40enalfabeto / 8

I di Immuni

Fra i tanti che si son fatti due conti in tasca a proposito della famigerata app di tracciamento, c’è il biologo Enrico Bucci, che intervistato su Repubblica constata come al momento il 66% degli italiani possiede uno smartphone ma, per essere utile, Immuni dovrà essere utilizzata da almeno il 70% della popolazione – chi dice il 60% come minimo, chi l’80%.
Bucci spiega di aver chiesto ai programmatori di Immuni se avessero calcolato tale quota, necessaria per render utile loro invenzione: hanno risposto di no. E come non lo sapevano loro, pare non lo sappiano neppure gli esperti convocati ai tavoli governativi.
[Dalla newsletter de Il Post].

Altre considerazioni simili sono apparse sul blog di  Giuliano Guzzo e,
sul Foglio, nella rubrica Silicio.

M di Mosche

CHLESTAKOV Rammento, rammento, c’erano dei letti. E i malati erano guariti tutti? Non mi è sembrato di vederne molti là dentro.
ARTEMIJ FILIPOVIČ Ne sono rimasti all’incirca dieci, non di più: e gli altri sono tutti guariti. È così che funziona da noi. Da quando ho preso io la direzione, potrà forse sembrarvi persino incredibile, ma guariscono tutti come mosche. Il malato non fa a tempo a mettere piede in ospedale che è già sano, e non tanto grazie alle medicine, quanto piuttosto alla probità e all’ordine.

Nikolaj Gogol’, L’ispettore generale, traduzione di Serena Prima, Feltrinelli (2011)
[Testo pubblicato da Gli irresistibili]

RSA di Residenza Sanitaria Assistenziale

Un luogo da schivare. Un lager moderno.
C’è chi lo capisce troppo tardi, ma lascia un messaggio, e prego che possa sventare il numero maggiore possibile di queste storie disgraziate: non so se si tratti di una lettera reale o inventata; non cambia nulla: anche in tempi non d’epidemia, le residenze sanitarie assistenziali – un tempo chiamate case di riposo – non sono altro che un deposito di scarti umani in attesa della morte, per quanto ben vestite e truccate.

9 pensieri riguardo “40enalfabeto / 8

  1. I: non ho seguito la storia di questa app nel dettaglio, comunque penso si possa realizzare senza troppe complicazioni (se ancora non è stata fatta) una app che possa esser utile per sapere se stai incrociando o hai incrociato un contagiato. Anche se la questione sui diritti alla privacy è irrisolvibile.
    M: apprezzato.
    RSA: ne sento sempre peggio. Non solo erano impreparate a priori per affrontare emergenze sanitarie tali ma spesso sono gestite come veri e propri macelli/mattatoi. Mi sorprende (per modo di dire) l’inerzia della gente. Che si lascia fare di tutto (e non mi riferisco ai poveri anziani ormai inermi contro ogni tipo di violenza viene loro perpetrata). Affronterò anche io l’argomento, nel mio modo da anarchico estremamente pacato.
    Ben svegliata! ❤

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    1. I: è proprio quello il guaio, oltre al fatto che l’app in sé non è difficile da creare ed è anzi già pronta, ma perché dia risultati ci vogliono condizioni che noi italiani non possiamo garantire (numero minimo di strumenti cioè smartphone con internet, che non è scontato, adesione, onestà nelle risposte ai questionari giornalieri) – a meno che non la si voglia imporre, o fare nudging penalizzando chi non la adotta: il che pure è stato ipotizzato…

      M: mai letto Gogol’. Dovrei riparare.

      RSA: Sì. Mentre tu scrivi, io sfollo i vecchietti e do fuoco alle strutture 😉
      (Ah, ieri ho messo un commento sotto il tuo post sul ponte rotto, ma non mi ha dato conferma e non lo vedo: o è in moderazione-spam o se l’è mangiato Wp. Niente di che, comunque. Ma non è che tu e Lucy vi siete scambiati uno spiritello malvagio? XD )

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      1. M: neppure io l’ho letto. Ho letto pochissimi autori russi. Tendo a pensare che siano stati così seminali da esser implicitamente compresi in opere successive più moderne.
        Adesso controllo se sta negli spam, tutto è possibile! Te lo dicevo che wordpress sta perdendo colpi (ammesso che prima non li perdeva)

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        1. M: Pensa che Brodskij la vede al contrario, cioè trova che dopo l’800 la letteratura russa sia come implosa, incapace di assimilare il grande patrimonio che l’ha preceduta.
          Ma sto semplificando molto, e non ne so dare un giudizio.

          Wp ha le sue pecche, io però mi ci trovo pur sempre meglio che su altre piattaforme – praticamente, dopo Splinder, ho sempre scritto qui con pochi esperimenti su Libero e Blogspot… ultimamente dà segni di senilità che fino ad un paio d’anni fa non vedevo, uhm.

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        2. M: io comunque mi riferivo non solo nell’ambito russo. Cioé la letteratura russa di quel periodo è presente ormai ovunque, in qualsiasi letteratura, pure in quella americana.
          Io vengo da tiscali, che era un sistema molto più spartano e rozzo. quando sono approvato qui mi sembrava di manovrare uno shuttle per andare sulla luna essendo io un semplice pilota di aerei, per cui era tutta oro la luce che vedevo.

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        3. Molto semplicemente mi sembra che gli scrittori odierni, abbiano appreso alla perfezione la lezione degli scrittori precedenti, in particolare i classici, e quindi tendano a servirsi di quella conoscenza, anche senza accorgersene, si intende.

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  2. Gogol è assolutamente da leggere, per lo meno la traduzione di Tommaso Landolfi dei “Racconti di Pietroburgo”. E, in particolare, almeno “Il cappotto”. Akakij Akakievic è un personaggio fondamentale della letteratura di ogni tempo, una figura davvero archetipica, di quelle come – butto giù un abbozzo di lista su quasi 3000 anni – Achille, Ulisse, Edipo, Orlando, Amleto, Robinson Crusoe, Lolita.
    Dostoevskij, che potrebbe avere 3 personaggi nella lista (ma non sono obiettivo quando parlo di lui), diceva che “siamo tutti usciti dal cappotto di Gogol”.

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