Marito mette molta cura in tutto ciò che fa.
A volte segue intuizioni poco ortodosse dettate dal suo bizzarro genio interiore, tipo preparare il risotto in pentola anziché in padella. Ma sono svarioni perdonabili, e comunque non curabili, in quanto egli è Leone e, seppur senza presunzione, resta incrollabilmente devoto alla sua fede culinaria.
È costante nelle sue faccende quotidiane, che non son poche e comprendono azioni domestiche che io ho relegato da tempo nel mucchio del “chissenefrega”.
Ad esempio cucinare.
Ieri però mi ha fatto molto piacere riuscire a realizzare l’intenzione che mi portavo dietro da un paio di settimane: preparargli gli spaghetti allo scoglio. Che mi son venuti pure bene (per la cronaca, ci ho aggiunto un po’ di salsa di datterino giallo ed un filo, ma proprio un filo, di vino bianco).
Tra il bagno domenicale, che avevo una mezza idea di saltare, ed il pranzetto ho persino ripulito dalle spighette un buon quantitativo di fieno per Sceriffo, e tagliato i fili più lunghi e spessi; così quando glielo rabbocca Marito non fa fatica (l’Oxbow sarà anche ottimo, ma da estrarre dal sacco è una bella rottura).
D’altro canto, avendo ancora le braccia particolarmente stanche e pesanti dopo tutte le lettere imbustate sul lavoro in settimana, ho chiesto a lui di asciugarmi i capelli (lavarli nella vasca mi ha risolto un bel problema, ma asciugarli implica tutt’ora di sollevare le braccia e reggere il phon, cosa non sempre fattibile). E non solo non la trova una richiesta strana o eccessiva, non solo non fa pesare il suo aiuto (conosco persone con un bel carico fisico ed emotivo cui, come se non bastasse, il compagno aggiunge il proprio fastidio, rimarca e ricorda ogni minimo gesto per farsene vanto tempo dopo…), ma, anche questo, lo fa con attenzione e riguardo.
Lui non lo sa o, comunque, non lo saprebbe inquadrare in tali termini, non essendo addentro alle questioni di fede; ma questo configura esattamente ciò che il cattolicesimo chiama “chiesa domestica”.
In attesa di dichiararlo mio sposo anche di fronte al Signore, non posso che ringraziarLo per questo dono immenso.
❤️
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Anche io conosco una persona il cui compagno “aggiunge il proprio fastidio, rimarca e ricorda ogni minimo gesto per farsene vanto tempo dopo…”. La conosco moooolto da vicino. Goditi il Marito (con la M maiuscola, ovviamente).
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Sei stata fortunata, ma evidentemente ti meriti una persona così al tuo fianco.
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Merito o bisogno, in ogni caso sì, sono molto fortunata ❤
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Bravi, vi siete scelti bene, perseverate.
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Da quando il risotto si fa in padella ?
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Uhm… da sempre?
A meno di essere in una mensa aziendale.
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Non frequento mense aziendali. Il risotto si cucina in tegami larghi. Probabilmente una padella enorme va bene.
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Tegame o padella, siamo lì:
https://www.treccani.it/vocabolario/tegame
La pentola invece ha i bordi alti, e quindi…
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Mandami l’indirizzo che Olena è pronta! giociliegio59@gmail.com
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😍
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Bello, molto. 🙂 La cura è una di quelle attività che si dedicano all’altro e che oggi non si presta nemmeno a se stessi, perché ci hanno scippato il tempo. Riprendersi questo, in due, è importantissimo. ❤
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Ma io sono una ragazza d’altri tempi, e di costumi per lo più tradizionali… a volte con fatica, ma non ho mai permesso alla velocità, alla mondanità e alla superficialità di rubarmi il mio spazio ed il mio tempo più intimi, di stornare del tutto la mia attenzione.
Con l’Arrotino, fare cose semplici per alleggerirci la vita a vicenda è ancora più facile, perché lui non ha grilli per la testa… solo boccoli! ^_________________^
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Gli arrotini con i boccoli e i tradizionalisti vanno benissimo insieme, perché sono entrambi d’altri tempi… e sani di mente, soprattutto.
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