Merlo, coniglio, tortora

E’ stato alla vigilia di Pasqua che, distogliendo per un attimo lo sguardo dal Kindle, ho avvistato un coniglietto che saltellava beatamente, poco per volta, attraverso il prato di fronte.
Lo chiamo coniglietto perché, visto dal mio balcone, pareva proprio una creatura allevata in casa, un fuggiasco verso la libertà dalle mura domestiche e da una qualche padroncina disperata e premurosissima.
Se così fosse, gli faccio i miei migliori auguri d’esser ritrovato; altrimenti è morte certa, magari per inedia più che per incidente automobilistico.
Io ci ho pensato, ad acchiapparlo e fare il giro del vicinato per chiedere, ma quello era così convinto che, nel tempo per me di scendere le scale, si sarebbe allontanato.
Così come ho pensato per una frazione di secondo di entrare a prendere il binocolo, ma per la stessa ragione ho lasciato perdere, godendomi il piacere dell’osservazione così com’è, limitata ma senza filtri e ammenicoli ad appesantirmi.
Ad ogni modo, finora quando ho portato dabbasso la spazzatura non ho rilevato cadaveri pelosi all’orizzonte. Corri, coniglio, corri.
(Ci fosse ancora mia mamma, mi avrebbe spedita a catturarlo per farlo al forno).

A Pasqua invece mi sono imbattuta in due tortorelle tubanti ed amoreggianti sullo schienale della panchina della vicina. Sono rimasta lì come una deficiente, la posta in mano (sollevata a mezz’aria) e la bocca ad O.
Le ho fissate con allegria e segreta invidia finché non hanno trasvolato l’arbusto e sono andate a far cose sconce in privato.
Per fortuna i miei adorati merli sono più esibizionisti e vengono ogni giorno ad allietarmi la vita giù in giardino. Dovrei dire grazie alla vicina (un’altra), ma dato che se da un lato mette giù le briciole per gli uccelli dall’altro butta nel retro del giardino pasta avanzata e ossicini spolpati, come fosse la sua discarica personale, e dato anche che tempo fa mi ha aggredito (picchiatwice!), me lo tengo per me. Tiè. E che i merli ti scagazzino sul bucato.

43 pensieri riguardo “Merlo, coniglio, tortora

  1. Corri coniglietto verso la libertà! Che poi magari, da vicino, finiba per essere tipo una lepre…
    Nella strada principale del paese, di solito trafficatissima, uno o due giorni fa hanno filmato una volpe che girava beata!

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    1. Orpo! Una volpe!!
      Noi umani ci ritiriamo, e il selvatico avanza…
      … ho pensato anch’io ad una lepre, che è insolito trovare in mezzo alle case ma poco più in là, in aperta campagna, m’è capitato di vedere. Ma aveva le orecchie corte.

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      1. Avrei voluto vederla la volpe! Mi è capitato solo una volta, di sfuggita. Sono così belle!
        Beh, magari il tuo era davvero un coniglio… ma menomale che non l’hai inseguito per mangiarlo poverino!

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  2. ahahahah stupendo l’augurio di pace e serenità che chiude il post! 😀
    L’altro giorno ho scoperto che due piccioni amoreggiavano sul tetto del palazzo di fronte, che è a pochi metri dalla mia finestra. In realtà erano tre, immagino due maschi in competizione per la signorina. Sicuramente ogni primavera quel tetto di fronte ne vedrà d’ogni colore, ma è il primo anno che me ne accorgo: forse il silenzio in cui versa tutto il quartiere da un mese ha spinto i pennuti a farsi più audaci ed esibizionisti.
    Esco poco e non so come se la passano i gatti randagi del quartiere: di solito erano molto ben pasciuti grazie alle signore prodighe di croccantini, ma magari se dette signore stanno chiuse in casa tocca dar la caccia ai topi. E non mi sembrano proprio gatti di quel tipo 😛

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    1. E’ un mondo duro ed insidioso!
      Certe volte i piccioni e le tortore fan frullare le ali così forte a due metri da me che mi parte la coronaria… ma è bello averli attorno 😍
      Poi ci sono i vari gatti del quartiere, che però cazzeggiano sull’altro lato dell’edificio facendo gli equilibristi sull’argine del fosso. E naturalmente le signore con cane che si avvicendano nel parchetto per l’ora d’aria.

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    1. A me sono venute in mente per associazione coi libri di Updike, “Corri, Coniglio” eccetera.
      Che non ho letto e non penso leggerò, dopo essermi fatta una certa idea dell’autore attraverso il saggio di Foster Wallace in Considera l’aragosta.

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  3. Se era un coniglio domestico, magari nano, è destinato a morire. Se era un coniglio selvatico può sopravvivere, non tanto per il cibo, quanto per… indovina… i virus.
    Comunque avrai visto uno di quei video che mostrano come in tutto il mondo, appena l’essere umano si ritira un attimino, gli animali tornano a popolare anche luoghi impensati. 🙂

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    1. Speriamo fosse selvatico.
      O che sia stato riacciuffato 😉
      Video non ne ho visti – anche perché fatico a caricarli – ma lo si nota subito, sì.
      Ora, non sono di quelli che auspicano l’estinzione umana e la rinascita della natura libera da tutto ciò che le è estranea, però sapere che la vita è sempre pronta a farsi largo è consolante, questo sì.

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  4. Una bell’arca di Noè, tra animali e vicini. In un paese qua vicino hanno filmato un cerbiatto che se ne andava tranquillo per strada, di cinghiali ce n’è a bizzeffe, se non ci sbrighiamo a uscire questi si prendono tutto! (ma ho capito bene, la vicina ti ha buttato per le scale? Ma con chi abiti, con Rosa e Olindo? )

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    1. Hai capito bene. E son stata fortunata che ho avuto solo una distorsione cervicale, poteva andare molto peggio. (Parliamo di un anno e mezzo fa: la prima udienza per la causa penale si sarebbe dovuta tenere di qui a poco, ma probabilmente slitterà).
      Direi però che la vicina somiglia più al mostro della laguna nera, sia esteticamente che per livello intellettuale.

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        1. Potrei, ma a che serve?
          Se le prendesse un altro nervo magari mi segherebbe le gambe… -.-
          Piuttosto, è da un pezzo che sto valutando di cosa munirmi per protezione, e non è banale come sembrerebbe.

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