Vi presento le Bestiole di Satana

Ho accennato nel precedente post alla presenza, in casa, di due ospiti pelose in cerca di una buona adozione.
La cosa è nata da una di quelle fortunate congiunture astrali, che ha visto la mia voglia di compagnia d’un animale domestico, le riflessioni in merito presto virate dal maialetto al coniglietto, l’avviso di richiesta di stallo temporaneo da parte di un’associazione-rifugio (dedicato esclusivamente ai lagomorfi più smorfiosi che esistano) giratomi da un’amica speciale, appassionata di animali e a sua volta padroncina d’una coniglietta, e infine la mia totale libertà agostana unirsi.
Insomma, detto con meno subordinate: ho accettato di accogliere da me, “in stallo” come si suol dire cioè in appoggio, le due piccole profughe. Purtroppo i rifugi, di qualsiasi specie animale, sono spesso e volentieri strapieni (durante l’estate come immaginerete lo sono sempre, allo stremo), e han bisogno di un aiuto esterno per collocare i loro piccoli accuditi fino a che non trovino famiglia – e non per tutti, ahiloro, accade.
Il rifugio di Leo mi chiede di tenerle con me finché possibile, alimentarle e curarle nei bisogni quotidiani; mentre eventuali (ma improbabili, in questo caso) spese veterinarie per controlli o interventi sono coperte dall’associazione. Mi ha anche garantito una staffetta dal luogo in cui si trovavano in quel periodo fino a casa mia, avendo spiegato che non mi era facile spostarmi dalla città: pure questo “servizio” (non a me s’intende, bensì alle pelose), molto frequente, è portato avanti dalle volontarie allo scopo di garantir loro tutto il necessario.
Le realtà da cui provengono i conigli in rifugio sono varie, soprattutto si tratta di abbandoni (superficiali o ben consci e indifferenti all’incapacità di un coniglio domestico di sopravvivere da sé all’aperto, allo stato selvatico che la cattività ha obliato), oppure delle cosiddette “cessioni di proprietà”: persone che dopo aver preso con sé, spesso acquistandolo, un coniglio si trovano a non riuscire a gestirlo, a pentirsi d’averlo scelto o addirittura (ebbene sì, niente di nuovo sotto il sole) a volersene disfare per andare comodamente in vacanza. Di questi ultimi non diciamo nulla, per pietà.
Esistono poi i casi di cattiva gestione o persino maltrattamenti, che richiedono di agire per vie anche legali e che conosco poco – ma chi di noi non ha mai saputo d’un cane legato perennemente alla catena, di gatti presi di mira dai minori di casa o più semplicemente di roditori, tartarughe, specie esotiche o pappagalli acquistati per piacere più che per amore, e tenuti in condizioni disgraziate?

La “buona gestione” richiesta ad un adottante, al quale verrà consegnato il coniglio scelto per un periodo di pre-affido e valutazione, consiste in poche ma fondamentali cose:
🐰 conoscere l’alimentazione corretta da seguire.
Nulla di trascendentale, tranquilli, ma sapevate per esempio che i conigli… non mangiano carote, o meglio ne sono sicuramente ghiotti ma, essendo queste zuccherine, gli vanno somministrate con mooolta parsimonia, ed in quantità minuscole?
🐰 salvo eccezioni, lasciare il/la pelosetto/a in libertà h-24, ossia non rinchiuderlo/a nell’eventuale gabbietta, che gli servirà invece come tana e base sicura in cui rifugiarsi a sua discrezione, magari per dormire.
🐰 essere disposti a mettere in sicurezza gli ambienti in cui il coniglio sarà libero di muoversi: evitando cavi attaccati alle prese di corrente (li rosicchierebbero senza fallo, e potrebbero restarci secchi), accesso facile a porte e finestre (saltano più in alto di quanto si pensi ma, soprattutto, sanno ingegnarsi in modi sorprendenti), ecc.

Un esempio?
Nonostante il recinto metallico pieghevole posto davanti alla porta della loro stanza, la curiosità stanotte ha prevalso (ricordate che i conigli sono animali crepuscolari, dunque più attivi nelle ore del tramonto, notte ed alba). E me le sono ritrovate in corridoio e in camera, dopo che si erano bellamente aperte da sole una via esplorativa a colpi di musate e zampate.
Tutto a posto, non c’è bisogno di agitarsi: ma sappiate che esse sanno come ottenere ciò che vogliono, come sottomettere un umano col loro musetto incantevole per poi raggirarlo e schiavizzarlo. Se è questo che vi fa felici (io per conto mio mi faccio sottomettere volentieri) allora potrebbe essere la specie che fa per voi.

Sappiate che vi aggiornerò regolarmente sulle avventure delle due malnate.
Si dia il via al battage pubblicitario!
Sentitevi liberi, anzi direi piuttosto obbligati (perché ve lo dico io!) a condividere quanto più vi aggrada le immagini e le informazioni su questi due musetti furbetti.
Sono giovani (8 mesi) ma adulte, con caratteri diversi (potremmo chiamarle anche le Gemelle Diverse) ma del tutto gestibili (ve lo confermo io che ho poca pazienza e zero esperienza). Avere a che fare con un coniglio non è banale ma, ritengo, meno impegnativo che accudire un cane: cercherò di spiegare perché nei prossimi post.
Ciò non significa che siano da trattare come meri oggetti d’arredo – ma questo non ho bisogno di specificarlo a voi lettori, lo so.
Ripetiamo insieme:
Non si abbandona un animale, è un membro della famiglia.
Non acquistate, adottate!
Gli animali sono amici, non cibo.

(A questo proposito… mi corre l’obbligo di linkarvi questo post. Parla della Sagra del Cunigliolo Fritto di San Miniato, tradizione legittima ma che vi passerà la voglia di conoscere se avrete il fegato di guardare le immagini che mostrano cosa accade ai conigli prima che diventino irriconoscibili bocconcini nel piatto.
Occhio che sono pesantine. Ma reali, purtroppo.
E’ possibile fare mail bombing all’amministrazione della città per fermare questa sagra, se desiderate contribuire; quest’anno è già in corso e terminerà il 29 agosto, ma esprimersi non nuoce).

7 pensieri riguardo “Vi presento le Bestiole di Satana

  1. sono bestiole curiose, intelligenti e testarde, i conigli; anche la mia figliola ne ha sempre avuti, sicché da tempo immemorabile non si mangia a casa sua (e a casa mia)

    è che vanno curati con attenzione in effetti

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    1. Sono piuttosto delicati, sì.
      Bisogna prenderci la mano, informarsi quel tantino per interpretare i loro comportamenti. Però è un processo molto più rapido di quanto mi aspettassi.
      Sono sicura che tu, con la tua finezza di pensiero, ti intenderesti bene con le piccole demoniette 🙂

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    1. Mi scappa da ridere.
      A volte quando fanno le birichine glielo dico, che ho giusto voglia di uno spezzatino con patate e rosmarino.
      Sarà un’impressione, ma mi pare che drizzino le orecchie…
      … penso anche alla mia mamma. Con lei sì che sarebbero state a rischio! 🤦‍♀️🤷‍♀️

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