Politicamente Corretto .1: Cervice

[…] quando il politicamente corretto prende la mano, il rischio del ridicolo è sempre dietro l’angolo. A caderci, ultimamente, è stata la CNN, che in un servizio parla di “individui con la cervice”, senza alcun riferimento al sesso femminile, suscitando fastidio e proteste da un significativo numero di donne.

Fonte: Guida alla settimana, newsletter di Evangelici.net

12 pensieri riguardo “Politicamente Corretto .1: Cervice

  1. Ok, questa cosa non la sapevo proprio ed è parecchio ridicola. Il politicamente corretto è un argomento delicato, a volte viene utilizzato a sproposito e molto male mentre in alcune occasioni viene usato come giustificazione da alcuni individui volgari che vogliono dire la loro ma sono solo persone che vogliono insultare e basta.

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    1. Il punto è che non occorre utilizzare terminologie astruse per rispettare – ad esempio – le transessuali (di altre categorie dell’infinito alveo lgbtqia+* non voglio nemmeno parlare…), che credo siano qui l’oggetto di tanta cautela.
      Dal mio punto di vista è donna solo chi nasce con la suddetta cervice. E questa è una posizione personale, che si può anche discutere ma che non mi impedisce di usare l’appellativo di genere femminile anche con una trans, se lo ritengo opportuno, né tantomeno inficia in generale l’immagine di sé che questa ha.
      Il primo criterio per identificarsi come persona di sesso biologico maschile, ma di genere femminile – qualunque cosa come singoli pensiamo di questo – è la percezione mentale, individuale del proprio corpo e dei propri meccanismi psichici. Non la cervice o, se è per questo, il seno; anche se è indubbio che chi si sente donna pur non essendolo spesso (non sempre) ha la forte necessità di rimodellare il proprio corpo conformemente al genere percepito.

      In breve: il politicamente corretto è ormai divenuto la forma deviata e penosa della vera correttezza, e attenzione all’altro, nella sua specificità.

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  2. A me vengono in mente chissà perché sopratutto giornalisti. Che con la scusa del politicamente corretto si nascondono dietro un dito. I politici li trattano tutti allo stesso modo (sia mafiosi che non, anche se, vista la categoria, effettivamente credo che non ci sarebbe poi troppa differenza).
    …Come quando, non me lo scorderò mai, in una trasmissione di santoro che come tema aveva Chernobyl, da una parte c’era uno che diceva che era stato un vero disastro (un verde), dall’altro un menzognero che aveva la faccia come il culo di sostenere che in fondo aveva fatto pochi morti e non era stato niente di che (non so se perché si era attenuto alle fonti sovietiche dell’epoca, mai vergognosamente rettificate neppure ai giorni nostri, o perché si era prostituito a chi voleva rilanciare il discorso del nucleare in Italia). Per dire: non è democrazia far parlare due persone di idee opposte, se una dice il falso sapendo di dirlo.
    E fanculo i giornalisti, i primi complici del Potere, che non dicono quello che andrebbe detto!

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    1. Infatti quelli non sono giornalisti, sono notai.
      Ad esclusione che sull’esplicitamente illegale e appunto sul politicamente corretto pro-quieto-vivere, non intervengono in nulla, si limitano a certificare un desiderio / pensiero di terze parti.

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  3. Lo dico sempre io che il politicamente corretto è non solo il male del secolo ma anche l’arma di distruzione di massa in mano ai decerebrati più beceri che la società abbia mai prodotto.

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    1. Beceri e violenti anche, perché sono di una cattiveria inaudita e chi non la pensa come loro viene fatto metaforicamente a pezzi (e a volte non solo metaforicamente).

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      1. Cfr.:
        la statua di Montanelli.
        Le Sentinelle in Piedi.
        Il non-concetto di omofobia secondo la legge Zan.
        Il termine “fascista” usato come insulto ad cazzum.
        La Cirinnà insulta i cattolici, perché lei può.
        E nel suo caso non è né reato né sbagliato.
        (continua…)

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    2. Forse non è neppure più esatto parlare solo di politicamente corretto.
      Come ogni dittatura anche il progressismo sdegnato e vittimista ha la propria neolingua, e quelli che inizialmente erano germi di comprensione ed attenzione linguistica verso minoranze o categorie discriminate, sono stati cooptati su questo fronte.

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