Che cosa devo fare io, nella presente situazione della chiesa?

Di Leonardo Lugaresi: qui.

“Grande è la confusione sotto il cielo, quindi la situazione è favorevole”, diceva un noto agente della disssoluzione, il quale dal suo punto di vista poteva anche avere ragione. Chi non lavora per Satana, il grande dissolutore, deve pensare all’opposto che la confusione sia un pericolo mortale.

Che il mondo sia confuso è normale, lo è sin dagli inizi e sempre lo sarà. L’entropia sembra però crescere anche nella chiesa, il cui “sistema” ci sta dando l’impressione di evolvere rapidamente ad un grado massimo di disordine, e la cosa più preoccupante è che chi dovrebbe istituzionalmente “sorvegliarlo” (che in greco si dice episkopein) sembra non farci caso o addirittura compiacersene (come quel “grande timoniere” di cui sopra).

In tale situazione, che cosa possiamo (e dobbiamo) fare noi piccoli, che non abbiamo nessuna responsabilità istituzionale (con le conseguenti possibilità di intervento), ma abbiamo una responsabilità personale nei confronti del battesimo che abbiamo ricevuto, di noi stessi e di tutti coloro che dalla nostra testimonianza (che in greco si dice martyrion) possono essere edificati o al contrario scandalizzati?

La buona notizia, paradossalmente, è che la confusione nella chiesa c’è sempre stata: non è dunque lo stato finale dell’entropia di un sistema chiuso le cui trasformazioni irreversibili producono inesorabilmente un aumento del disordine. La chiesa conosceva la confusione anche agli inizi, e dunque non saremo scandalizzati dal disordine della “chiesa iniziale” di oggi. Perché ricordiamoci sempre che il cristianesimo è sempre iniziale, e il suo non è affatto un “sistema chiuso” destinato alla decadenza, bensì aperto all’impulso potente della grazia divina per opera dello Spirito santo.

Conoscendo la confusione, la chiesa apostolica – la cui autocoscienza, indefettibilmente consegnata alla Scrittura nei testi del Nuovo Testamento, è normativa per noi – conosceva anche il rimedio. Ce lo indica, per esempio, San Paolo con questo avvertimento che sembra davvero (ed in effetti è) scritto per noi oggi, 23 ottobre 2020:

«Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro vangelo. In realtà, però, non ce n’è un altro; solo che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!» (Lettera ai Galati, 1, 6-9).

Dicano e facciano quello che vogliono: io so a Chi e che cosa ho creduto. E non c’è nulla di confuso in Colui a cui ho creduto e nell’insegnamento che, per Suo mandato la chiesa mi ha impartito. Di magistero ce n’è quanto ne vogliamo (oltretutto a portata di ogni mano in quel bellissimo e per nulla confuso Catechismo che – Dio l’abbia in gloria! – san Giovanni Paolo II ha donato alla chiesa) e può rispondere, con chiarezza, ad ogni nostra esigenza. Se anche un angelo dal cielo ci predicasse un vangelo diverso da quello che abbiamo ricevuto, sappiamo che cosa fare. Che il bianco sia nero e che il nero sia bianco non lo accetteremo mai. Perinde ac cadaver qui non funziona: siamo vivi, grazie a Dio, e tali vogliamo restare.

19 pensieri riguardo “Che cosa devo fare io, nella presente situazione della chiesa?

  1. Non voglio esprimermi sull’attuale successore di Pietro al trono visto che non lo considero tale (al contrario del suo predecessore), ma mi trovo d’accordo con quanto hai scritto.

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    1. A me Francesco, che inizialmente pur non trovandomi in particolare sintonia con lui valutavo in maniera blandamente positiva, ormai non piace quasi per nulla.
      Non sono sedevacantista, lo ritengo il legittimo papa regnante – posto che BXVI ha tuttora autorità -, ma per fortuna da cattolica so quello che molti non cattolici (spesso anticlericali) non hanno ancora capito: che il papa non deve per forza piacermi. Né tantomeno devo sempre essere d’accordo con quanto afferma, salvo il caso eccezionale dell’ex cathedra. Gli devo rispetto, non ammirazione.
      Che poi l’attuale ennesimo casino rispetto al film col montaggio incriminato dipenda soprattutto da maneggi (e mancate smentite / precisazioni) mediatici, o da un disegno personale di Francesco rispetto alla presunta modernizzazione della Chiesa, è questione interessante ma non fondamentale. M’importa a un livello che sì, conta perché dopotutto di guide credibili e affidabili abbiamo tutti bisogno, e se la Chiesa esiste è proprio perché non basta la coscienza individuale a sbrogliare la matassa della vita. La vicenda, così come le molte precedenti, non è senza conseguenze. Tuttavia non sarebbe fede la mia se non contassi su ben altro.

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  2. Non ho ben capito con chi ce l’aveva l’autore, con Papa Francesco? Vuol dire che i Cardinali in Conclave e lo Spirito Santo si sono sbagliati? 🙂 per fortuna nella Chiesa non c’è democrazia, se votassero i fedeli se ne vedrebbero delle belle…

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    1. A me sembra piuttosto chiaro, e tra i commentatori Lugaresi è tra i più pacati e dotati di cognizione di causa.
      Lo Spirito non sbaglia, ma su singole, anche complesse questioni e scelte il Papa può sbagliare eccome.
      E per la verità, proprio perché la Chiesa non è democratica ma gerarchica il fedele non solo può, ma deve disconoscere l’insegnamento papale qualora questo si ponga in contrasto col magistero straordinario. Come scrive appunto l’autore, insieme ad altre voci lucide.
      Non trattandosi di opinione ma di dottrina, coloro che in questi giorni contestano le affermazioni (errate per quanto manipolate) di Francesco non lo fanno per prendere una posizione personale, ma per ribadire che su determinati fatti non c’è opinione personale valida.

      Insomma, proprio ciò che a te sembra campato per aria è un cristallino esempio di come funziona davvero la Chiesa, e non di una sua deriva popolare.

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      1. Se si tratta di dottrina il Papa non è infallibile? Ma nello specifico cosa avrebbe detto di tanto “scandaloso”, che gli omosessuali hanno diritto ad una legge sulle unioni civili? Per me se ne è fatta una cagnara esagerata, tutto pur di non parlare della “Fratelli tutti”, ma siamo nel 2020, non negli anni ’50, ormai anche tanti cattolici non si scandalizzano affatto. Poi si può discutere e contestare chi si vuole, per carità, io di sicuro non mi sento più cristiano di nessuno, figurarsi del Papa, ma se qualcuno pensa di esserlo, ci mancherebbe…

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        1. No, Gio. Il Papa non è infallibile in quanto tale, qualunque cosa dica, in qualunque circostanza. Lo è se si pronuncia nel magistero “straordinario”, ossia enunciando un dogma, che potrà confluire nel Catechismo. Non lo è se scrive un’enciclica e, men che meno, se esprime un suo pensiero in un’intervista.
          https://it.cathopedia.org/wiki/Magistero

          Nel Vangelo è detto scandaloso, ossia “pietra d’inciampo”, non ciò che (come comunemente pensiamo) indigna un “benpensante”, ma ciò che genera confusione e smarrimento nei fedeli.
          E’ scandaloso che un Papa prospetti le unioni civili (e non semplicemente l’accoglienza di un omosessuale entro la famiglia di origine) perché, pur non parlando di matrimonio, anche volendo impegnarsi in un percorso di convivenza casta è ben difficile portarlo avanti vivendo sotto lo stesso tetto – posto che qualcuno ancora valuti quest’opzione, tra chi invoca appunto che la dottrina riconosca la legittimità delle unioni civili per non dire altro.
          E’ scandaloso perché per la dottrina, per la Chiesa – al di là delle dichiarazioni più e meno estemporanee dei suoi esponenti, che se non aderenti alla dottrina riconosciuta sono da considerarsi false: e questo è compito anche dei fedeli metterlo in luce – la convivenza non è prevista. E’ peccato.
          (Sì, io sto vivendo nel peccato, come si diceva una volta. Posso anche valutare la mia situazione oggettiva con delle attenuanti, rivolgermi a Dio perché veda il bene in una situazione di fatto non buona; ma di certo non pretendo che cambi le regole apposta per me, per mia comodità e serenità).
          E’ scandaloso perché implicitamente avvalla le relazioni omosessuali (non la pulsione omosessuale, che è indipendente dalla volontà di chi la prova, ma la scelta di aderire a quella pulsione e viverla concretamente, se non addirittura di presentarla come cosa positiva, naturale e tesserne le lodi). Le relazioni omosessuali, se qualcuno non se ne fosse accorto, sono peccato mortale. Che un Papa le suggerisca – ancorché, e sbagliando doppiamente, facendo le veci di Cesare ossia parlando a livello “civile” su disposizioni di legge che non toccano l’interesse legittimo della Chiesa a difendere la dottrina, o peggio intaccandole – è terribile, perché per l’appunto è come se il Presidente della Repubblica andasse in tv a sputare sulla Costituzione, dicendo che è malfatta, insufficiente e bisogna agire altrimenti rispetto ai suoi dettami.

          Sono sicura che tu non ti senta superiore a nessuno, in proposito.
          Ma altrettanto bene so che chi sta contestando Francesco in questi termini, al di là della varietà dei modi che possono piacere o meno, nel merito ha ragione e fa nient’altro che il proprio dovere di cristiano.
          Non è questione di sentirsi superiori al Papa, ma di sentirsi autenticamente cristiani. E con questo non dico che vi sia chi può arrogarsi il diritto di rilasciare patenti di cristianità: semplicemente, è cristiano (cattolico) chi crede e anche segue il Vangelo.
          Se questo manca, se si manca di correggere persino il Papa quando sbaglia (che è quanto Cristo stesso chiede), se si pretende di modernizzare ciò che è stato indicato come non alterabile da Cristo stesso, ci si comporta come se si volesse giocare a pallavolo ed usare però i piedi, “perché a me viene così, mi piace di più ed è un modo di giocare come un altro”. (E non mi si venga a dire che Gesù nel Vangelo non dice che l’omosessualità è peccato: questa è banale e vasta ignoranza, la si può correggere ma non su due piedi e certo non senza la volontà dell’ignorante stesso di recuperare seriamente ciò che gli sfugge…).
          In poche parole: Cristo non obbliga nessuno a credere a ciò che ha detto e farlo suo, a seguirlo. Lo si può rifiutare. Ma in tal caso non ci si può definire cristiani, né da non cristiani si può pretendere che la Chiesa faccia i comodi nostri, e si adegui a ciò che noi riteniamo giusto. Il mondo è pieno di “chiese”, non abbiamo che l’imbarazzo della scelta; ma insistere a voler tutto il mondo a propria immagine e somiglianza, beh… è leggermente diabolico.

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        2. Passa questo mondo, passano i secoli, solo Chi Ama, non passerà mai… confesso () che le questioni dottrinali non mi appassionano molto; per me se Dio non è Padre di tutti non è, checché ne dica il Catechismo, fatto da uomini per uomini; il peccato personalmente lo riconosco quando crea del male, ma per fortuna esiste (per chi ci crede ovviamente) la Misericordia. Il bello (o il brutto) della Chiesa è che c’è posto per tutti, anche in uno strapuntino, ovviamente se si è sinceri
          e non si pretende di mettersi in prima fila… sono d’accordo che non si possa pretendere di cambiare le regole per convenienze personali, ma la Chiesa cammina con i tempi, altrimenti saremmo ancora all’Inquisizione… ah, ah, ma che mi fai dire? Mi pare di essere diventato Padre Cantalamessa. Ci manca solo che mi metta a predicare, già di sproloqui ne dico abbastanza! Ciao!!

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  3. Nella pallavolo si possono usare i piedi? Forse sì. O forse lo si poteva fare un tempo e ora no…
    Dirò qualcosa di scontatissimo, che credo vada considerato in questo discorso. Da non cattolico (e sopratutto non credente in nessuna religione), l’apertura del papa agli omosessuali è magnifica, storica, umana. E renderà la religione cattolica ancora più prominente nel mondo di quanto non sia adesso.

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    1. Può darsi. Il paragone naturalmente è imperfetto, ma chiaro.
      Così nell’insegnamento della Chiesa tutte le cose possono evolvere e perfezionarsi, alcune possono cambiare non solo nella forma e nel modo di viverle ma anche nella sostanza, mentre altre no: sono fondanti e costituiscono la radice non estirpabile della “pianta cattolicesimo”.
      La concezione dell’omosessualità (e degli atti impuri in genere) fa parte di quest’ultimo caso.

      Capisco, certo, che per te una (eventuale) svolta, anche solo a parole, sia una cosa positiva.
      Che questo possa rendere più importante la Chiesa, tuttavia, è un errore. Al contrario, oltre a svilirla la rende insignificante (sempre a livello umano, sociale, ma è di questo che parliamo). Nonché innocua, a tutto vantaggio di chi la avversa.

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      1. Tu la vedi così, ma questo è uno di quei casi in cui le conseguenze non sono completamente gestibili e preventivabili. Chi può dire cosa porterarà questa svolta, se sarà un bene anche dal tuo punto di vista, alla fine?
        Di certo, visto che gli omosessuali sono perseguitati in tante parti del mondo, un’apertura simile non può che migliorare le loro condizioni, da subito…

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        1. Certo, non si possono prevedere al millimetro tutti i cascami di una deriva di questo tipo, articolata e alla quale dopo gli input iniziali sono le persone comuni a dare, forse, la maggiore spinta.
          Ma che possa tornare anche a vantaggio mio è escluso: non c’è alcun vero beneficio nel tradimento, e nello svendere se stessi.

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  4. Io, con quello che Lugaresi dice, sono del tutto d’accordo. Su ciò che non dice, bisognerebbe chiedere. Per esempio chiedere: chi è che oggi predica un Vangelo diverso da quello che abbiamo ricevuto? E, secondariamente: che cosa dice questa predicazione?
    Dico questo per amore di chiarezza edesclusivamente in riferimento al post di Lugaresi.

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