
Sono appena tornata a casa a Brescia, dopo tre settimane romane, e in un venerdì mattina di sole scendo a ritirare la posta arretrata.
Al cancello mi viene incontro la vicina che sta uscendo per la spesa, le chiedo se per caso ha tenuto da parte altro per me che non entrava nella cassetta; ma no: niente.
Comincio allora a fare un cumulo di bollette, avvisi e altre buste, poi passo al cestone per la pubblicità: c’è il notiziario comunale e diverse altre riviste, più che volantini, ciascuna avvolta in uno strato di cellophane. Le raccolgo tutte e le ammonticchio con il resto.
Inserisco il pacchetto di carta in un contenitore A4 di plastica, di quelli col bottoncino – cosa che ho deciso farò anche nella realtà, al mio ritorno: cioè domani – e camminando lungo il vialetto pregusto il momento godurioso in cui passerò le comunicazioni in rassegna, scarterò gli involucri e ordinerò ciò che va conservato sulla scrivania.
Bello guardare in casella e trovarla piena…
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Oh, tanto bello 💕
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È sempre una bella sensazione aprire la posta… peccato che scrivere cartoline e lettere non si usi più.
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Alla fine l’ho ritirata, iersera; meno nutrita del previsto, ma comunque soddisfacente 😉
Di lettere ne scrivo poche – ormai mi manca la materia prima, ossia persone che a loro volta ne scrivano, i contatti si sono interrotti o diradati per cause varie – mentre le cartoline natalizie sono un must: di nuovo, quest’anno poche (4) perché pochi le meritavano e per stanchezza.
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Io ho smesso da un po’ di scriverne (e anche di riceverne, per la verità), è un peccato.
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