Luoghi abbandonati .3: Le ghost town

roghudi - calabria - panoramica

Se dico Sandro Giordano, chi di voi si illumina d’immenso?
Di alcuni lettori già so che lo conoscono.
Per quanto riguarda me, a parte annotare la circostanza carina per cui riassume nel proprio i nomi di due fra le persone più importanti per me (♡), l’ho scoperto lo scorso anno.
Si tratta di un fotografo – questa per me l’attività più interessante – e,  in passato, attore. In qualità di fotografo ha esplorato, fotografato e raccontato nell’omonimo programma andato in onda su Rai5 (qui lo streaming) le ghost town, le città fantasma italiane – pensereste che non ne abbiamo, e che si vedano solo negli scampoli del vecchio West americano, eh?
Invece lo Stivale abbonda di città che gli abitanti han dovuto abbandonare precipitosamente, magari nell’attesa di una ricostruzione mai avvenuta.
Intervallate alle due puntate dedicate alla California e alle isole Svalbard, attraverso le videocamere degli assistenti (sempre a rischio, come la loro guida, di vedersi sbriciolare delle vecchie scale marce sotto i piedi, per dirne una) visitiamo in tutta comodità interi comuni sprofondati in un silenzio irreale, forse, ma a suo modo magico e denso di eco dal passato: Apice, Romagnano al Monte, Roghudi, Gairo, Craco… e poi Poggioreale: sapevate che l’attuale cittadina è stata ricostruita a valle del sito originario, andato distrutto durante il tristemente noto terremoto del Belice del 1968?

“Ci sono paesi che si sono spopolati all’improvviso per eventi naturali, ma il problema sono anche i centri urbani che stanno andando a morire in modo graduale, giorno dopo giorno. Un’agonia sociale quotidiana…”, afferma Giordano in questa intervista.
Forse non occorre, dopotutto, una pandemia con annesso lockdown per spopolare luoghi densamente vissuti fino a poco prima: bastano l’indifferenza, ed il progressivo distacco di chi li frequentava l’un con l’altro, e dalle antiche abitudini di ritrovo comunitario (no, la movida non è la stessa cosa…).

Nell’attesa e nella speranza di poter, un giorno, calcare personalmente i cocci di almeno una di queste suggestive località – e trovarci la “capsula del tempo” preparata dall’autore – converrà mantenere fresca memoria dei percorsi che esse hanno compiuto per arrivare là dove sono arrivate: in qualche modo, al bordo dello spazio-tempo.

pyramiden - svalbard

Altri borghi abbandonati: Monterano (Lazio) – qui uno “speed tour” gentilmente offerto da Paologramma.

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