Ho già pensato di dargli un nome proprio, e intanto comunque l’ho personalizzato e reso riconoscibile con un nastrino verde.
Lo uso per fare salite e scale, per scaricarci il peso ed avere un appoggio solido, e tenerlo al fianco mi aiuta anche a prevenire i miei occasionali sbandamenti e scartamenti di lato – col rischio di finire in mezzo alla strada e sotto a un’auto.
Ma può trasformarsi anche in un’ottima arma di difesa: ho già inventato una sequenza presa / rotazione per il caso di necessità. Ginocchio, faccia, aggressore steso. Con lui divento una preda più evidente, ma chi volesse approfittare delle mie tare mi avrebbe lo stesso individuata anche prima: una tartaruga ciondolante ed affaticata che si arrampica per il sentiero.
Mi dà sollievo, e certi giorni proprio non posso farne a meno, e la gioia di tornare a sentirmi più capace, più veloce, meno rotta.
Mi fa pure sentire un pochetto una discendente del Piccolo Timmy munito di stampella de “La favola di Natale di Topolino”, versione disneyana del capolavoro – lo so perché l’ho letto – di Dickens. E questa è una cosa simpaticamente commovente. Anche perché nel cartoon Timmy si salva, ecco…
… e poi era di mia mamma. Mica pizza e fichi, oh.
E’ come averla vicina a sostenermi.
Lui è il mio bastone da passeggio, di quelli neri con l’appoggio di gomma orizzontale e la base rotonda coi tre piedini a ventosa: da vecchia moderna, insomma.
L’ho rispolverato al ritorno dall’ultima settimana a Roma, conclusasi con una giornata tranquilla ma pur sempre in movimento in quel di Modena con Sandro e Claudio; perché la malattia è un lavoro, ma anche la vacanza è un lavoro e spesso più fatica che relax.
Una cosa bella, la quale purtuttavia ti lascia in ricordo il peso di quattro invisibili lottatori di sumo appesi via ai quattro arti, che ti trascinano giù ciascuno con una forza di gravità pari a 5 g. (La metafora è per-fet-ta e l’ho mutuata da Alessandra Marcotti: a lei gli applausi).
Ora mi vedi?
è la domanda inesausta che mi sale dal cuore, e almeno per quanto riguarda le strisce pedonali grazie al bastone ora posso dire, finalmente: sì, mi vedono, mi notano, e si fermano pure!
Anche al lavoro mi notano, naturale. Ma con persone che ti vedono ogni giorno pur sapendo pochissimo di te, specie quelle dotate di scarsa fantasia e del bisogno di interpretare rigidamente la realtà (persone in genere non maliziose, solo ignoranti, ma ad ogni modo pesanti) il passaggio non è così immediato. Niente di grave. Però
come rispondere?
alle solite ovvie, legittime domande, che non sono quasi mai singolari e puntuali ma arrivano in massa, ciascuna impossibile da soddisfare in poche frasi?
Può essere il collega oppure il medico di turno: i concetti così chiari e ben torniti da ripetute, intime conversazioni si sgretolano e ti lasciano lì a balbettare come un babbeo. A questo poi s’aggiunge l’opera d’arte pseudo-ippocratica-ahimé-burocratica che, quando tu dici con la miglior espressione in quanto esatta e sintetica “oppressione toracica retrosternale da sforzo” (che sarebbe poi angina instabile) traduce in referto “peso sul petto”. Ohibò, dieci anni di università per deludere nell’aldilà la nonna analfabeta.
Anyway, il futuro è mio. Fate largo, ci ho il bastone!

La mia piccola claudicante…
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😚
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❤
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Barcollo ma non mollo! 😂😉
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E poi c’è anche la piletta per la notte! Mia suocera ha voluto che gliene comprassi due, non si sa mai. Comunque funzionano! Anche nel tuo si possono cambiare i piedini per adattarli ai terreni?
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Oh no, non sono così avanti 😄
Niente lucetta e niente piedini sostitutivi. Ma tanto chi ci va a fare l’escursione notturna in ciaspole sul Monte Guglielmo?! 😂
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La lucetta di notte può essere comoda, facci un pensierino! I piedini invece in effetti sono un optional non tanto utile, chi si mette a montarli e smontarli?
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I bastoni sono come gli ombrelli, multifunzionali in caso di “monelli”…😏
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🙂
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Eh già. A me mi (rafforzativo 🙂) notano per il braccio, anzi braccione. Recentemente ho ricevuto dal servizio sanitario una nuova guaina per il linfedema (dicasi linfedema un problema cronico e ingravescente al sistema linfatico che crea gonfiore a un arto, braccio o gamba). Ho speso un 20€ per avere la guaina colorata invece che il tristissimo color pelle. C’erano tanti colori da poter scegliere: blu, verde acqua, rosa, corallo. L’ho voluta color corallo. Non notarla è impossibile. Tanto la si notava anche quando l’avevo color pelle. E mi si guardava di sottecchi. Tanto vale autorizzarli a guardarmi con un braccio-ne color semaforo. “E dai, chiedimi che cos’ho al braccio!!!!!!!!!!!!!”
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Giusto ieri ti ho citata in un gruppo Telegram di malati invisibili (ti linko la pagina Facebook: https://www.facebook.com/GuerrieriInvisibili/).
Sai, “se non hai i pallini rossi in faccia…”!
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P.S.: comunque il color corallo è splendido. Come te del resto.
Foto foto foto, please.
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Come faccio a mettere una foto?
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In effetti se non hai un account non so se te la fa inserire. Forse loggandoti con Facebook, ma per non mischiare i piani puoi mandarla a me via mail, che poi la carico 💌
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Splendida? Grazie, bel muso!
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