La sola cosa che ci appartiene, che è veramente nostra – spiega Fulton Sheen – è la libera volontà di scegliere oppure rifiutare Dio, di aderire a ciò che Lui ci propone per la nostra vita oppure declinare, agendo diversamente.
Una sola cosa, eppure la più grande. Conseguentemente, il più grande atto di libertà – e il più grande dono possibile da parte dell’uomo – è proprio la remissione della propria libertà di scelta nelle mani del Signore, la spontanea donazione di sé per la realizzazione del Suo disegno (il quale, per chi vive una fede perfetta, coincide in modo esatto con la propria personale realizzazione, compiutezza, col massimo grado di soddisfazione della propria natura).
Per limitata e manchevole mi sappia e mi senta in quanto essere creato, questa semplice consapevolezza mi eleva al di sopra di tutto il mio passato in cui essa mi sfuggiva.
Al tempo stesso mi lascia col culo a terra, troppo stupita e in preda a risa di gioia isterica – come chiunque abbia vinto la lotteria – per concludere un post in maniera intelligente e degna.
Secondo me, quella di Dio, in Cristo, non è più una proposta a cui aderire, ma un dono a cui aprirsi.
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Sì, è così. Anche se poi le due cose sono contigue (antico e nuovo testamento) e non in contrasto.
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