult come Emperor of the North Pole di Aldrich (l’umanità è grata a questo cineasta per aver diretto pellicole splendidamente ibridate, in un periodo in cui ancora non si sapeva cosa questo sognificasse, come Kiss Me Deadly, What Ever Happened to Baby Jane? e Hush… Hush, Sweet Charlotte) o Dial M for Murder (che bello il titolo originale, così pulp, quasi da rivista settimanale… Uno script del drammaturgo crimonilogico Frederick Knott ed una regia sublime di Hitccock), nel tuo elenco ci sono film monumentali, come lo Straw Dogs di Peckinpah (non deve passare inosservato che in originale c’è il plurale in “cani”), capolavoro seminale, prototipo di ogni revenge movie, misogino, acido, sull’uomo civilizzato che sposa la violenza irrazionale, che diviene lupo per difendersi dai lupi e smette di essere un fantoccio sacrificale (leggendario!).

    Un elenco di visione (si, come hai detto anche tu, non può essere nel modo più categorico una classifica generalista, ma solo una classifica tua) che renderebbe soddisfatto sia il cinefilo incallito, sia l’utente poco avvezzo che però vuole sperimentare nuove forme di intrattenimento (se in Nightcrawler di Gilroy, malgrado il cinismo forse per alcuni disturbante, il messaggio di condanna del mondo dei media è trasmesso in modo lineare e diretto, quindi comprensibile anche per un quasi analfabeta, in pellicole più evolute e compresse come Stoker, del coreano Park Chan-wook, le cose si complicano, laddove ad esempio l’insostenibile tensione sessuale e drammatica dei personaggi comincia a vibrare in armonia con le migliori tragedie teatrali statunitensi degli anni ’60, richiedendo un surplus non tanto attentivo, quanto culturale per essere gustato a pieno).

    Buona restante parte di Domenica.

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    1. Ed eccomi quasi a sera… giornata di nullafacenza, nella quale ho saltato persino le uniche due faccende di casa che avevo in programma – ma essendo appunto domenica mi perdono.
      Restando in zona cinema, ho appena finito di vedere I love you, Phillip Morris (per una volta metto il titolo originale, altrimenti non si capisce che diavolo sia) della premiata ditta Ficarra & Requa. Bella coppia di bastardi, loro e Russell. Ti fanno piangere, e poi ti fregano.
      Comunque…

      … il bello di liste come questa, compilate da ‘gnurant come me, è che non ha né il dovere, né l’obbligo né la prospettiva intrinseca di soddisfare alcun criterio qualitativo comune ai cinefili (o ai bibliofili, se è per questo).
      Non che voglia fregiarmi a vita del titolo di “cinefila non cinesperta” per poter declinare qualsiasi responsabilità di ciò che scrivo: quel che mi càpita di acquisire in termini di conoscenza specifica lo metto anche in gioco e ne rispondo.
      Non rispondo, però, di criteri di scelta tecnici: prendi l’unico Wan, pur essendo chiaro che non è un capolavoro né una pietra miliare della storia del cinema, per me (per motivi tra il concreto ed il personale, ma almeno motivi precisi) rappresenta una delle migliori declinazioni moderne del tema esorcismo – ricordo bene che invece tu facesti un’arringa proprio contro questo.
      I motivi concreti, poi, sono pur sempre oggetto di discussione (e non parlo di fotografia o inquadrature, ma per esempio dell’amplissimo campo “cosa è credibile / verosimile, cosa no”). I motivi personali no, non perché incontestabili in assoluto ma perché irredimibili ad un concetto stringato e maneggevole.
      Dunque alla fine il peso dell’elemento umano a fianco di quello artistico si avverte molto. Ed è proprio come voglio che sia. Sono una Linus che apprezza la fiandra, ma dovendo scegliere cosa portarsi nella cuccia si tiene stretta la propria copertina malandata e caldissima 😉

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      1. Parole sante ed assolutamente condivisibili, cara Jest: i motivi personali di un apprezzamento scavalcano qualsiasi considerazione di critica estetica, sociale, filosofica e politica e divengono una parte di quella coperta che ci riscalda nel gelo della solitudine, anche in compagnia.
        Per altro i motivi personali, a differenza degli altri sopra citati, non possono mai essere oggetto di pontificazione a meno di non avere un ego talmente smisurato da confondere la soddisafzione di un bisogno personale con un benessere universale ed io e te, malgrado i nostri peccati ricorrenti (e ne commettiamo ogni giorno), siamo sufficientemente umili da capirlo.
        Buona notte e buon inizio di settiamana tra… 63 minuti!

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        1. Che poi volevo essere assai più sintetica, con un pensiero semplicissimo sui tanti possibili significati di “migliore”. Ma ci siamo capiti 😉
          Buona serata… del giorno dopo! Sono appena rientrata 😀

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  2. I film con la Rutherford nei panni di Miss Marple dovresti guardarli tutti, a mio avviso, perché sono brillanti. Una Marple forse non proprio così Christiana, ma adorabile, molto più godibile della deriva rosa che ha subito negli anni successivi il personaggio.

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    1. Non so quanti ne abbiano girati, lo scorso mese ne ho visti quattro, tutti diretti da Pollock.
      Sono veramente dei gioiellini 🙂
      E’ sempre difficile trovare attori adatti ai personaggi più noti della Christie, e poi mai come in questo caso e, per esempio, nel caso di Maigret i gusti personali sono rigorosi e selettivi!
      Se la Rutherford è la Miss Marple per eccellenza, per me il miglior Poirot è David Suchet ed il miglior Maigret (con tutto il bene che voglio a Cervi) è Bruno Cremer.

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        1. Ahaha, sì, come Mignolo col Prof.! XD
          Ovviamente il sabato pomeriggio non mi perdo un Poirot, così come la domenica alle 12.30 Colombo ❤
          Il sabato pomeriggio è altamente televisivo, per me: prima Linea Bianca, poi Tv Talk che è una vera religione, infine Poirot.

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        2. …e comunque i primi Colombo (anni ’70 o poco più) sono insuperabili, anche perché gli attori in ballo erano molto bravi, negli ultimi, soprattutto quelli delle ultime stagioni, Peter Falk era sempre lui, ma i comprimari, bah…

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