film (febbraio 2020)

Inserzione pericolosa (Single white female) – Barbet Schroeder

Con Bridget Fonda e Jennifer Jason Leigh.
Potrebbe sembrare una storia lesbica, invece è solo la solita storia di una psicolabile che si intrufola nella vita di una donna qualunque (in cerca di coinquilina dopo aver rotto col fidanzato), e se ne appropria.
Ad ogni modo, è ben fatto. Molto classico. Di sicuro dà un bello stacco ai thriller televisivi contemporanei prodotti in serie, a base di babysitter intriganti e vicine inquietanti.

The Place – Paolo Genovese

Dopo aver amato Perfetti sconosciuti, aspettavo con ansia di vedermelo.
E, accidenti, il regista (e sceneggiatore) ha fatto un altro centro.
Ne ho parlato qui.

Poltergeist – Gil Kenan

Mi è parso una buona attualizzazione dell’originale.
Ha quello che per me è un “bel” difetto, ossia tira via un po’ troppo rapidamente sull’intreccio narrativo favorendo la paura qui e ora rispetto al racconto del come quella paura s’è generata, come agisce, cosa vuole significare. E con circostanze che hanno portato la famiglia vittima a interpellare proprio una sensitiva, non troppo sfruttata. Lo fa persino con gli elementi nuovi introdotti apposta: cioè con Carrigan, il “liberatore di case” infestate televisivo.
Detto questo, però, non è carente nel mettere sul tavolo le dinamiche interne al nucleo familiare, dal malessere pochissimo ascoltato di Griffin all’invisibilità lavorativa della madre, argomenti che potremmo ben discutere al termine della visione davanti ad una birra. E’ un’ottima cosa.
E last ma ovviamente non least, nonostante ne conosciamo le vicende fa davvero paura, ancora, e in particolare in alcune scene davvero ben costruite, nel mio modesto parere: quella del trapano, quelle dei globi di luce, quella di Piggy Corn che va verso l’armadio, ma anche quella di Kendra nella lavanderia… meno convincenti, invece, l’albero e la fossa di cadaveri, che pure erano elementi centrali e inquietantissimi nel film di Hooper.

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Lo sguardo di Satana: Carrie – Kimberly Peirce (2013)

Bello, bello, bello. Julianne Moore è sempre Julianne Moore, ma in questo caso Chloë Grace Moretz la sovrasta dall’inizio alla fine. Innocente, intuitiva, distruttiva, sofferente, amorevole.
Non ho, mea culpa, ancora visto per intero l’originale del 1976 di De Palma (né letto il romanzo di King!), ma conosco come un po’ tutti la storia, ed ho sentito parlare in toni adeguatamente entusiastici della scena conclusiva del ballo di fine anno.
Ebbene, ho la fortuna di non poter fare paragoni, e posso dire che presa così a secco quella scena, così come resa – ma anche quella nelle docce, attualizzata con l’uso degli smartphone e la diffusione di video in rete – dà tantissimo.
Salvagnini scrive su MyMovies che, forse, abbiamo una protagonista persino troppo carina per essere un’emarginata credibile, e in parte ha ragione perché la bellezza dell’interprete non è stata camuffata se non il minimo necessario. Ma la bellezza da sola non basta, nulla basta mai quando il mondo ti isola. Anche un faccino bello ma trascurato può caderci dentro. Ciò che invece pare meno a fuoco e meno realistico è la rapidità e naturalezza del cambiamento della protagonista: entrambe hanno senso e funzionano, chiariamoci, ma – anche solo per necessità – vengono ulteriormente compresse dal mezzo cinematografico.
Nel complesso, merita attenzione e si guadagna il suo posticino nel mio cuore.

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Madre! – Darren Aronofsky

Per come è stato presentato, mi aspettavo tutt’altro: una home invasion subdola anziché feroce, un dito puntato contro i rapporti familiari convenzionali, uno sghiribizzo astratto ed allucinato, nel quale l’irruzione di estranei in casa che la devastano come non farebbero nemmeno con la propria è quasi un pretesto per raccontare un semplice, ingarbugliato ed affascinante straniamento mentale. Che poi è la materia principe di Aronofsky.
Ricordo anche che molti commentatori non ne erano soddisfatti, non erano convinti del film nel suo insieme – e mi chiedo adesso se si aspettassero anche loro, appunto, tutt’altro: qualcosa di più prettamente horror, per es., voglio dire intrinsecamente tale.
Anche se il legame tra un artista e la sua ispirazione, le sue creazioni è estremamente delicato, profondamente fragile ed a rischio di continue e pesanti interferenze, sofferenze; non è di per sé un fatto considerato materia da incubo. E di questo parla Madre!, del rapporto tra un poeta e sua moglie (a un livello superficiale), la sua musa, l’ispirazione per la propria opera, rapporto che viene sconvolto e devastato dall’irruzione di un gruppo di estranei ostili prima, che potrebbe rappresentare la ristretta cerchia parentale ed editoriale attorno all’artista, e da un’orda di seguaci adoranti poi, senza dubbio il pubblico.
Non mi aspettavo che il ruolo di madre fosse metaforico anziché letterale, né tantomeno che l’intero film fosse una perfetta allegoria, e per di più della creazione artistica e della scelta di offrirla al mondo piuttosto che di tenerla per sé. Ma come ho scritto, si tratta di un’allegoria perfetta: mi ha stupita ma per nulla delusa, anzi. M’ero fatta l’idea che potesse non piacermi, mettermi a disagio per l’ambiguità dell’intreccio, che pure è un tratto caratteristico di Aronofsky che apprezzo; invece dopo il primo terzo di pellicola (che non lascia capire cosa sta davvero accadendo, e mantiene in tensione lo spettatore), la vicenda ed il suo significato si fanno limpidi, ma non meno tesi.
E’ stato amore a prima visione.

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1921: Il mistero di Rookford – Nick Murphy

Le storie di fantasmi non mi stancano mai.
In questa, prevedibilmente, non ho trovato nulla di davvero nuovo o entusiasmante, per cui se non è il vostro genere di elezione non ve lo consiglio, però va detto che include alcune svolte di trama non scontate. Comincia in modo molto classico e stereotipato, poi prende una piega più “alternativa”.
L’intreccio va un minimo seguito, quindi niente multitasking con lettura contemporanea, però potete agilmente farvi la manicure mentre lo vedete.
Mi ha divertita perché ci hanno recitato diversi attori-feticcio, di quelli magari non galattici ma che per chi segue le serie tv (e non solo) sono diventati iconici: per dire, c’era la governante del collegio dove si aggira un bambino fantasma che di cognome fa Hill, ma in realtà è… la Umbridge! Non ho bisogno di spiegarvi chi è, vero? Poi c’era il preside aka l’agente Fornell di NCIS. E via così.

C’est la vie (Prendila come viene) – Olivier Nakache, Eric Toledano

Com’è nello stile della coppia registica di quasi amici, anche questo film è un felice inno al politicamente (s)corretto, condito di cinismo mai davvero cattivo ma sempre efficace nel far sorridere, ed alleggerire senza per questo abbellirle le umane spigolosità.
Stavolta il pretesto (gentilmente offerto dal cameriere pakistano: lo conoscerete se vedrete il film) è quello di un’agenzia che si occupa di organizzare matrimoni “chiavi in mano”, ossia un servizio comprensivo di catering / addobbi floreali / ricevimento / spettacoli ecc.
Un film corale, dunque, in cui nessun personaggio sovrasta gli altri e persino quelli di dettaglio si fanno ricordare, in contrappunto alle trovate più clamorose. Adorabile il professore di letteratura grammar-nazi, riconvertito in cameriere.

Hereafter – Clint Eastwood

Mi ha ispirato questo post.



I film non commentati:
Auguri per la tua morte – Christopher Landon
Passioni e desideri – Fernando Meirelles
Sucker Punch – Zack Snyder
Se permetti non parlarmi di bambini – Ariel Winograd

16 pensieri riguardo “film (febbraio 2020)

  1. L’unico che ho visto è C’est la vie, carino con tratti divertenti ma non ai livelli di Quasi amici. I remake non li vedo quasi mai, l’originale di Poltergeist mi era piaciuto, a suo tempo… Carrie pure ma non sono un grande amante dell’horror. Madre! mi attira, se capita lo vedrò…

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    1. In genere anch’io ci vado molto cauta con i remake, però in questo caso sia Carrie che Poltergeist li davano in tv e non potevo ignorare l’occasione 😉 De Palma, ad ogni modo, lo recupererò.
      Se vedrai The place, fammi poi sapere come t’è parso.
      Ci sarebbero anche dei romanzi, scritti da Genovese…

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    1. A me invece mancano proprio i due che citi 😉
      Del resto non sono registi che amo particolarmente.
      Eh già, i cinema adesso sono addirittura chiusi, o sbaglio? Mi pare d’aver sentito una cosa del genere in tv. Magari solo in alcune zone…

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        1. Di Kubrick mi piace qualcosa, ma non tutto (Arancia e Eyes soprattutto), mentre di Fellini addirittura credo di non aver mai visto nulla per intero!
          Non è un giudizio di valore, naturalmente, ma li avverto respingenti.

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  2. Dei tantissimi film da te citati non ne ho visto nessuno, ma mi ispira molto “The place”. Lo scorso mese i miei film visti sono stati “Downton Abbey” (ho adorato la serie, ma il film non mi ha entusiasmato particlarmente) e “Parasite”. Sarà una voce fuori dal coro ma, a dispetto degli oscar che ha ricevuto, ma questo film non è piaciuto affatto, probabilmente sono io a non aver compreso al meglio il suo significato.

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    1. Di Parasite a questo punto sono estremamente curiosa. Certo non è un film banale, e quando lo vedrò, avendo letto fiumi di recensioni, saprò almeno cosa mi troverò davanti – o comunque cosa ci hanno visto altri. Ma detto questo, a me capita diverse volte di capire poco o nulla non dico del “messaggio” di un film osannato ed analizzato a non finire, ma della trama stessa. Al che, sopprimo una punta di fastidio e dispiacere sotto un bel “fanculo, chissenefrega” 😉
      Della serie di Downton Abbey sono miracolosamente digiuna: il che significa che, se è disponibile per intero in dvd, potrebbe essere un futuro prestito bibliotecario… da scolarsi tutta in un’abbuffata, senza interruzioni! Prima però tocca ad House of cards e alla terza stagione di Twin Peaks.

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      1. Io, almeno stavolta, pensavo di avere capito la trama di Parasite, ma sinceramente alla fine sono rima sta un po’ stranita. Aspetto di sapere cosa ne pensi tu a questo punto 😅 a me Downton Abbey è piaciuta davvero molto, sarà che amo le ambientazioni degli inizi del 900, forse sono un po troppo do parte. Mi manca però sia House of Cards che Twin Peaks. Ho una lista di serie tv da vedere talmente tanto lunga che probabilmente non riuscirò a finirla in una sola vita 😂

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        1. E’ il dilemma di noi onnivori!
          Cerco di non pensarci e di orientarmi ai libri e ai film più interessanti per me, ma è inevitabile lasciarmi un po’ distrarre… e va bene così. Però, che peccato non poter godere di tutto!

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