Ho appena assecondato un’ondata di memoria.
Il sottopassaggio della metro A, fermata Flaminio, nel lontano 2007. Uno sconosciuto suonava tamburi ed io, marocchine ai piedi cintura a sonagli capelli lunghi, mi sono fermata a ballare sul ritmo mediorientale.
Sono seduta nella tua auto. La penombra non fa che ravvivare la scintilla nei tuoi occhi. E ti bacio, forse già sapendo che sarà l’unica volta. Mai la Valcamonica è stata tanto simile al deserto. Ho sbagliato tutto con te, a prescindere dagli esiti, ma tu, anche tu, eri più roccia che fiore di cactus.
Ci sono le Notti Arabe in città. Ci vado con un’amica. Dondolo e ondeggio sulla poltroncina del San Barnaba tutta la sera, dissolta nella voce del qanun; poi convinta che il musicista abbia puntato S. me ne sto bella e rilassata a guardare il corteggiamento… solo per scoprire, all’ultimo minuto, che era diretto a me. Ed esco con in mano un biglietto da visita, sul retro un indirizzo d’albergo ed un invito a considerare le nozze.
Ma son cose d’un altro tempo, quello dei sogni e delle fiabe.
Bel racconto, poetico.
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❤
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Comunque bei ricordi da conservare, buon inizio settimana 😉
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Sì ^________________^
Buona settimana nuova di zecca a te!
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