libri (ottobre 2020, e un pezzo di settembre)

Fino all’alba – Carole Fives

Trovate qui un commento (non mio) sul libro.
L’ho letto in coda al mese di settembre, trovandolo all’altezza delle aspettative. Concretamente (per il formato e la fluidità narrativa) leggero, moralmente impegnativo, nella sua onesta semplicità.
Si parla di sopravvivenza, amici. C’è un’area grigia, diversa da quella occupata da depressione post-partum e fisiologica ansia per la restrizione delle proprie libertà, dove pascolano irrequiete donne ormai madri che da quando sono tali stanno soffocando.
E qui ce n’è una, se la vogliamo ascoltare.

Un quartiere tranquillo – Caroline Eriksson

A proposito di depressione, la protagonista di questo libro pare soffrirne (in una forma farlocca: infatti basta un mistero-non-mistero, che lei stessa alimenta fino al limite del delirio paranoide, per rialzarla dal suo letto di dolore causa separazione – che per altro si rivelerà temporanea – dal marito).
Dato che si tratta pure di una scrittrice, se i fantasmi non stessero tutti nella sua testa lo segnalerei a Lucius per una delle sue rubriche più carine, ma così non è. Da schivare.

Delitto in Gabon, La linea del deserto
– Georges Simenon

Due racconti lunghi, particolarmente ironici, del mio belga preferito.
Ideali per una tarda serata in un cui non riuscite a prender sonno.

L’estate che ammazzarono Efisia Caddozzu
– Marisa Salabelle

Uno fra i migliori titoli letti questo mese. Non seguo il blog di Marisa, ma la incontro spesso su altre pagine di appassionati lettori. Efisia Caddozzu è un personaggio particolarissimo ma credibile, al centro di una storia inventata ma realistica. E da potenziale macchietta (sarda trapiantata in Toscana; abbandonata dalla madre e dedita alla cura del padre malato; dalla vita apparentemente sacrificata ma solo agli occhi di chi resta a distanza e non sa penetrarla; maestra irreprensibile finita morta in un fosso, vestita da puttana) diventa subito una vecchia conoscente: la seguiamo con passione e interesse dal fosso alla culla, per così dire; e chiudendo l’ultima pagina sappiamo di aver speso bene il nostro tempo.
Per chi lo desiderasse, oltre a prenderlo in prestito, è possibile richiederlo all’autrice (come spiegato nella pagina linkata più su, non è più in commercio).

L’ultima volta che ti ho vista – Alafair Burke

Ottimo thriller di un’autrice che non conoscevo ma, pare, sta riscuotendo successo (tant’è che, essendomi piaciuto, ho appena preso in prestito un secondo suo titolo).
Il contesto è collaudato e rassicurante – la protagonista è un’ex procuratrice distrettuale, ora giornalista d’inchiesta, che coglie l’occasione di un “incontro” inatteso e sconvolgente per fare ordine nel suo passato e, soprattutto, riscattarsi da un madornale errore commesso anni prima, nella sua vita precedente.
Lo svolgimento, tuttavia, è riuscito: molto scorrevole, quasi privo di incongruenze (dopotutto è lecito chiederlo a una scrittrice che è stata a sua volta procuratrice), tensivo e ricco di colpi di scena non banali. Consigliato per un vero, sano relax; e per trascorrere il lockdown a venire con una distrazione valida.

Metropolitana di New York. Un video sgranato, girato col cellulare da un passante, mostra una donna che salva un ragazzo da una caduta fatale sui binari. Una notizia che fa gola ai giornali locali, perché la donna, subito dopo, scompare senza lasciare traccia. Come i suoi colleghi, anche la giornalista McKenna Jordan è a caccia di storie.
D’altra parte, dopo un passato da assistente procuratore distrettuale che non ama ricordare, questa è la sua vita adesso: cercare notizie barcamenandosi tra fonti inaffidabili e scoop passeggeri. Ma quando le capita tra le mani quel video, ciò che vede la lascia senza fiato. In quella donna ancora senza nome, McKenna riconosce qualcuno. Susan Hauptmann.
Un nome che appartiene al passato suo e di suo marito Patrick. Una vecchia amica di cui da dieci anni non si hanno più notizie. Se è lei, e se è ricomparsa, vuol dire che forse vuole essere trovata. Per McKenna è arrivato il momento di cercarla davvero, come nessuno ha mai fatto, e di rintracciare il detective Scanlin, che all’epoca aveva velocemente archiviato il caso. Ben presto McKenna si accorgerà, però, che ci sono molte cose che non ha mai saputo di Susan. Perché non sempre sappiamo tutto di quelli che amiamo di più… 

Il controllo della natura – John McPhee

Un saggio il cui argomento (il predominio forzato dell’uomo sulla natura) è di per sé assai interessante, che però l’autore ha reso un tantinello troppo ridondante e pedante.

La cultura del piagnisteo: La saga del politicamente corretto – Robert Hughes

Un eccellente atto d’accusa contro il politicamente corretto, tratto tipico della moderna sinistra, ma anche della sua controparte destrorsa – denominata con una certa arguzia patriotticamente corretto -, condotto con levità e un’ironia che forse soltanto un forestiero (australiano) emigrato da anni negli States può vantare; e tuttavia brillante e ficcante.
Consigliatissimo a chi crede che esista ancora, a questo mondo, chi è in grado di esprimere opinioni forti, schierarsi, senza con ciò scadere nella parzialità. Un must. E consigliato a chi crede nella politica, intesa come vita pubblica e comunitaria. A breve, un post con alcuni estratti.

In viaggio contromano (The Leisure Seeker)
– Michael Zadoorian

Da questo libro è stato tratto il noto film con Helen Mirren e Donald Sutherland, e forse è stato (anche) per questo motivo che il gruppo di lettura della mia biblioteca l’ha scelto – è un’ipotesi, io l’ultima volta non c’ero.
Finalmente, un titolo interessante e non inflazionato (calcolate che nei primi due incontri si era optato per L’amica geniale e per L’eleganza del riccio…). Nonché molto bello: una voce divertente, irriverente, che racconta del viaggio on the road – per la precisione, lungo la storica e mitica Route 66 – da Detroit a Disneyland di due anziani coniugi, in fuga da medici paternalisti, figli opprimenti e terapie indesiderate (lei ha il cancro, lui l’Alzheimer).
Tra diario di viaggio, memoriale e storia d’amore, è un romanzo che commuove senza infliggere al lettore del pesante patetismo.

Atlantico: grandi battaglie marine, scoperte eroiche, tempeste titaniche e un vasto oceano di un milione di storie – Simon Winchester

Il sottotitolo è intrigante, no? E in effetti nel saggio di Winchester trovate tutto questo ed altro (dalla formazione fisica, nei tempi che furono, dell’oceano più significativo del nostro pianeta alle ipotesi sul suo futuro, che lo vedrà scomparire lentamente così come lentamente è nato).
Ci stanno le battaglie – ho saltato il capitolo, scusate: già da prima a tratti mi stava annoiando, figuriamoci con la storia bellica… -; ci stanno gli uragani , il racconto del loro ciclo vitale e delle trasformazioni che stanno subendo causa cambiamento climatico, oltre ad alcune semplici ma ineludibili considerazioni sul nostro approccio al problema (con Katrina come esempio centrale); ci stanno un capitolo sull’evoluzione delle questioni commerciali (buono) ed un altro sulla letteratura dedicata (banale, un po’ poverello).
Un testo non mediocre dunque, ma medio: più una rassegna con alti e bassi che una disamina approfondita. Lodevole, da leggere però a campione.

Tout les lumieres, Paul Delvaux

Storia degli spettri: fantasmi, medium e case infestate fra scienza e letteratura – Massimo Scotti

Una collezione di aneddoti e analisi storiche, non carente di erudizione e senz’altro rimarchevole, e tuttavia troppo slegata dal tema enunciato in quarta di copertina il quale risulta essere un mero pretesto: di case infestate se ne incontrano ben poche, mentre inaspettatamente nutrito e dettagliato è il racconto, per esempio, dell’origine dello spiritismo classico, e del suo mutarsi in qualcosa di molto più articolato e gravido di istanze anche politico-sociali di stampo abolizionista e femminista – ossia il new spiritualism.
Da tener presente, ma non se si cerca un trattato su abitazioni ed edifici infestati in genere, sia in letteratura sia, soprattutto, nella realtà (e con particolare riferimento al versante giuridico della questione, appena sfiorato dall’autore con un caso datato ma che personalmente vorrei indagare a fondo allo stato attuale).

Il business della fede: Marketing e religione
– Mara Einstein

Pubblicato da Odoya, casa editrice per me nuova, mi sento di consigliare questo saggio (scritto con l’occhio da responsabile di marketing, ma al tempo stesso di privata cittadina: né pesante né pedante), che sfodera una carrellata di fenomeni di più e meno recente attualità “fideistica” e analizza ognuno di essi in termini autenticamente critici: disincantati, ma non cinici, curiosi ma non ingenui.
Si parla in modo chiaro e non pruriginoso della coda lunga della New Age (oggi realtà puramente commerciale), del Centro Cabalistico hollywoodiano e della sua kabbalah tarocca, del Corso Alpha (presente anche in Italia, Brescia compresa), dei moderni tele-predicatori e delle prime megachiese (come Lakewood; che contano fedeli nell’ordine di 15.000 > 40.000 in crescita esponenziale), già affiancate da altre, più nuove, congregazioni enormi, aconfessionali e acritiche nella loro finalità consolatoria e fiabistica (Hillsong, per esempio, cfr. alla voce Bieber, Justin).
Fondamentale anche la parte dedicata al rapporto controverso tra politici conservatori e movimenti evangelici nell’odierna America.

La Contessa: La scandalosa vita di Giò Stajano
– Giovanni Ciacci

Librino semi-biografico (parte delle vicende raccontate sono dichiaratamente false, parte invece vere ed iconiche), leggero e festante come pare sia stato Stajano (all’anagrafe Gioacchino Stajano Starace Conte Briganti di Panico); paragonabile alle biografie edulcorate ed ultra-sintetiche delle riviste di gossip – ma scritta meglio, con una buona commistione tra verve e levità.
Un’esistenza, quella della Contessa, non certo condivisibile – anche se ammirabile lo sarà per molti, stante che è stato protagonista indiscusso di una lunga e spesso rinnovata stagione di celebrità, e che per dirne una ha ispirato con un suo gesto la famosa scena del bagno nella fontana de La Dolce Vita, oltre che il nome assunto dalle maglie a collo alto.
Un’esistenza ed un pensiero tuttavia che mi pare meritino più attenzione, magari scoprendoli presso una fonte più indicata all’approfondimento, mentre Ciacci può andar benissimo per un primo approccio. E naturalmente dagli stessi scritti di Stajano.

12 pensieri riguardo “libri (ottobre 2020, e un pezzo di settembre)

  1. Mmmm intrigante quella storia della tizia coi fantasmi in testa, potrebbe essere una “deriva” del mio ciclo, chissà 😛
    Adoro lo stile di Simon Winchester, ho letto il suo “L’assassino più colto del mondo” sugli autori del primo dizionario di lingua inglese (da cui un film dimenticabile con Mel Gibson) e l’ho adorato.

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  2. (Ai lettori del blog)
    …Non so come faccia a leggere così tanto! Io la vedo, sì, sempre con un libro (diverso) in mano che sembra leggiucchiare (pure lentamente), alternare i libri più disparati e diversi tra loro, saggi, romanzi… rifornirsi a manciate di sempre libri nuovi in biblioteca per prenderne subito altri (a tal proposito ha fatto fare la tessera pure a me, così lei ne può prendere di più!)… Sta di fatto che questa qui ha la media di un libro letto ogni due giorni, e non si parla solo di libricini, affatto! Delle volte son mattoni di centinaia di pagine! Questa qui legge dalla mattina alla sera! E io, che sto ricominciando a leggere da poco, mi debbo accontentare delle mie misere 20 paginette al giorno…

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    1. Una dieta varia fa bene 🙂
      Di L’ultimo dei santi lessi la tua recensione, ed è grazie a quella che l’ho “scoperta”.
      E Zadoorian è stato una bella sorpresa. La Marcos y Marcos sa scovare delle belle chicche.

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