qui, dopo

Ho rivisto Hereafter di Eastwood. Lo vidi al cinema nel 2010, quando uscì – allora era morto da due anni mio fratello, ma non ancora mio padre – e ricordo distintamente il grande impatto che ebbe su di me. Forse fu la prima volta, o una delle prime volte, in cui mi ritrovai a piangere in sala. Lo tsunami, immagini subacquee di una certa dura bellezza, l’investimento col furgone, la bomba: tutti elementi traumatici che agirono su di me risvegliandomi dal torpore protettivo di cui mi rivestivo allora.
Nel film si parla di (pre)morte, di scelte, di vita, di fantasmi. Protagonisti sono un veggente americano, che mette in contatto in modo atipico defunti e viventi, ed una giornalista francese sopravvissuta allo tsunami, durante il quale ha avuto una NDE che ora vuole divulgare in un libro.
Sicuramente una delle pellicole più atipiche di Clint, e meno note, con qualche difettuccio ma non per questo disprezzabile; temevo di detestarlo alla seconda visione invece mi ha dato di nuovo tanto.

Intermezzo pubblicitario.
Non ho voglia di schiodarmi dal divano a fare una delle mie “tappe”, così resto a guardare assorta gli oggetti sul tavolino di fronte a me. Ho la foto di mia madre appoggiata alla sveglietta, fermata dal termometro perché non scivoli, dal 22. Il portacandela di ottone e dentro, avvolto alla base da un pezzo di stagnola protettiva e riflettente, il moccolo rosarancio. Il rosario sfoderato, in vista, così da non trascurarlo come tutto ciò che non richiama immediatamente la mia attenzione. Bicchiere d’acqua e crema per le mani.
I morti non bevono, non hanno bisogno di lumi e non ardono di febbre.

orchidea-fantasma-falena

«Però non capisco, concretamente, come la gente riesca a vivere. La mia impressione è che tutti dovrebbero essere infelici. […] Se Maupassant è diventato pazzo, è stato perché aveva una coscienza acuta della materia, del nulla e della morte – e perché non aveva coscienza di nient’altro. Simile in questo ai nostri contemporanei, egli stabiliva una separazione assoluta fra la sua esistenza individuale e il resto del mondo. È l’unico modo in cui al giorno d’oggi si può pensare il mondo. […] Più in generale, siamo tutti soggetti all’invecchiamento e alla morte. E per l’individuo umano il concetto di invecchiamento e di morte è insopportabile; […] Nessuna civiltà, nessuna epoca è stata capace di sviluppare nei propri appartenenti una tale quantità di amarezza.» – Zola

Ho amato Zola, Nanà in particolare, ma non aderisco al piacere del nichilismo che descrive, al vizio moderno. Credo nell’aldilà ed ho grande cura dei miei fantasmi.
Sulla scorta di Georges Perec e della sua lista di Mi ricordo, ecco i miei in tema di soprannaturale:

mi ricordo

che una volta mio padre si svegliò di soprassalto – stavamo ancora nella prima abitazione in via Brescia – e, percependo nettissima la presenza di suo padre in casa, s’alzò e si mise a cercarlo in ogni stanza e corridoio

che mia cugina fece un sogno: sognò mio padre, morto da poco, che le raccontava com’era andata. Aveva sentito un dolore fortissimo qui, le disse stringendo il pugno sul cuore. Ma aveva un sorriso bellissimo, era sereno più che mai ed emanava una luce interiore

che una sera, appena coricatami con mia madre al fianco nel letto matrimoniale, mi girai sul fianco verso l’interno e ad un certo punto sentii sul braccio nudo l’impronta di una mano, la mano di mio padre che si posava a farmi una carezza lasciandomi segnata con il tocco della sua fede nuziale

che mia cugina una volta si risvegliò da un sogno vedendo accanto a sé il fratello morto anni prima, che le parlò e la rassicurò

che poche settimane prima di andarsene mio padre, mentre guidava verso Casalpusterlengo, chiese a mia madre se avrebbe saputo arrivarci da sola, se ricordava la strada. Mia madre disse sì – erano quarant’anni che faceva quella strada con lui; e poi più tardi mi raccontò di quell’episodio e di come l’avesse visto in una luce differente dopo l’accaduto

che il giorno in cui lui morì mi sentii girare la testa, più o meno a quell’ora, ed ebbi il dubbio, la sensazione che qualcosa di non buono stesse succedendo in quel momento

29 pensieri riguardo “qui, dopo

    1. Suvvia. Davvero, insensibile? Y porque?
      (Non contesto: magari hai ragione, lo devi saper meglio tu. Ma mi stupisce).

      Departures è uno dei miei cult.
      E proprio ora mi accorgo di non averlo incluso nella listina dei migliori film di sempre… il cuore, e la memoria, sono materie instabili.

      Buona domenica.

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  1. Morti no, ma percezioni strane, inspiegabili, ne ho. Come quella volta che in un momento di dormiveglia vidi distintamente il volto di una donna (che mi diceva di non lasciarmi andare). Alcuni anni dopo incontrai davvero quella donna, a cui fui molto legato sentimentalmente per qualche anno.

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  2. Cose inspiegabili accadono, suggestione, o ricordi, o paranormale, chissà. Se dall’altra parte ci sarà qualcosa, quando sarà ora, cercherò di sapere prima i numeri del lotto per suggerirli a chi mi sta simpatico… non ho visto il film e mi accorgo grazie anche a te che ne ho persi parecchi di belli…

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    1. E vedrai quando in settimana pubblicherò l’elenco dei film visti questo febbraio 😉

      Il lotto è la passione di mia zia.
      Io sono più da gratta e vinci, ma ogni qualche numeretto che mi ispira lo punto: età, ricorrenze, portafortuna e così via…

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  3. io ho perso mia moglie, e se mi mettessi a raccontare quello che ho vissuto in casa dopo la sua morte, probabilmente non dormirebbe nessuno; ma in senso positivo, perché sono tutti episodi particolarmente felici anche se di un certo impatto.
    Quando sei legato fortemente a una persona a cui volevi bene, rimane sempre un ponte aperto fra i due mondi, bisogna solo capire quando e come aprire quel confine fra corpo e anima….
    Anch’io ho apprezzato molto “Hereafter”: bel film !

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    1. Mi fa davvero piacere che tu abbia avuto esperienze positive di questo (terzo?) tipo 😊
      Impossibile non provare curiosità, per me che sono amante del paranormale, ma simili cose sono sacre – specie tra marito e moglie… – ed io mi rifarò con racconti adeguatamente spiritici, quest’altro mese 😉
      E mi fa piacere anche per il vecchio Clint: questo suo titolo minore meriterebbe miglior conoscenza.

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      1. Clint è sempre un ottimo regista: ha esplorato molti campi della sociologia umana e li ha sempre descritti molto bene, coinvolgendo lo spettatore. Per quanto riguarda il paranormale invece, si potrebbe aprire un bel “capitolone”, anche molto suggestivo, ma non è detto che lo faremo…
        Ciao buona settimana !

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        1. No, infatti… anche se da sempre è uno dei miei “soggetti” preferiti 🙂
          Tra le mie letture storiche, delle elementari (e in un certo senso: dalle elementari in avanti) figurano Viaggio nel mondo del paranormale di Piero Angela & Il manuale del cacciatore di fantasmi di Francesca Lazzarato e Donatella Ziliotto [FICHISSIMO].
          Buona settimana, a presto!

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