Chiediamolo ai pesci

Fremo, tremo, sbuffo. Ho momenti di allegria inusitata ed altri, più frequenti, in cui penso che come al solito non sono riuscita a combinare una cicca.
In cui penso che finirò per andare in commissione invalidi e non spiccicare nulla di sensato, incartocciandomi, facendo casino, dicendo cose inopportune e dimenticando quelle più importanti.
Tutto questo, dopo una settimana intera che sto praticamente soltanto a pensare a cosa dire, come presentarmi: insomma, la lezione ce la so, ma non mi sento preparata. Non mi sento MAI preparata. Che poi figurati, ti danno cinque-minuti-cinque tra domande banali o persino aggressive e le tue risposte, schiacciate in un angolino, avvertite come poco efficaci perché quello che hai davanti è un Moloch di medici che, se non zoppichi sbavi e se hai tutti e quattro gli arti ti considera sano come un pesce – ecco: chiediamolo ai pesci, come stanno davvero, con tutta la plastica che si ingoiano.

Ho ancora due giorni prima del patibolo, con la tensione aggravata dalla consapevolezza che, se non ottengo quei pochi miseri punti in più – e dunque la pensione – a me restano il danno, la beffa e la povertà conclamata fino a nuovo ordine (cioè finché non mi viene pure il diabete).
Come se non bastasse, la faccenda del coronavirus ha incasinato ulteriormente i piani. E mo’ che faccio: mi metto la maschera adatta comprata ieri, rischiando che mi prendano per una teatrante un po’ idiota che vuole fare impressione con gli effetti speciali (che manco servirebbero comunque, perché il disturbo ossessivo-compulsivo già l’hanno inserito in diagnosi), oppure rischio di tornare a casa terrorizzata al pensiero di essermi contaminata e contagiata, e di non riuscire più a muovere un dito per l’ansia?
No, dico, VOI che fareste?

29 pensieri riguardo “Chiediamolo ai pesci

  1. “È chiaro che il pensiero dà fastidio
    Anche se chi pensa è muto come un pesce
    Anzi è un pesce”.
    Mi sono venute in mente le parole Lucio Dalla, ma non so se la cosa possa essere d’aiuto, se faccia venire il nervoso o chissà che altro.
    Però la mascherina no, dai!

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    1. Vorrei articolare un pensiero profondo, ma mi esce solo un glu-glu-glu…
      … la mascherina sì, perché già ieri che pure non ho frequentato luoghi super-affollati e/o pieni di malati e gente tossente, ho provato un chiaro sollievo nell’averla.
      Pensavo che potrei, forse, tenerla finché entro in ambulatorio, poi abbassarla (anche se di per sé il gesto è senza senso), allontanando almeno la sedia dal gruppo di medici esaminatori e spiegando che appunto non è per fare scena, ma per mia serenità.
      Ma non so cosa sia meglio, da quel cubicolo di pensatori potrebbe uscire tutto ed il contrario di tutto.

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    1. Il DOC in sé no, è senz’altro una patologia (se è questo il tuo dubbio) ma, come tutte le altre (fisiche o mentali) può avere connotazioni e gravità diverse.
      Da solo dunque è difficile che sia sufficiente a farti ottenere un punteggio di invalidità spendibile per delle agevolazioni (a meno che uno non arrivi, per es., a dover sterilizzare ed imbustare i propri indumenti ogni giorno, o a non poter uscire di casa se non si determinano alcune precise condizioni in un preciso ordine nel modo esatto che lo fa sentire al sicuro…).
      Però concorre al computo – nel mio caso, la relazione psichiatrica di ca. 4 anni fa (primo accertamento) riportava anche altre problematiche, e poi era affiancata dalla neurologica, per me ben più importante ma, ahinoi, meno rilevante per loro perché non inquadrabile in una voce precisa delle tabelle ufficiali.

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  2. Non sono in grado di dare consigli in merito, nemmeno di rassicurare e questo mi dispiace; di mascherine nonostante gli allarmi finora non ne ho viste in giro, ma se ti senti più tranquilla tienila. Certe mattine dovrebbero essere obbligatorie per tutti, tra l’altro. Ma quando fai queste visite i medici ti visitano o guardano solo le carte? Curiosità, non mi è mai capitato di andarci, quando sono andati i miei genitori per prendere l’accompagnamento li hanno accompagnati i miei fratelli. Niente accompagnamento, però.

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    1. Apprezzo il pensiero 🙂
      In Italia siamo, come sempre, piuttosto superficiali e pressapochisti: il rischio (per altro già moderato e non basso, livello contestato persino da alcuni nomi grossi, come Burioni il Borioso), è da noi e persino dalle nostre istituzioni preso poco seriamente. E l’informazione in merito la trovo ancora una volta inadeguata. Ma non voglio trascinarti in un discorsone sulla salute pubblica… mi dispiace soltanto che i nostri concittadini siano così poco tutelati.
      Io me la cavo con il fattore ossessivo-compulsiva, me lo gioco come jolly perché dovessi spiegare ogni volta che ci sono ottime ragioni per preoccuparsi e proteggersi in pubblico, passerei le giornate a tenere mini-lezioni di epidemiologia a tutti i rompicoglioni che si / mi chiedono perché vado in giro come un black bloc.
      In realtà, poi, quando sono in vena ho anche l’opzione Prendili Per il Culo (PPC): che consiste nel raccontare frottole innocue e divertenti per evitare l’interrogatorio indesiderato e i commenti non richiesti. Per esempio, come mi suggeriva la farmacista, che ho avuto un piccolo incidente, mi hanno operato tra naso e bocca e per evitare infezioni devo coprire la zona per un tot. 😁

      Scusa se mi sono dilungata.
      A proposito della commissione: in sostanza, ciò che fa fede sono i documenti, che per altro conviene abbiano una “chiusa” riepilogativa che già indica il livello di autosufficienza, la capacità più o meno ridotta di svolgere in autonomia le attività quotidiane di base, ecc.
      Meglio che siano i medici stessi, nei limiti della diagnosi, ad aggiungere un pensiero esplicito in merito: perché altrimenti non serve a niente. Meglio un’indicazione pratica che venti pagine di considerazioni cliniche, perché dopotutto la commissione invalidi è composta sì da medici, ma è una commissione legale: proprio come in tribunale, si basa sulle conclusioni dei periti e non prende decisioni da sé.
      Infatti è raro che visitino un paziente: possono chiedere tutt’al più di camminare su e giù (lo fanno anche con la gente in carrozzina…), di mostrare che impedimenti hanno, ma fino ad un certo punto. Soprattutto, invece, fanno domande e ti fanno parlare. Ti chiedono perché sei lì. Cosa vuoi. Che bisogno avresti mai di un accompagnamento o altro. Insomma, che problemi si suppone tu abbia per voler chiedere un aiuto allo Stato.

      Un esempio di frasi utili, purché corrispondenti alla situazione reale, da inserire in una relazione:
      @ ridotta / parziale / compromessa capacità di alimentarsi, provvedere all’igiene personale, deambulare in autonomia
      @ capacità lavorativa ridotta (a tot. ore consecutive)
      @ vita di relazione significativamente / severamente limitata dalla patologia
      @ la patologia altera, compromette, riduce sensibilmente la qualità della vita del paziente

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  3. Sulla mascherina fai bene a tenerla (casomai la abbassi quando entri), anzi devo cercarne una pure io visto che da domani partirò fuori per qualche giorno e dato che dovrò stare in luoghi un po’ affollati non si sa mai 👀

    Per il resto nessuno è mai preparato ma penso che una volta che inizierai a parlare ogni paura si allenterà, del resto devi “solo” (si fa per dire) dire quello che hai.

    Incrocio tutto 🤞🏻

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    1. In effetti… dove vai di bello?
      (Io ti consiglierei la FFP3, che oltre ad un mucchio d’altra roba filtra i virus.
      La FFP2 che ho preso io copre fino ai batteri tubercolari, non i virus, ma c’è anche da considerare che se non ti arriva proprio lo sputacchio dritto in faccia i microorganismi dei CoV hanno come veicolo le droplets ossia le “goccioline”, l’aerosol respiratorio, e quelle non passano a meno che proprio non si depositino in gran quantità inumidendo il tessuto).

      Farò così.
      Mi sento già meglio, anche se potrei avere ancora altre oscillazioni d’umore… sarebbero preferibili le oscillazioni d’amore, ma si prende quel che passa il convento 😉

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    1. Eh no, infatti… comunque la si metta, alla fine la sensazione è di non averli convinti e di essere considerata una scroccona di soldi e servizi pubblici 😶
      Grazie per l’incoraggiamento, Ape.
      Io vado con su la cosa, poi la abbasso ma mi distanzio, ‘ché almeno sono coerente.
      Possono pensare quel che gli pare, io non ho nessuna voglia di perdere la brocca e incasinarmi la vita nelle settimane a venire per fare un favore a loro.

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  4. Cosa farebbero gli altri conta poco, ma forse potresti provare a scrivere un’altra storia, a immaginare un altro incontro, uno in cui non hai paura di quella commissione. Qualcuno dice che si cambia il modo di pensare cambiano anche le azioni e quindi i risultati. Quell’incontro ti offre un’opportunità, la possibilità di qualcosa di positivo. Mettiti a tuo agio, indossa la mascherina se ti fa stare meglio, mangiati una fetta di torta, ruba l’abbraccio a qualche amico, respira e se devi poi incazzarti, fallo, e usa il tuo pensiero brillante per elaborare un’alternativa.

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    1. Un pizzico di psicologia cognitivo-comportamentale fa sempre bene 😀
      Agisci come se fossi già sicuro di te, e lo diventerai davvero (detta molto rozza).
      Abbracci, sì, abbracci, quelli ne voglio in quantità! E domani me ne prendo qualcuno, andando a trovare la mia best friend. Che è anche morbidosa e c’è più gusto 🙂
      A volte anche arrabbiarsi “fa colpo”. Ma spero di non arrivarci!
      Grazie per il pensiero ❤

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        1. Errr, tu hai ragione, ma fumantina come sono non sono da escludere artigliate XD
          Una volta fuori, poi, cercherò nel caso di non prendere (di nuovo) a pedate il cestino della spazzatura, come la prima volta che ci ho portato mia mamma… ehm 😉

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        2. Purtroppo no, perché i miei sostegni di fiducia (la mia amica L., l’infermiera M. e l’assistente sociale D. sono incastrate dal lavoro).
          Sarebbe stato bello e consolante 🤷‍♀️

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        3. Fatto! E per buona misura ci abbiamo aggiunto una pizza 😉
          Finalmente mi sono liberata di questo peso.
          Dal mio punto di vista, è andato tutto bene, ho fatto tutto quello che potevo.
          Ora attendiamo l’esito più rilassate (quando sono uscita dall’ambulatorio addirittura tremavo! Se non altro ho fatto un figurone: capelli per aria, mascherina sulla faccia che poi ho abbassato, ma tenendomi lontana, tremolio nella voce e nelle mani… la psicopatica perfetta! 😂 )

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    1. La porta, la porta… per fortuna non ero sola, ce n’era un altro – a uno sportello diverso – che ha fatto la coda con la sua brava chirurgica spalmata in faccia 😂
      Alla fine ho tirato fuori le cose principali, ma soprattutto nessuno ha avuto da ridire, così non mi sono impanicata. Fiuuu.

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