Di mia madre ricordo l’abitudine di conservare ed utilizzare fino allo stremo, allo sfaldamento, numerosi fazzoletti di carta – che poi le cascavano dalle tasche e ritrovavo in casa, sorta di scia di segnalini della mia Pollicina. Spesso li metteva persino sopra al calorifero, lasciando si asciugassero per riaverli “come nuovi”.
Marito non è diverso: nonostante sia nato trent’anni dopo, e non abbia vissuto il dopoguerra con il suo portato di paura della miseria, di restare senza risorse e scorte, di lotta allo spreco tanto più forte quanto maggiori si facevano l’abbondanza e la ricchezza, anche lui colleziona quelli che io chiamo “cadaverini”. Comodino e tavolino del soggiorno ostentano montagnole di pallette bianche, simili a cumuli funerari di montagna.
La tenerezza che mi fa è pari solo all’ansia da disordine che mi assale vedendoli.

Non vorrei dire, ma è quanto di più anti igenico si possa immaginare. Sono vere e proprie armi batteriologiche in miniatura 🙂
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Poi passa la spazzina e sterilizza XD
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Ehm… Infatti ogni tanto facciamo piazza pulita… 😉
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Come oggi… grandi pulizie di metà inverno 😉
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La lotta ai fazzolettini l’ho persa diverso tempo fa.. faccio prima a diventare azionista della Scottex.. 😅
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Il fatto è che lui non vuole “sprecare”… ma i fazzoletti sono monouso 😀
In dispensa abbiamo due pacchi con centinaia di fazzuoli (erano in offerta) più tovaglioli di carta e rotoli di carta assorbente da cucina che ci bastano per i prossimi decenni…
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