Scomparsi .1: Un piccolo favore

Il mio penultimo post dedicato al mare parlava, a titolo introduttivo, di persone scomparse durante una crociera. Non è che un assaggio, intendo approfondirlo, e lo farò (tra le altre cose) in questa nuova serie che vado ad inaugurare raccontandovi di un piccolo, delizioso film appena visto.

“Un piccolo favore” è precisamente ciò che Emily Nelson – bellissima e sofisticata donna, poco propensa alla cura della prole, appena rientrata in città – chiede alla neoamica Stephanie Smothers – vedova e mamma per vocazione con tanto di vlog a tema.
E quest’ultima non si tira indietro, anzi: più condivisione c’è, meglio è. Così, a frequentazione ormai consolidata, accetta di ritirare da scuola il figlio di Emily insieme al proprio, e di intrattenerli fino al termine del suo impegno… la donna, però, non ritorna e col passare delle ore e poi dei giorni, a seguito della denuncia di scomparsa, Stephanie si spinge a cercare indizi sulla sua sorte. E scopre progressivamente un vaso di Pandora che non ci risparmia numerosi colpi di scena: anche se spesso assume i toni della commedia femminile, infatti, la pellicola è in realtà un ottimo thriller, che non consente di tirare le somme fino alla fine.
Sospettiamo del marito sì, ma non di meno dell’amica nuova di zecca, dubitiamo poi che Emily faccia realmente il lavoro che ha dichiarato di svolgere e nutriamo sospetti su lei stessa, finché non scopriamo che nella sua vita esiste una persona con buone ragioni per volerla mettere in difficoltà… ma una volta entrata in scena questa persona, le perplessità sulla vera identità, e sul ruolo di vittima anziché di artefice di una truffa della donna, si rinnovano.
Il finale è positivo, ancorché per fortuna non “lieto”: nulla viene giustificato (spiegato però sì), tutto rinasce e prende un nuovo corso: Stephanie non farà coppia, come presto ci si aspetta, col marito di Emily, ma ne uscirà con più esperienza – ed aggiungerà ai suoi streaming, tra ricette e consigli educativi, un po’ di sana crime analysis.
Il mix divertito-cinico mi ha sorpresa e soddisfatta, a supportare Blake Lively (Emily) ed Anna Kendrick (Stephanie) c’è la regia di Paul Feig e la sceneggiatura di Jessica Sharzer. Nel maggio 2022 Prime Video ha annunciato l’avvio della produzione del sequel, i nomi restano i medesimi.
Per chi fosse interessato, il film è stato tratto dall’omonimo libro di Darcy Bell.


Non so voi, ma io ho sempre adorato il famoso (e forse ormai giurassico: ma le cose semplici restano le migliori…) gioco di coppia o di gruppo Obbligo o Verità – per inciso, ho visto anche il film horror con questo titolo e ve lo sconsiglio… purtroppo, tanto è stato penoso e vuoto, me n’ero persino dimenticata col risultato di vederlo una seconda volta!
Tutti vorremmo conoscere i segreti degli altri.
Ed in ogni caso di scomparsa, anche il meno complesso ed intrigante, si nascondono dei segreti. Se non quelli taciuti di proposito, quelli che hanno condotto ad un’assenza “ingiustificata” ed inspiegata. In ogni indagine poliziesca, del cui procedere cerchiamo di nutrirci con avidità tramite libri, film e talk show, ci sono una serie di punti oscuri che, fossero alla resa dei conti mere banalità, non ci danno requie. La pace non la troviamo nella risoluzione dei delitti (quella è soddisfazione, un’altra cosa), ma piuttosto nel gioco delle domande e supposizioni, nell’impegno mentale che una pagina di cronaca nera ci offre, a costo zero.
Gli scomparsi, più ancora degli uccisi (la morte è nella loro situazione solo una delle opzioni percorribili), stimolano la curiosità e la vivacità riflessiva. E del resto, se la curiosità uccise il gatto, la gratificazione per averla soddisfatta l’ha resuscitato!

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13 pensieri riguardo “Scomparsi .1: Un piccolo favore

    1. Mille grazie! Il racconto della trama era poca cosa per un post, così mi sono spinta a “confessare” la mia passione per questo genere di storie… e cercando qualche citazione a tema, ho scoperto la frase sul gatto soddisfatto che ho poi messo a conclusione 😉 Miao!

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    1. Ahahah, vero, diciamo che per chi non lo trovasse interessante, resta l’aspetto estetico e glamorous… la Lively in particolare è una bella donna, ma da donna io stessa vorrei citare il marito (Henry Golding), che non è malaccio, ed ha tratti asiatici che a me non dispiacciono mai 😉

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