film (novembre 2020) – pt. I

Il divo – Paolo Sorrentino

Caruccio, particolare. Sorrentino resta un regista con uno stile con cui non mi trovo in sintonia, ma il prodotto, per quel poco che ne posso capire di cinema e storia politica, merita.

Il sorpasso – Dino Risi

Classicone che avevo visto solo a brani, incluso l’emblematico e drastico finale che, però, avevo obliato (meglio: l’ho potuto godere come la prima volta).
Da vedere. Punto. Anche solo per sputtanare quei tipi da circo che ti invadono la vita, te la stravolgono senza che tu possa dire bah, e alle tante riescono persino a sfracellartela.

L’inquilino del terzo piano – Roman Polanski

Wow. Mica me l’aspettavo, una figata così.
C’è una vita normale, quasi banale, un po’ infastidita da persone troppo vivaci e compagnone e piene di sé (come la mia). C’è che questa vita un passettino alla volta si muta in un puzzle confuso, in un incendio, in una follia – che impedisce fino all’ultimo, e forse la nega persino in quell’estremo frangente – la comprensione di cosa sta accadendo, è accaduto.
Dai dissidi tra vicini di casa al travestitismo (in apparenza forzato da elementi psico-soprannaturali), dritti al suicidio passando per un clamoroso dubbio di soggettiva e temporale; un biglietto di sola andata per l’ansia da lockdown: siamo tutti inquilini di un fantasmatico terzo piano dal quale non possiamo evadere.

Il signore del male – John Carpenter

Oh Gesù. Oh Gesù. oh Gesùùùùù… ma che ha fatto Carpenter, s’è calato un acido e poi s’è proposto di distruggere a suon mazze chiodate e un Satana inverosimile e ridicolo il proprio buon nome? E perché, di grazia, perché???
No, non intendo parlarne. Ogni sostantivo e/o aggettivo sarebbero inadeguati ad insultare come Dio comanda questa roba.

Rose Red – Craig R. Baxley [miniserie]

E’ una miniserie in tre puntate, ma la considero un film perché l’abbiamo vista con tempi nostri, senz’altro nel mezzo.
L’inizio, cioè quasi tutta la prima parte, è promettente e stimolante. Purtroppo, però, presto la sceneggiatura inizia a sbandare e perdere direzione, oltre che mordente: proprio quando si entra nel cuore della vicenda, il gruppo di soggetti dotati di poteri paranormali, invece di entrare liberamente in contatto con la casa infestata nella quale stanno effettuando una spedizione di ricerca (la Rose Red del titolo), cominciano a spaventarsi per un nonnulla ed a rifuggire, addirittura, a volte con noncuranza, qualsiasi fenomeno gli si presenti seppur banale; divenendo involontariamente comici.
Francamente il personaggio più riuscito (forse l’unico) trovo sia Joyce Reardon, la docente universitaria passata da una carriera esemplare alla dubbia fama di fissata con la parapsicologia: è sfaccettato, meno prevedibile, e già pregust(av)o il giorno in cui l’avrei ri-scoperto fra le pagine di King – la serie infatti non è stata tratta da un suo romanzo, come credevo, bensì esce direttamente per la tv: è tutta farina del suo sacco, un sacco che però s’è rotto quando ebbe il famoso incidente.
A ruota la segue il fattorino che consegna la pizza la prima sera di permanenza, sfacciatello e un po’ finto scemotto: lo stesso King in uno dei suoi cameo… il vero alloro però andrebbe di diritto alla Winchester House che ha ispirato la struttura della magione maledetta (e sempre in procinto di cambiare autonomamente la propria planimetria).

Return to sender – Fouad Mikati

Brava, bella e psicopatica Rosamund Pike. Ma di film di questo stampo, in cui il disagio dilaga, ormai ne ho visti la mia quota – passo.

12 pensieri riguardo “film (novembre 2020) – pt. I

  1. «Siamo tutti inquilini di un fantasmatico terzo piano dal quale non possiamo evadere»: questa è una frase da segnarsi nel diario ^_^
    Film potente e destabilizzante, con quel discorso che mi è rimasto impresso (se mi tagliano un braccio ci sono io e il mio braccio, ma se mi tagliano la testa?), e visto che proviene da un romanzo nero francese anni Sessanta è il simbolo perfetto di quella dissacrazione corporale in cui i francesi dell’epoca hanno dettato legge (innaturale).
    Rosamund Pike ormai mi mette ansia, non la posso più vedere: ha interpretato donne crudeli in modo così perfetto che, con occhi così spietati, che cerco di evitarla da allora. E’ troppo cattiva per limitarsi a recitare: per me è così lei! 😀

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  2. Però proprio una serie di film molto belli. Il divo penso sia uno dei migliori di Sorrentino. Lui ha una regia incredibile ma neanche io mi ritrovo bene con il suo stile che a volte tende a dare molta più forma che sostanza. Io adoro il Signore del Male, è un film molto interessante e intelligente sulla metafisica, un film molto particolare che esce dagli schemi dello stesso regista anche per il fatto che parlano spesso, spiegando molti concetti interessanti e mettendo in dubbio tutto ciò in cui crediamo.

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    1. Uh, io i discorsi che si fanno (addosso) in quel film di Carpenter li ho trovati oltremodo insensati ed incasinati… ma chissà, se l’avessi visto anni e anni fa magari mi sarei lasciata affascinare (forse).

      Sorrentino mi fa pensare ad una galleria degli specchi, di quelle da luna park: dà la sensazione di una visione deformata della realtà, non tanto falsa ma adattata per ingigantire alcuni elementi e “nanizzarne” altri.
      Per questo pur non amandolo lo trovo interessante.

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  3. Il divo. Prima visione restai sconvolto. Seconda visioni mi sono chiesto: ma che roba e’ questa schifezza? Di solito mi capita con tutti i film di Sorrentino. Credo sia un regista molto tecnico e molto superficiale. Ottime cornici e confezioni, stringi stringi, poco costrutto. Su Sorpasso e su Inquilino del terzo piano, totalmente d’accordo con te.

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