La natura assorbita in misura robusta, in dosi tutt’altro che omeopatiche, spazza le nostre strade neuronali come il vento teso e tenace di oggi pomeriggio. Soffi fischianti e campanelle squillanti si intrecciano nell’aria tersa, con poche e magre nuvole a spezzare la monotonia finto estiva.
I nastri biancorossi che delimitano i giochi nel parco sono ora serpentelli mosci stesi a terra, che di tanto in tanto danno un guizzo improvviso, uno strappo casuale. Un ristretto stormo di uccelli li sovrasta e se li lascia dietro senza fatica.

Opera di Aniela Sobieski, per la quale ringrazio Barbara Picci
sono comparsi ovunque
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I nastri di delimitazione o gli uccelli? 😉
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i nastri di delimitazione…
gli stormi di cornacchie fatte arrivare in città per eliminare il problema piccioni ha ridotto drasticamente il numero… dei pettirossi e dei passerotti
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Oh! Mi ca lo sapevo. Peccato. Però devo dire che le cornacchie le adoro spassionatamente. Non solo per l’intelligenza, ma anche per il… profilo. Non saranno eleganti come le gazze, ma son pur sempre cugine e si vede.
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Che dire… Craaa! 😀
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…gli uccelli ci sopravviveranno sempre
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❤
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Io c’ero. 🙂
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Aha!
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