Temperanza

Sono un’Ariete.
Testarda, fumantina ed intransigente; ma anche rigorosa dunque onesta, ed accogliente.
Così esageratamente accogliente che ci si può approfittare di me ed esaurire le mie riserve di diplomazia e serenità (che sono pure più vaste di quanto mi venga riconosciuto) senza neppure farci caso: solo che, quando sbuffo vapore dalle narici e comincio ad incurvarmi per caricare, quella non è un’avvisaglia della bufera.
E’ semplicemente già troppo tardi per chi mi ha messo alla prova.
Nemmeno il tempo di dire “ah!”, e si ritrova asfaltato.

Le ultime settimane, e quella che s’è chiusa domenica in particolare, sono state dure.
Prima ho avuto uno scazzo – fatto rarissimo sulle piattaforme di blogging, esclusa soltanto Libero forse – su una questione certo non di vita o di morte, ma per la quale sono stata rintuzzata, screditata ed infine accusata. Il peggio che mi si possa fare.
E no, dissento dall’idea comune per la quale chi perde le staffe passa dalla parte del torto. Torto e ragione sono di chi le detiene nel caso specifico, e non cambiano sponda giocando al bon-ton.
Comunque, poco male: qualche ora di bile, un vaffanculo da parte mia ed un testa-di-cazzo, indiretto ed in differita, da parte di quell’altro; pace e bene.

Poi mi è piovuta addosso una “bella” combo: nello stesso giorno, un ormai ex amico che dopo più di un anno di silenzio si intrufola sul blog e commenta come se fosse tutto normale, e si lamenta pure di quel che ci trova – roba che manco i vecchietti davanti ai cantieri; ed uno scapestrato arrogante che aspirava ad esser pontefice, ma è finito a pulire i cessi dei Musei Vaticani.
Così non si va avanti.
Io mi prendo dei giorni di malattia, ‘ché devo sciogliere e far defluire questo veleno dal cuore, prima che metta radici – il male ha radici molto robuste, levarle quando si son già accomodate è possibile ma è una faticaccia.
Ci sarò, ma interverrò con parsimonia.

14_-_La_Temperance

Ho sofferto rabbia ed ho sofferto dolore.
La pochezza degli esseri umani la conosco, è debilitante e disperante; ma io non sono comunque una misantropa.
Pensare no, poco ho pensato, ben poco ho rimuginato.
Ho riflettuto, e anche questo l’ho fatto in merito ad una sola cosa: la temperanza.
Moderazione, bilanciamento, unione armoniosa di opposti.
Virtù cardinale che porta equilibrio alle altre tre.
Alcuni mesi fa ho regalato ad un’amica i miei tarocchi Morgan-Greer, sono uno strumento che ho preferito allontanare. Ricordo però bene quale fosse l’arcano maggiore che preferivo: inevitabile.
Perché mi rappresenta.
Non giochi con le anfore che amministrano l’acqua chi non sa nuotare.

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