libri (dicembre 2020)

Breviario per un confuso presente
– Corrado Augias

L’ho preso in prestito per variare la dieta, perché non lo leggo né seguo in televisione da eoni; ma l’ho subito restituito: è insulso, privo di consistenza e di scopo, in una parola: inutile.
Bellissima la copertina, purtroppo avevo letto titolo e autore dell’opera ma li ho subito scordati: se non me lo scrivo, io dimentico inesorabilmente.

Una donna e altri animali – Brunella Gasperini [kindle]

Un’autobio(zoo)grafia romanzata molto divertente per una scrittrice misconosciuta, solitamente associata con l’editoria “rosa” e la classica posta del cuore, che invece ho scoperto subito essere lieve, ironica, interessante. Da approfondire.
Per altro credevo che quest’omaggio dell’Arrotino fosse non casuale, essendo la Gasperini di famiglia, e lei stessa, anarchica; pare sia stato un caso ma, comunque, una coincidenza che mi fa sorridere.

Da Parigi alla Luna – Adam Gopnik [kindle]

Si tratta di una raccolta di brevi saggi, tra il reportage e la considerazione personale – più alcuni brani di diario – dell’autore, americano di origine canadese trapiantato insieme a moglie e figlio neonato (per loro volontà) nella capitale francese.
Uno sguardo lucido e sagace su due realtà parallele, che spazia tra il carattere nazionale, la politica (e soprattutto la rigida venerazione per la burocrazia amministrativa), la cucina (vissuta in prima persona), le impostazioni culturali che dominano il tempo libero e, anche, la moda e lo sport.

Io, lei e Manhattan – Adam Gopnik [kindle]

Letto subito dopo Da Parigi alla luna – ma precedente a questo in ordine cronologico – mi ha restituito intatto lo stile dell’autore, americano di origine canadese, recentissima scoperta: cambia solo il contenuto dell’esperienza narrata, cioè i primi anni di convivenza nella Grande Mela con la neosposa Martha; densi di giovinezza e immaturità.
Le tematiche di questo altro carosello di discettazioni socio-culturali, per lo più, sono le medesime (vi compare in aggiunta l’arte, il suo studio ed il suo mercato). Lui le definisce, centrando il punto, “piccole antropologie comparate”. Dal versante privato confluisce materiale sempre abilmente trattato per condurre a riflessioni di interesse comune se non pubblico: una di quelle che più mi hanno colpito è stata la rivisitazione della nota massima tolstoijana in incipit ad Anna Karenina, secondo la quale tutte le famiglie felici si somigliano, mentre le infelici lo sono ciascuna a suo modo; per cui: in ogni matrimonio infelice si litiga per molte differenti cose, mentre nei matrimoni felici si litiga pur sempre, ma di norma per un’unica, insistita e pervicace motivazione. Nel loro caso, si tratta del cibo… e, ahem, l’ho trovato significativo per me e l’Arrotino.

Un grazie speciale all’Etrusco per questi ed altri libri.

Il sistema periodico – Primo Levi

Raccolta di racconti autobiografici del chimico-scrittore torinese, ciascuno dei quali intitolato ad un significativo elemento della tavola periodica che si lega alle vicende.
In molti ho ritrovato ciò che amo di lui, cioè l’attenzione e la forma mentis materica, forgiata sulla concretezza e la solidità del lavoro manuale o comunque pratico.
Altri mi hanno stupito, come il primo, che parla dei rapporti tra ebrei piemontesi e goyim, e della lingua segreta sviluppata dagli uni per tutelarsi e velare le proprie conversazioni agli altri: persino con un accenno rapido ma netto al presunto politeismo cristiano (!). Certamente mi ha fatto sperimentare un punto di vista da “esterna e straniera” all’ebraismo più motivato e reale che non teorico e formale.
C’è infine un riferimento a Sandro Delmastro, che proprio attraverso queste pagine mi era stato presentato su un blog che un tempo leggevo.
Era esaltante cercare e trovare, o creare, la parola giusta, cioè commisurata, breve e forte; ricavare le cose dal ricordo, e descriverle col massimo rigore e il minimo ingombro“. Così delinea Levi l’atto di scrivere, e in particolare di scrivere della catastrofe di Auschwitz, e come non innamorarsi di questa epifania a sua volta sintetica, esatta e forte?
I miei racconti preferiti sono stati quelli dedicati al nichel (il lavoro nelle cave), al fosforo (la strana fabbrica di estratti ormonali e Giulia), al cromo (la fabbrica di vernici con quelle da recuperare); allo zolfo al titanio ed all’arsenico sono poi dedicati brevi racconti anche d’una pagina sola, ma molto belli; e per concludere il vanadio rievoca un contatto inatteso tra il passato nel lager ed il presente commerciale.
Nella raccolta compaiono anche tre racconti di fantasia: piombo e mercurio li ho lasciati cadere, non mi piacevano; l’ultimo, che chiude il libro, è invece a proposito del carbonio, quasi una piccola semi-fiction che accompagna il ciclo di vita di una molecola, anzi d’un atomo, mostrandocela con chiarezza e levità.

Il rito: Storia vera di un esorcista di oggi
– Matt Baglio

Una semplice, ma ottima inchiesta sul rito esorcistico e tutti i suoi annessi e connessi, condotta sulla scorta del resoconto formativo di padre Gary Thomas, sacerdote americano (e per questo tanto più estraneo all’idea stessa dell’esistenza concreta del diavolo) inviato dal proprio vescovo a seguire un corso apposito a Roma.
E’ l’ideale, trovo, per chi un’infarinatura sulla questione già l’ha, ma vorrebbe fare il punto in modo più preciso – salvo un paio di svarioni su cose minori, per esempio di cronaca (la vicenda delle Bestie di Satana), l’autore si è adoperato per fornire un quadro corretto, non approssimativo, ortodosso e di conseguenza tutt’altro che sensazionalistico del rito in sé (come viene amministrato, con quali limiti e norme), della situazione (quasi)-attuale nel mondo (ho scoperto con un certo disagio che in Germania NON esistono esorcisti…), e non meno importante dell’interazione, sotto diversi profili, tra fede e scienza, nello specifico: tra liturgia e medicina, psichiatria in particolare.
Se possibile, mi ha fatto amare ancora di più la Chiesa in questa sua particolare branca che, al di là dei casi di possessione (molto più frequenti di quanto si creda, ed al contempo molto meno spettacolari e fuor dell’ordinario di come vengono dipinti), avrebbe moltissimo da insegnare.
(Leggo che avrebbe “ispirato” l’omonimo film con Hopkins. Difficile trasporre un saggio in storia romanzata, in ogni caso l’ho visto e trovato migliore del previsto. Ne ricordo però non molto, dunque non ne dirò nulla, e consiglio di tener ben separati i due prodotti).

(Fotografia come scelta di vita) – Letizia Battaglia

Un buon catalogo per una delle (immagino tante) mostre dedicate all’artista, che da tempo mi incuriosisce. (Lo so, se mi sentisse dire “artista” inorridirebbe, ma per me la fotografia è arte e chi la pratica con un minimo di criterio è già un artista, ergo…).
Non per tutti i soggetti ritratti condivido un interesse, ma questo è un incidente collaterale: la sostanza è valida e la approfondirò senz’altro. Nel frattempo, ho salvato qualche scatto alle pagine con l’intenzione di commentare alcune delle foto.

La signora Berta Garlan – Arthur Schnitzler

Primo libro di quest’autore che leggo. Ha un bello stile, fluido e pulito: non lascia dubbi e non stimola riflessioni troppo arzigogolate. Mi ha dato spunto per questo post.

In Patagonia – Bruce Chatwin

Non l’avevo mai letto, e nonostante sia ben lontana dall’essere una vera lettrice di viaggio, i reportage ed i diari a tema mi appassionano – laddove non mi sognerei neppure di sfogliare una guida e progettare una partenza.

L’ombra dello scorpione – Stephen King

Sì, di nuovo. Solo per dire che finalmente, questo mese (dopo almeno altri cinque o sei) l’ho terminato (ho letto le ultime 300 pagine). E’ stata una lunga cavalcata, ma ne è valsa la pena – anche se per quanto mi riguarda non lo considero comunque il miglior romanzo di King: c’è decisamente altro che lo sorpassa, a cominciare da It che, altrettanto lungo, ha un’andatura più sostenuta.
Ho apprezzato la buona accuratezza con cui ha trattato le questioni teologiche, senza appesantire o complicare la narrazione.

Zia Mame – Patrick Dennis

Chiudo il mese e l’anno con un divertente, scorrevole e non impegnativo romanzo-memoir, che vede protagonista la famigerata Mame Dennis, zia dell’autore e sua parente adottiva in seguito alla morte di entrambi i genitori, vulcanica ed eclettica girandola sempre pronta a dar scandalo (pur con le migliori intenzioni) ed a lanciarsi in nuove avventure – una per capitolo.
Consigliato a chi voglia posare per un po’ il carico di preoccupazioni ed alleggerire la mente. E pare esista (almeno) un altro libro dedicato alla Zia: Intorno al mondo con Zia Mame; lo vedo tra le immagini su Google. Prendo nota.

Grazie all’Arrotino, che ne conserva una piccola biblioteca, questo mese ho letto anche parecchi fumetti, per i quali ho previsto un post a parte – che pubblicherò più tardi in giornata.

13 pensieri riguardo “libri (dicembre 2020)

    1. Oh, cavolo. Pensare che io l’ho adorato… ma è stato anni fa. E poi gli alieni, cribbio, sono tra le cose che mi angosciano di più, brrr!
      Pensa che io lo vorrei rileggere quest’anno…

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  1. AUGIAS è un pessimo scrittore.
    Leggerò sicuramente Brunella Gasperini. 🙂
    Piacevano anche a me quei raccontini di Primo Levi, (quando torno su lo leggerò). Mi ha colpito il suo stile asciutto ma efficacissimo unito con la sua impostazione matematico-fisica. Devo approfondire questo autore, non banale.

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