Non è una provocazione, non è un’uscita estemporanea da bastian contraria dei social e della rete in generale, non è nemmeno un’iperbole: a me i medici fanno davvero, e proprio tanto, schifo.
Non mi piace nemmeno la retorica. Non sono tutti uguali, è vero; ma questo è sottinteso e non ammorbidisce di una virgola il fatto che in ambito sanitario come in diversi altri, nella società che tutti noi conosciamo, chi vale qualcosa sul serio è risospinto indietro nella mediocrità, vige la legge della giungla e chi non ha una corazza resistentissima agli urti della stupidità, della cattiveria e della pochezza umane cede, si perde, rinuncia. Vincono i mostri.
Con buona pace dell’incensatura pubblica e generale della categoria (medici, infermieri, ausiliari) nata dalla pandemia come uno dei tanti crolli morali-virali del periodo, i medici fanno schifo e non sono certo migliorati grazie alla pressione lavorativa, politica e personale che vivono – direi piuttosto il contrario: ciò che nasce come aceto non si trasforma in vino nel tempo.
Non è l’umanità da spot pubblicitario, non sono i modi garbati che sappiamo non guastare ma no, non sono quelli, non è una pretesa di assertività che in realtà è solo un gioco ad imbonire il paziente; ciò di cui lamento la mancanza.
Semplice rispetto, personale prima che professionale. Un grado minimo di umiltà per sapere che un titolo di studio non separa il medico dalla plebe in maniera ontologica, gli dà soltanto (quando sappia approfittarne) competenze in più, ma soprattutto per non dare per scontato che chi ha di fronte non ne disponga di adeguate e sufficienti per un confronto paritario. Intelligenza, cioè capacità di penetrare la pelle delle parole, delle espressioni, dei contesti, delle circostanze, delle sfumature, delle variabili; un’interfaccia ampia, interconnessa, sensibile e specifica come richiesto ad un test diagnostico.
Sono elementi fondamentali, strettamente necessari, non optional gadget extra-benefit per chi ha fortuna.
Io, che ho una discreta formazione, esperienza, costanza, tenacia, un livello cognitivo non disprezzabile ed un’età che rende generalmente tutto più facile, una salute precaria ma ancora sufficiente a consentirmi di difendermi, in qualche modo la sfango (pur soffrendo tremendamente, delle brutture che vengono rivendute come eccellenze, dell’atteggiamento e del comportamento miserabile dei sanitari e nondimeno dei gravi danni che questi procurano con tanta liberalità).
La vecchietta, il paziente sordo, il bambino, il disabile, ma che dico: l’adulto essenzialmente sano con un problema temporaneo e contingente e però poco meno che pronto, reattivo, eternamente sul pezzo con le orecchie tese e l’occhio fuor dall’orbita tipo mastino a caccia, con meno informazioni, meno cognizioni, meno esatte o, anche, con un eloquio meno guizzante e specializzato, forbito, scattante (velenoso), invece?
Umiliazioni, vessazioni, sfruttamento di pazienti e strutture e sistemi a scopo di lucro, danni permanenti passati sotto silenzio, la morte procurata rimasta impunita. Ecco il frutto dei medici. Non sono eroi, sono i mercenari (quando va bene) oppure gli assassini per piacere (quando va male) che gli eroi li massacrano.
Cazzo!…
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Cioè, fanno schifo al c.? Esatto.
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Apperó, pane al pane vino al vino.
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Vomito al vomito, melena alla melena… per restare in tema.
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Sulla sanità in generale, in questo periodo, ci sarebbe da discutere.
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Non c’è dubbio. Oggi più di ieri, ma solo perché già ieri stava messa male.
Per quanto l’ambiente in cui si opera ci influenzi e limiti, inevitabilmente, le scelte quotidiane di un medico non possono comunque essere giustificate dall’andazzo del settore; parliamo di microazioni o impostazioni che non vi hanno alcun nesso.
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Sono d’accordo. Fortunatamente non ho maturato grande esperienza nel contatto con la classe medica. Ma mi è capitato di essere trattato con supponenza da persone che di diverso da me avevano solo qualche anno di studio in più.
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Ci sono Dottori e ominicchi con un foglio di carta che dice che dovrebbero capirne di medicina ma in realtà dovrebbero ridare l’esame di quinta elementare oltre che di educazione civica e personale.
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Urca, sei arrabbiatissima. Da parte mia posso dire che da una parte i medici “di famiglia” (ma de che? Forse nei paesi, ma nelle città non conoscono nemmeno i propri assistiti) da tempo sono diventati impiegati, grazie anche a leggi e regole demenziali, e gli specialisti guardano il loro pezzetto e basta. Entrambi con pochissima autocritica, quando hanno in mente una diagnosi anche di fronte all’evidenza di aver sbagliato non si schiodano. Non tutti, eh, per carità, ma nemmeno pochi.
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Braccia rubate alla nettezza urbana (‘ché l’agricoltura è cosa nobile).
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…E la cosa brutta è che tutto questo è Sistema!, ovvero è più facile imbattersi in un medico supponentemente stronzo che il contrario. E questo viene da lontano… Dalle multinazionali del farmaco e dalle pressioni sui governi, dai santoni-stregoni dell’antichità (dal Paganesimo!) e ovviamente dal Potere, che, da che mondo e mondo, ha sempre dato alla testa in chi lo esercita.
Mi dai l’occasione per riprendere in mano un racconto (vero) di un cardiologo (coglione) che incontrai una volta. Quando penso a quella visita ancora mi infurio… Lo pubblicherò presto.
Comunque per consolarti posso dirti una cosa: questa gente così misera poi lo paga il conto della propria stoltezza e stronzagine [non so se ho dimenticato una “g” nella parola precedente]. Lo paga nella vita privata, perché chi semina raccoglie. Questi medici avranno intorno a loro persone parimenti stronze che prima o poi li accoltelleranno alla schiena. Oppure è bello pensare che un giorno anche loro saranno “pazienti” e, costretti ad affidarsi alle cure di un altro medico, patiranno quello che loro hanno sempre inferto ai loro pazienti.
3:-)
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A qualcuno di loro succede davvero.
Ma sono rari pure quelli, e pochi li ascoltano – per lo più chi già sapeva cosa significa finire nella macina, cioè i soliti pazienti.
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Purtroppo credo che molto di noi hanno avuto esperienze deludenti con molti dottori. Per esempio è deludente il fatto che debbano essere i pazienti a “supplicare” per poter fare visite specialistiche, perchè i medici, per guadagnare di più, non vogliono prescriverle. Inoltre molti “specialisti”, anche privati, non si preoccupano affatto di scoprire le cause dei malesseri ma si limitano solo a prescrivere montagne di farmaci, senza neanche controllare le interazioni tra i farmaci. Un disastro totale. Se ne salvano davvero pochissimi purtroppo. 😕
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Purtroppo ne ho trovato solo qualcuno buono, altri cercavano di far passare con supponenza le loro supposizioni per verità scolpita in marmo, m’hanno fatto perdere tanto tempo prima di una diagnosi trovata altrove, anni inutili. Per fortuna non era nulla di mortale.
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Ecco, quello. Tempo, energie, vita buttate, ma spesso non per una diagnosi su malattia rara, difficile, bensì su banalità per mera disattenzione, incuria, superficialità e persino noia.
E quando va bene, puoi raccontarlo nei blog o fondare associazioni.
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Verissimo.
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Come non darti ragione? Scrissi un breve racconto, di taglio drammatico, dove compariva la figura di un medico – tra l’altro tratta da una personalità reale – e devo dirti che, ciò a cui hai pensato e che hai espresso, mi trova d’accordo.
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