Secondo la Corte Costituzionale, “l’attuale quadro giuridico non assicura piena tutela agli interessi del bambino nato con questa tecnica [la maternità surrogata]”.
È fuor di dubbio.
Del resto, non si capisce come potrebbero mai coesistere il «divieto penalmente sanzionato, posto all’utero in affitto» e una «piena tutela degli interessi del bambino» nato grazie a questa pratica; come chiarisce Francesco Borgonovo su La Verità.
È tanto semplice:
primo, secondo le parole di Nicola Zanon, membro della medesima Corte, “anziché occuparsi di «nuovi diritti», magari pescati dagli articoli di giornale, la Corte dovrebbe stabilire cosa c’è davvero nella Costituzione, «non già quel che oggi ci piacerebbe che essa dicesse, sulla base di improbabili letture “dinamiche”.
Secondo, dal momento la pratica in questione è – assai giustamente – reato, se dopo averne “beneficiato” due persone invece di crescere all’estero il frutto della loro ostinazione, là dove gli è consentito, pretendono di farlo in Italia come nulla fosse, che venga loro tolto il bambino e sia affidato a chi, parimenti NON genitore del piccolo, dimostri d’aver maggior cura del suo interesse e benessere.
La legislazione surrogata, affidata obtorto collo alla magistratura per operazioni di saltafosso costituzionale, è uno stupro della democrazia tanto quanto la maternità surrogata di massa è uno stupro della genitorialità.
D’accordissimo.
Il miglior interesse del bambino che è stato venduto come un oggetto è quello di essere affidato a persone che non lo considerano come un oggetto.
E il paragone con lo stupro ci sta tutto. Brutale ma vero.
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Purtroppo, sì.
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Assolutamente sì.
Ma nella nostra società ormai si considera tutto proprietà e non dono.
Stiamo uccidendo Dio Creatore.
Buona domenica!
Vicky
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Buona domenica, Vicky 🙂
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