Halloween è trascorso, come si diceva, bene ma senza infamia né lode; novembre potrebbe sembrare, al termine di quello che chiamo “triduo dei morti”, l’inizio di un periodo piatto e privo di colore, che… uccide tutte le festività.
Per me invece non può che rappresentare l’ideale continuazione, lo sfondo perfetto per proseguire con letture e visioni filmiche a tema: orrorifiche, macabre, cupe o soltanto intimiste, ma ad ogni modo spettrali.
La novità di quest’anno poi, che mi dà una bella occasione per riscoprire, ripensare e progettare le mie scelte in materia di libri e film, è il file Excel appena creato che riepiloga tutti i titoli, autori ecc. Ho cominciato a tenere traccia di quel che mi passava per le mani e per gli occhi solo dal 2014, purtroppo, ma di questi ultimi otto anni ho potuto sondare anche se brevemente mentre li registravo corsi e ricorsi, ossessioni, ripetizioni, carenze. Suggestioni e desideri nuovi si affollano. Prevedo grandi cose.
Ma andiamo al dunque.
Le prime cose belle che voglio segnalare si dividono grossomodo in due filoni, due soggetti paralleli: le case variamente infestate, e le navi destinate al naufragio.
Le case
La casa dei sette abbaini di Nathaniel Hawthorne mi è piaciuto, e mi ha anche stupito non avendo la medesima cupezza de La lettera scarlatta, bensì un fondo di ironia e leggerezza costanti, a dispetto della maledizione che grava sulla magione ereditata dalle successive generazioni di Pynchon.
All’origine della maledizione sta un’ingiustizia dettata dall’avidità, dalla superbia e dall’ipocrisia che l’autore ancora una volta denuncia schiettamente far parte di una mentalità fintamente cristiana e devota, quella puritana, che ha modellato la sua terra fino alla sua epoca.
La casa del romanzo è (liberamente) ispirata ad una leggenda locale d’un paio di secoli prima, e l’abitazione in questione (pur con le modifiche apportate nel tempo dai proprietari) esiste realmente, proprio a Salem:
Kill Creek invece l’ho letto uno due mesi fa.
Non conosco l’autore, Scott Thomas, ma pare che non sia nuovo a scrivere di case infestate. A Killl Creek si riuniscono, richiamati dalla promessa di nuova pubblicità e nuovo slancio, quattro scrittori completamente diversi tra loro. La notte di Halloween il loro patron, un miliardario-stella-di-internet poco simpatico ma capace di rilanciare carriere, li intervisterà all’interno della cornice della vecchia casa una volta teatro di una storia inquietante, ora soltanto, in apparenza, decrepita.
Com’è ovvio, l’entusiasmo o fastidio, secondo il caso, dei quattro per l’opportunità imposta dalle circostanze e dall’insistenza del promotore si tramuterà in incredulità e poi terrore. Che non li lasceranno neppure dopo che dalla casa saranno usciti.
Ci sono infine altri due libri promettenti, che ancora devo attaccare: Aldilà di Andrea Morstabilini – anche qui uno scrittore sceglie di insediarsi in una casa isolata, ma stavolta per dedicarsi alla stesura di una storia dell’orrore: l’orrore però, quello vero, non è preannunciato o suggerito.
Volevo scrivere una storia dell’orrore.
A questo scopo, quell’estate, avevo affittato una casa non lontano da dove ero nato e cresciuto, perché che cosa fa più paura di un’infanzia?

Già, e che cosa fa più paura del cuore dell’estate, che cosa dà più brividi, come ben sanno King, Baldini, Simmons e Dio sa quanti altri?
L’altro è il notissimo (ma non a me) Casa di foglie, di Zampanò aka Mark Z. Danielewski. Un tomone, in tutti i sensi: grosso, peso, denso; utilizza molti font differenti, una struttura grafica che varia di frequente e, come leggo da qualche parte, un testo, una storia stessa articolata e ricca.
“Kill Creek” l’ho letto credo l’anno scorso, e ci sono affezionato perché è stato il primo libro “ascoltato”, scoprendo che grazie agli audiolibri potevo leggere molto di più ^_^
Però onestamente mi è sembrato poco incisivo, con quelle premesse avrebbe potuto colpire molto più forte.
“Aldilà” di Morstabilini è un libro strano, non credo che la trama sia perfettamente riuscita ma te lo consiglio caldamente, perché è scritto così bene che il piacere sta già solo nel leggerlo 😉
Grazie per la dritta su Hawthorne.
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Morstabilini di certo, ma anche Scott molto probabilmente, li ho presi in prestito grazie a tuoi post 😉
Sottoscrivo quanto dici su Scott, la tensione l’ha mantenuta ma, non so esattamente cosa e perché, mi aspettavo qualcosa di diverso. Più drastico senz’altro.
Hawthorne non è fa spavento, ma è sempre godibile.
E anche oggi hai aggiunto una voce all’elenco, con Gotico rurale… eh, quanta ciccia!
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Onorato di aver dato spunti, e quei racconti “rurali” li ho apprezzati, ma forse perché essendo io cittadino fino al midollo guardo sempre con un po’ di timore alla natura 😛
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p.s.: ho anche recuperato l’incipit del post e corretto un po’ di refusi, tranne uno, ‘ché oggi WordPress è rognoso…
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WordPress vive di vita propria, io lo ribattezzerei Hal 9000 😀
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Terribile ma molto adatto!
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Ma poi riesci a dormire di notte? Io lascio accesa la lucetta, non si sa mai.
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Anzi, dormo pure meglio. Soddisfatta.
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