Meme .4: Influenze tentacolari

Un altro meme che ho trascurato per pigrizia estiva è questo, bellissimo, dedicato al buon (?) Lovecraft; per il quale sono stata nominata da Chicco (ancora grazie), a sua volta istigato da Austin Dove.

H.P. Lovecraft by Disezno on DeviantArt

Le regole, le solite:

  1. Ringrazia sempre il blog che ti ha nominato!
  2. Posta la foto in alto come immagine del post.
  3. Rispondi alle domande spiegando anche il motivo.
  4. Nomina sempre cinque blogger.
  5. Divertiti.

E io nomino subito (come sempre, senza il benché minimo vincolo): Coule la vie, di nuovo, perché questo meme gli piacerà sicuramente più del precedente; Ornella di Horror Vacui; il Poltronauta, del quale per qualche ignota e miseranda ragione Wp non mi sta mostrando tutti i nuovi post; Alessio e la sua Vita da Cinefilo; e per chiudere, ovviamente e sempre che non siano già stati nominati, il Zinefilo e Lucia.
A parte, nominato speciale, aggiungo anche il buon Kasabake, che non è assolutamente tenuto ad assumere il ruolo di replicante di meme, ma che sarebbe un piacere immenso sapere vivo, vegeto e non impazzito a causa di qualche orrore cosmico.

lovecraft

  • Dagon: un’opera sugli orrori dell’oceano.

Parto con un film che in apparenza potrebbe sembrare poco attinente: The impossible, di Juan Antonio Bayona; un gioiello a mio parere mai abbastanza valorizzato.
E’ un drammatico che tratta la vicenda dello tsunami del 2004 nell’Oceano Indiano, protagonisti Naomi Watts ed Ewan McGregor.
Di rado sono stata colpita da sentimenti così intensi e radicali, senza per altro uscire dalla visione o dalla lettura annientata, schiacciata dagli stessi.

  • Il colore dello spazio: un’opera sulla profanazione della sicurezza familiare.

Se ne potrebbero citare mille, ma voglio ricordare un film che ho amato e che parla di sicurezza in diversi modi: Signs di M. Night Shyamalan.
Perché gli alieni sono fuori dalla porta ma anche dentro, e perché mai un luogo tanto pieno di pace come una casetta in mezzo ai campi ha ispirato altrettanto malessere.

Non posso tuttavia non citare anche una pellicola che ho adorato, Il postino suona sempre due volte per la regia di Bob Rafelson (prima o poi vedrò l’originale), con Jack Nicholson e Jessica Lange.
Non è un “home invasion”, ma ugualmente centra alla perfezione il tema: inevitabile, per me, stare dalla parte di Nick, titolare immigrato di una tavola calda con annessa officina cui un passante cerca di sottrarre la moglie, il lavoro, la vita.

  • Dentro al sepolcro: un’opera sul contrappasso.

Può sembrare una risposta scontata, ma non posso non citare Dante con la Commedia. Che nemmeno ho letto se non per frammenti, ma che sto recuperando a grandi linee, con profitto, con Lugaresi. Le pene dell’inferno, alla lunga, ci sembrano banali ribaltamenti, ma facendosi guidare da un occhio acuto e non pedante se ne scoprono le profondità geniali e tuttavia lievi.

Aggiungerei, come succoso bonus, Drag me to hell di Sam Raimi: filmone galattico.

  • Herbert Weist: un’opera sull’arroganza della scienza.

Potrei citare L’uomo invisibile di Herbert George Wells, oppure il Frankenstein di Mary Shelley – Un prometeo moderno: sottotitolo che dice molto -, ma per variare dai classici proporrei “un libro nato già vecchio e moribondo”, come lo definì Introvigne – che pure non amo ma qui ci ha azzeccato: Perché non possiamo dirci cristiani (e meno che mai cattolici) di Odifreddi.
Perché sarebbe bello indicare un titolo moderno, accattivante, magari un romanzo; ma di fatto nella mia esperienza l’arroganza della scienza si manifesta moltissimo in questo modo, attraverso la superbia velenosa di “scettici” che cavalcano (e stuprano) la scienza ai propri scopi, ben più fideistici di quanti ne attribuiscano alla religione stessa.
E quando dico “scettici”, oltre a riferirmi genericamente ai non credenti militanti, mi riferisco anche nello specifico ai membri del CICAP, che rappresentano una delle piaghe peggiori che io conosca.

  • La musica di Erich Zann: un’opera la cui musica è in grado di esaltare le tue emozioni.

Lo strumento che amplifica di più le mie emozioni è senza dubbio il pianoforte, che sa generare sentimenti carsici senza essere dolorosamente struggente come il violino.
Se è suonato con maestria e, poi, abbinato ad una voce insieme selvatica e raffinata come quella di Tori Amos, il naufragar m’è dolce (cit.).

  • Aria fredda: un’opera sulla prigionia dell’immortalità.

Se amate i paradossi temporali, la coazione a ripetere, la (dis)peranza di chi vorrebbe cambiare il passato e non può; non perdetevi Triangle, il film del 2009 di Christopher Smith con Melissa George.

  • I ratti nei muri: un’opera sull’insanità mentale.

Se intendiamo l’insanità come a-normalità, e nello specifico anche neurodiversità, opterei per il bel film tv girato da Mick Jackson per HBO, dedicato a Temple Grandin e che porta il suo nome.
Della Grandin trattò anche il mio amato Oliver Sacks in Un antropologo su Marte, reportage biografico-clinico sulla sua vita e le sue invenzioni.

  • Il modello di Pickman: un’opera sull’orrore accettabile in nome dell’arte.

Di nuovo, sarò scontata, ma Il ritratto di Dorian Gray per me è sempre stato un racconto brutale, velenoso; un orrore appunto perpetrato in nome dell’estetismo e della vanità.
Emblematico, per altro, di molta attuale tecnologia che vorrebbe garantire giovinezza a gente già incartapecorita, figli a chi di figli non ne può avere, immortalità onnipotenza e soddisfazione perfetta di desideri abnormi.

  • Il dominatore delle tenebre: un’opera sulla paura del buio.

L’omino della sabbia (Der Sandmann), di E.T.A. Hoffmann: e quale migliore interpretazione musicale è stata data di questo racconto se non quella dei Rammstein in Mein Herz Brennt?

  • Nyarlathotep: un’opera sulla vita di un profeta.

Beh, cacchio: ovviamente I dieci comandamenti di Cecil B. De Mille. Mosè rulez.
Non so se “profeta” sia un titolo che gli spetta, io credo di no; ma insomma: è un pezzo grosso. Dunque va bene.

  • Storia del Nemicron: un’opera sulla ricerca di un pezzo d’arte.

Direi Il falcone maltese, di John Huston, con Humphrey Bogart.
Cito il film e non il libro semplicemente perché non ho ancora letto nulla (!) di Dashiell Hammett: mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa.
Un noir non eccezionale ma godibile.

[Per “Nemicron” s’intende il Necronomicon, oppure non ricordo questo racconto di Lovecraft?].

falcone-maltese-bogart

  • L’orrore di Dunwich: un’opera su strani culti.

Well, quello che emerge poco a poco ne La notte del drive-in di Joe Lansdale direi che è un culto quantomeno bizzarro. Tra dinosauri e pop-corn, comete e vecchi film dell’orrore, cannibali e predicatori potete “rilassarvi” e godervi lo spettacolo.

  • La cosa sulla soglia: un’opera sulle violenze domestiche.

Propongo un titolo minore di Stephen King, che conoscevo soltanto per sentito dire ma che durante la lettura ho trovato, se non un capolavoro, un romanzo di tutto rispetto: Rose Madder.
Pestaggi, aborti procurati, femminicidi (termine che non mi piace, ma adatto a capirci), stalking: c’è tutto questo ed anche altro, in particolare una vena prima sotterranea poi parallela alla vicenda che percorre le pagine, di sogno, misticismo, mitologia che prende forma tangibile ed onirismo.

  • L’ombra di Innsmouth: un’opera sulla decadenza di una città.

Non so se si può parlare di decadenza, ma di bruttura sì: consiglio vivamente Suburra di Stefano Sollima: Gomorra je spiccia casaFavino fa il suo mestiere, ma il miracolo è nella sceneggiatura, ricalcata su un romanzo di Giancarlo De Cataldo e Stefano Bonini.

  • Il richiamo di Cthulhu: un’opera su un mistero da risolvere.

Non si tratta di un giallo, ma di un horror-thriller che mi è piaciuto tantissimo entrambe le volte che l’ho visto: Dark skies, Oscure presenze di Scott Stewart.
Di che natura sia la presenza, appunto, che occupa la casa della famiglia protagonista è chiaro da subito: di natura aliena. Anche la lettura del fenomeno fornita da un oscuro, ma ben poco bizzarro, uomo contattato dalla famiglia spaventata non ha nulla di criptico, insolito oppure strano; la conosciamo da numerosi precedenti cinematografici, televisivi e letterari.
Il mistero non sta dunque nel cosa, ma nel perché e soprattutto nell’a che scopo. Specialmente dal momento che tali presenze si manifestano in modo nient’affatto nascosto ed indiretto, non consentono di ricondurre l’imprevisto ad un inganno psicologico; eppure, nel comunicare, suscitano ed esasperano incomprensione ed inquietudine.

  • Temi di Lovecraft: un’opera la cui trama ruota attorno a un pozzo.

Senza dubbio cito La casa sull’abisso, di William Hope Hodgson.
Pubblicata nel 1908, è la storia di strani esseri, albini e dall’aspetto porcino, che minacciano in maniera via via più diretta la tranquillità di uomo e della sorella, i quali vivono inconsapevoli in una casa costruita sopra un canale che getta i propri accessi sulle cavità terrestri più profonde.

  • Temi di Lovecraft: un’opera la cui trama ruota attorno alle stelle.

Passando all’universo (aha) musicale, non ho dubbi: scelgo Astronomy dei Blue Öyster Cult, della quale amo particolarmente la cover dei Metallica inserita in Garage, Inc.

  • Temi di Lovecraft: un’opera la cui trama ruota attorno al razzismo.

Sicuramente l’avranno detto altri cento prima di me, ma (ri)vedersi Scappa – Get out di Jordan Peele è auspicabile: ha segnato un bel punto.

  • Temi di Lovecraft: un’opera la cui trama ruota attorno alla solitudine.

Tra i più recenti e più espressivi, penso che Lasciami entrare di Tomas Alfredson renda benissimo il concetto di solitudine sociale.

  • L’impronta di Lovecraft: un’opera ispirata allo stile e alle opere di Lovecraft.

Mi viene in mente Storia di Athur Gordon Pym, di Edgar Allan Poe.
E’, in realtà, Lovecraft ad aver attinto a diversi elementi della poetica di Poe, che in questo romanzo del 1838 lo precede su svariati fronti: creature ultra- e al contempo subumane che operano una rivolta o vendetta sugli uomini, orrore dall’abisso in questo caso antartico (infatti questo titolo potrebbe ben figurare in risposta alla prima domanda), viaggio nell’ignoto, ma anche il (piuttosto comune allora) espediente della lettera-confessione ritrovata, per cui il narratore non è che un tramite per il “vero” autore di un manoscritto inquietante.
Come riporta Wikipedia, Lovecraft si ispirò appunto per sua esplicita dichiarazione a Poe per il suo Le montagne della follia, ma questa non è certo la sola volta in cui le tematiche dei due si allacciano.

cthulhu

85 pensieri riguardo “Meme .4: Influenze tentacolari

  1. Visto che il libro più terribbbbile che ho letto è uno di Lovecraft, non sfiderò il Fato accettando la tua subdola maledizione fantasmagorica (seee, così dopo so’ fregato a vita e la mia anima finisce pure all’inferno! accqui nesciuno è fesso!) aderendo a codesto contest horror-i-fico. Anche perché mi impegnerebbe troppo in una ricerca smodata che finirebbe: o per farmi impazzire; o per farmi andare in coma imprigionato in uno stato di stupore (dopo aver assunto la posizione fetale). E allora no! Nooo! Io dico no all’orrore che procura secchezza delle fauci, iper-sudorazione, flatulenza molesta (ovvero meteorismo cosmico) e disdicevole rilasciamento delle vie urinarie o comunque perdita del controllo sullo sfintere.
    E adesso io dovrei cercare di andare pure a mangiare, acciderbolina!

    PS: sono un poco paranoico.

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    1. 😂 😘 Pure io adesso vado a mangiare. Ho rassettato il balcone (e non ho ancora finito), sono stanchina, ma devo ancora fare cose oggi. Pasta con le cozze! Per il ferro! Ho anche scritto al mio medico e chiesto esami + integratore!

      Capisco il senso d’orrore.
      Non lasciarti sedurre dai tentacoli, resta al sicuro.
      Piuttosto, se qualcosa dei titoli che ho proposto io non lo conosci e ti intriga, dimmi.

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      1. Te lo ricordi, vero, che per aumentare l’assorbimento del ferro si può assumere vitamina c (peperoni, agrumi, kiwi, ecc) e NON mangiare spinaci, che pure ce l’avrebbero in quantità, di ferro, ma dato che contengono pure un’altra sostanza che ne riduce l’assorbimento… sono da sconsigliarsi? 😉

        Beh, moltissimi titoli, al solito mi intrigano, non saprei quale scegliere. 🙂

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        1. Sì, gli spinaci contengono ferro meno biodisponibile; questo me lo ricordo.
          Mi son presa i pompelmi e i peperoni.
          Ah, una cosa che poi non ti avevo specificato quand’ero giù, e che ho imparato qualche anno fa: il thè nero non dà problemi, ma il thè verde riduce appunto l’assorbimento di ferro. Anche per quello non lo volevo.
          Ormai son praticamente sicura si tratti del ferro… certo, mi ha preso malino, non ero mai arrivata a questo punto. Comunque mo’ recuperiamo.
          Ieri sera ancora scleri alle gambe, ma meno.

          😉

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        2. E’ probabile, dando un’occhiata ai fattori che la causano… non mi stupisce, ma insomma, ne farei a meno.
          Diciamo che la combo “tendenza all’anemia” e “malattia neurologica” non aiuta molto la conduzione nervosa.

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        3. Eh, diciamo che in quel momento non sapevo che potesse dipendere da questo. Di carenza ne soffro da sempre, quindi periodicamente integro, ma non ho fatto il nesso.
          Certo, del thè verde lo so da qualche anno e dunque meglio che lo eviti a prescindere (poi non mi piace, lo preferisco nero).
          Ma per il resto chi se l’aspettava? Meglio così, comunque, che un subdolo peggioramento della MELAS.

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        4. Dicevo in generale, m dovevi ribadire che avevi carenze di ferro, avrei preparato cose più specifiche… Che poi io neppure ti ho mai fatto mangiare carne! La prossima volta te la faccio trovare. A te, che hai carenza di ferro, è consentito mangiarla…

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        5. Ma figurati! Di solito non ne mangio nemmeno io (il pesce sì, ma carne no). Adesso ho preso fegato e delle bistecche di cavallo… lo so che fa sgranare gli occhi a molti, ma è la più “ferrosa”.
          Poi, dài, teniamolo in conto ma non ti preoccupare di farmi la dieta apposta… ogni tanto capiterà comunque! (Grazie 😘 )

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        6. No, infatti. Mi giran le balle quando sento dire che un vegetariano ha per forza bisogno di integratori perché non può assumere abbastanza ferro e B9-12.
          Però sì, ovviamente devo tenermi monitorata. Il ferro volevo controllarlo già un paio di mesi fa, ma col Covid di mezzo ho rimandato… eh, lo so. Ma fanculo, chi si fidava a fare le analisi?

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        7. Per quanto riguarda me, ricorda che non sono un vero vegetariano. Semplicemente non mangio carne e limito i formaggi. Poi, certo, al mondo esistono milioni di vegetariani veri che di salute stanno molto meglio dei non vegetariani, per cui è assurdo asserire che i vegetariani abbiano per forza una dieta squilibrata e insalubre (giusto il mio medico poteva pensarlo nel 2000).
          Hai fatto bene a evitare gli ospedali negli ultimi tempi. Erano il principale focolaio da cui si sviluppava il Covid…

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        8. Uova, ce l’ho.
          Appena mi va mi faccio lo zabaione.

          Legumi, dovrei mangiarne di più ma non me ne mancano, comunque.

          I latticini invece van bene, per le proteine, ma contrastano l’assorbimento di ferro.

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      1. Un’opera sulla profanazione della sicurezza familiare:
        C’è questo bambino in una casa scura, che ha solo la madre (che forse sta con uomo violento, che se non ricordo male a lui non era simpatico, e infatti forse identificava con una specie di uomo nero)… Sta a letto è ha paura che qualcuno venga a ucciderlo, o uccidere la madre (poi c’è una scena che loro due stanno in chiesa con un prete, e lì succedere qualcosa e poi qualcuno piange)…
        Contemporaneamente (ma poi si scoprirà che non è così), c’è un altro bambino, o più probabilmente una bambina, che legge la storia del bambino e del Babau su una specie di quaderno, che se non erro ha trovato sepolto da qualche parte, e certe cosacce succedono pure a lei. Poi c’è il padre di questa bambina che lo scopre e si dà un gran sbattimento per risolvere le cose… anche perché poi si scopre che quel bambino in realtà era lui da piccolo!
        Alla fine deve affrontare quel mostro e ci va ma… Non mi ricordo se il mostro era reale o frutto di una sua trasposizione della realtà! Boh!
        Ecco, volevo citare questo film, che comunque mi era piaciuto, e di cui sicuramente ho parlato nel mio blog, ma vatte a ricordà come se chiama er firme! 😀

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        1. Arrr, qui mi sa che ci vorrebbe un intervento degli esperti… se mi viene in mente qualcosa te lo dico.
          A tal proposito, esiste un sito carino che aiuta a ritrovare titolo e regista dei film di cui ricordiamo solo la trama, o magari addirittura dei frammenti di trama:
          http://www.memocinema.com/

          Poi ho scovato anche un motore di ricerca apposito:
          https://www.wired.it/internet/web/2016/03/21/motore-di-ricerca-per-film-di-cui-non-ricordi-titolo/

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        2. Grazie. ❤ Ma non fa niente. Era giusto per dirti che difficilmente rammento un titolo. Inoltre in questi casi posso anche ricorrere a un gruppo su Facebook…
          Oh, ma non dovevi andare a mangiare? Vai pure che io mica scappo!

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        3. Mi sono disteso e ho dormito liscio liscio un’ora e mezza, non me l’aspettavo. Credo voglia dire che il caldo sta avanzando, ovvero cresce ogni giorno un poco di più.
          Poi ho letto la storia del clown per un’ora… Ma poverino: mi sa che non riabbraccerà più con la sua amata Maria, vero? Ormai l’ha persa…

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        4. Ti scrivo due righe per mail.

          Povero Hans, sì.
          Gli han portato via le colombe dal nido.
          (quella piccola scena delle mani nascoste sotto le ascelle, come colombe nel nido, è una delle cose che me l’hanno fatto amare).

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        5. 😀 …Ravanelli! (quello finto)
          Beh, un po’ ci confido sul fatto che l’odore del mio sudore ti faccia impazzire per implorarmi di prenderti tutta sul letto da capo a piedi, ovunque! 😀

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        6. PS: a proposito un paio di cosette che ti volevo dire. Ieri imprevedibilmente picco di visite nel mio blog (imprevedibile perché nei giorni prima segnava meno del solito, e noi sappiamo che sbagliava).
          Seconda, ho cominciato il canovaccio per quel racconto che ti dicevo. Volevo metterci come introduzione gli argomenti di cui discutemmo quel giorno, che io ricordo fossero 3. Il primo era dichiarare il proprio stato sentimentale prima di incontrarsi con qualcuno a cui potrebbe interessare la cosa; il secondo non me lo ricordo; il terzo era la storia delle porte e delle maniglie…
          Non è che te lo ricordi tu quale era il secondo, giusto per la cronaca?

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        7. …Potrebbe essere!

          @Chiccoconti e Celia: sì, credo sia quello! Ma probabilmente l’ho anche fuso con un altro (in cui compare il ragazzino da adulto ormai diventato padre). Se non erro vidi due film simili che quasi erano lo stesso, a distanza di pochi giorni, e mi sorpresi molto di quel fatto!
          Complimenti a entrambi per esser riusciti a capirlo! 🙂

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        8. Se è quello, che ne pensi?
          E’ diventato subito il mio preferito (semplicemente perché parla anche di me, oltre ad essere un capolavoro).
          Ma ti prego, non farti influenzare dal mio giudizio XD

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  2. ciao^^
    grazie per aver risposto alla tag e di avermi segnalato gli errori, ogni tanto mi modifico accidentalmente la composizione delle parole per disattenzione; spero che non ti abbia compromesso la piacevolezza delle domande, ci ho pensato molto! 🙂

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