Cose Marzo 2023 – prima parte

Libri

L’ombra venuta dal tempo; Il caso di Charles Dexter Ward; La ricerca onirica del misterioso Kadath – I. N. J. Culbard (adattamento testi da H. P. Lovecraft e disegni) (2016)
Trasposizione dei racconti del solitario di Providence, molto gradevoli e, grazie alla forma fumettistica, depurati degli eccessi verbali e delle eccessive vaghezze dell’autore.

I sette killer dello Shinkansen – Isaka Kotaro (2022)
Thriller imprevedibile e bizzarro (come sanno esserlo i giapponesi).
I sette killer sono, a ben contare, dieci, anche se uno di questi non viaggia sul famoso treno ultraveloce; l’incongruenza dipende tuttavia dalla solita difficoltà italiana a tradurre efficacemente i titoli. L’originale infatti è Maria Bitoru, e fa riferimento, oltre al soprannome di uno dei killer ed a quello della sua intermediaria col committente del crimine, anche ad una particolare leggenda che riguarda il legame tra l’insetto coccinella ed i sette dolori di Maria Santissima.
Tra tutti loro, il più “normale”, crudele e direi inumano ma tratteggiato in modo non caricaturale – amplificando così il contrasto con gli altri – è un ragazzo delle medie che richiama i molti personaggi di romanzi nipponici che svelano il volto crudo del sistema scolastico e delle distorsioni che induce negli studenti stessi.
A far da contrappunto (e non dirò da quale piatto penderà infine la bilancia) ci sono principalmente un sicario iellatissimo (Coccinella), un ex professionista determinato a vendicarsi del ragazzo, che ha deliberatamente mandato in coma suo figlio di sei anni (Kimura), ed altri due che lavorano in coppia e si fanno chiamare col nome di due agrumi… Lemon e Mikan (Lemon, fissato col cartoon del Trenino Thomas, non fa che produrre descrizioni, metafore, risposte a qualunque cosa basate su di esso: un vero delirio). Come se non bastasse, a questi s’aggiungono, in ruoli minori, il Lupo, lo Spingitore (nomen omen), gli anziani ex professionisti e genitori di Kimura, un avvelenatore dall’identità ignota…
… il tutto si protrae per 500 e rotte pagine, a volte spassose a volte un po’ prolisse, come lo sono le ipertrofiche riflessioni dei protagonisti su se stessi, le loro vite e le loro azioni. Per questo il libro è stato un po’ criticato, e io stessa prima di entrare nel vivo mi son chiesta se avessi realmente voglia di proseguirlo. Poi, comunque, mi ha preso ed incuriosito abbastanza da dare un senso meno vago alla ridda di eventi che si incrociano senza tregua.
Tutto sommato, ne vale la pena se siete non dico cultori, ma un minimo apprezzate lo stile, la mentalità e la stranezza giapponesi.

Foto di Gianpaolo Pedersini

Il Terzo Reich dei sogni – Charlotte Beradt (2020)
Ne ho parlato qui.

Una piccola storia ignobile – Alessandro Perissinotto (2018)
Ho scelto questo giallo di Perissinotto per divertirmi un po’ con le proposte per la Reading Challenge ideata per l’anno della cultura 2023, appannaggio di Brescia (la mia città) e Bergamo. In realtà challenge simili girano da anni ovunque nel web, e questa in particolare non mi pare nemmeno molto ben pensata, è anzi piuttosto banale ed ha voci non molto chiare. Però, parliamo pur sempre di libri, di una lista, di spunti di lettura nuovi: perciò ecco qua sotto i 50 suggerimenti dati.

Io mi sono rifatta al numero 2: un libro ambientato a Bergamo, per il semplice fatto che sapevo che Perissinotto (già letto con gran piacere a dicembre) ha creato anche un personaggio che ricorre in una serie, la psicologa – in questo romanzo disoccupata, e separata da poco, con la tendenza a farsi sfruttare impropriamente come detective quando non usare per gli obbiettivi altrui – Anna Pavesi. La quale, appunto, vive a Bergamo (anche se poi la storia si sviluppa molto sulla provincia).
Non mi è dispiaciuto, anche se non sento il bisogno di nuovi eroi (o antieroi, o quel che sia) da seguire il lunghe peregrinazioni personali lungo saghe senza fine, e soprattutto l’ho trovato meno riuscito ed accattivante di Coordinate d’Oriente, pur nella sua atipicità.
Soprattutto, purtroppo, quella della psicologa è una caratterizzazione superficiale, che non approfitta del ruolo in maniera granché credibile e approfondita.

La società dell’indagine: riflessioni sopra il successo del poliziesco – Alessandro Perissinotto (2008)
L’avevo in lista da tempo, inevitabile rispolverarlo ora.
Si tratta, inaspettatamente, d’un libretto breve ed agilissimo; ma denso e brillante – l’unica pecca è, forse, data dal fatto che presenta esempi limitati e non troppo variegati, ma la tesi (che in essenza il giallo, inteso come a me piace in senso lato, non è un genere d’evasione ma al contrario un mezzo per salvaguardare, se non rinsaldare, la fiducia nella possibilità della verità. Non solo per il gusto di padroneggiare la situazione e risolvere un rompicapo (il giallo classico è proprio l’opposto di questa tendenza analizzata dallo scrittore), ma per fronteggiare senza andare in una crisi irreversibile la realtà esplosa e mendace che viviamo, e non solo ad opera dei media, la quale non consente di affidarsi ad un’ordine costituito per ricondurre il caos al cosmo, e non a caso genera la cosiddetta società del complottismo: del complotto agito e di quello intuìto, solo di rado e con fatica rivelato.

Dolores – Micol Arianna Beltramini (testi); Francesca Ciregia (disegni) (2022)
Non delude questo racconto a fumetti della vita dell’indimenticata voce dei Cranberries.
Le rievocazioni dell’infanzia di solito mi annoiano, questa no – e, purtroppo, era un periodo della sua esistenza ineliminabile per capirla da adulta: tra la perdita della prima casa in un incendio, la conseguente inabilità del padre e l’abuso sessuale subìto da parte di un amico di famiglia, si porterà dietro pesanti fantasmi fino alla (volontaria) morte.
Per chi l’ha conosciuta sin dal primo album ed amata come una sorella lontana queste pagine sono motivo di commozione ed insieme consolazione; grazie anche a due personaggi (uno inventato, una specie di riflesso-desiderio in forma di ragazzo con felpa e cappuccio, ed uno ispirato dal video di Salvation, un pagliaccio che diventa metafora del trauma).

Prendersela comoda: illustrazioni, fumetti e riflessioni – Cassandra Calin (2018)
Altra raccolta di strisce autobiografiche, comiche, stavolta a firma della canadese di origine rumena Cassandra Calin (confesso: le invidio il nome e pure la faccia). Con uno stile semplice, del quale si può osservare la notevole evoluzione nelle pagine dedicate alle riflessioni sul suo percorso artistico, si autorappresenta con grande ironia – e tra ciambelle, capelli ribelli, pance che fuoriescono dai jeans ma soprattutto la “divanite”, mi ci sono rivista assai. Anche nelle vignette dedicate alla coppia XD

Punto di origine – Patricia Cornwell (1999)
Buono, ma non eccelso thriller delle anatomopatologhe più famose al mondo (l’autrice e la sua eroina).
Si fa leggere e capire anche da chi non ha seguito il filo della narrazione orizzontale, che coinvolge la nipote di Kay Scarpetta, Lucy, ormai uscita dall’FBI ed entrata nell’ATF, a seguito di storiacce che non mi disturba non recuperare. In sostanza, la responsabile che Lucy aveva nell’FBI, divenuta sua amante, era una serial killer che ha portato a fondo con sé anche la carriera della giovane pupilla prodigio.
Detta così è l’ennesima solfa intricata ed improbabile, con personaggi troppo brillanti ed estremi; e forse dopotutto questa descrizione corrisponde a realtà – alla realtà di una grande abbondanza di produzione nel genere. In questo caso il passato funesto torna a tormentare i personaggi chiave, portandone uno alla morte, non prima di aver incendiato, ucciso cavalli e persone, lasciato messaggi criptici (e del tutto inutili)…

I numeri non mentono: brevi storie per capire il mondo – Vaclav Smil (2020)
L’autore ha scritto svariati libri sui temi trattati in questa raccolta di 71 brevi capitoli: demografia, economia, energia, innovazione tenologica, evoluzione storica… sicuramente meglio sviluppati di quanto lo siano qui. Il testo è del 2020, eppure mi dà una strana sensazione di già visto e già vecchio: alcune considerazioni (numeriche, statistiche) appaiono risapute, altre, per quanto motivate da dati più accurati della media, sembrano monche – sembrano non portare a nessuna conclusione degna di nota.
Impressione mia, naturalmente; e va detto che c’è un’apprezzabile ragionevolezza nello svolgere le argomentazioni.

Così viviamo ora – Susan Sontag (1996)
Rapido ma leggibile flusso di coscienza, esplorato da un narratore onnisciente, di diversi personaggi che ruotano attorno a Steve; il quale si scopre affetto dall’AIDS nell’epoca in cui esso era definito il male del secolo (ognuno ha il suo).
Piacevole incursione nelle piccole dinamiche amicali di fronte ad un fenomeno che si sa grave ma risulta ancora troppo indefinito, che tocca qualcuno di vicino e finisce per infiggere le sue spine nel pensiero e nel futuro di tutti.

Film

5 è il numero perfetto – Igor Tuveri (2019)
Adattandolo (splendidamente) dal proprio stesso fumetto, Igort ha girato un film persino meglio riuscito, forse perché a mio parere la forma cinematografica si presta in modo perfetto a questa storia di vecchia e nuova camorra, di padri e figli, di ambizioni e vendette; malinconico e disincantato.
In parte, anche se non è commedia, ricorda lo stile di Song ‘e Napule ed Ammore e malavita.
Il cast è ben scelto e al top: Toni Servillo, Carlo Buccirosso e Valeria Golino innanzitutto.

Boris: il film – Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo (2011)
L’avevo visto anni fa, e probabilmente se non mi era piaciuto è dipeso dal fatto che la prima serie l’avevo seguita un po’ sì un po’ no, e molti riferimenti devono essermi sfuggiti, molti dettagli essermi sembrati insensati.
Ben felice di ricredermi, stavolta (vedendolo per altro con Marito al momento giusto, cioè tra la seconda e la terza stagione) l’ho capito decisamente meglio ed apprezzato quanto la serie.

Boris (terza stagione) – Davide Marengo (2010)
Dai toni meno comici e farseschi, ma pur sempre parodiando il mondo della produzione di fiction televisive, anche questa stagione conferma che Boris è (stata) una “fuoriserie”. Non mancano i personaggi… selvaggi e sempre nuovi deliri.

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3 pensieri riguardo “Cose Marzo 2023 – prima parte

  1. Della lista conoscevo solo i sette assassini, che ho provato a leggere in vista dell’uscita del relativo film: confesso che non sono arrivato neanche a metà, lo trovavo divertente ma cominciava ad essere enormemente vasto per la trama, e i soliloqui sempre più lunghi e sterminati avevano sempre meno a che vedere con la vicenda: tutti elementi che fanno vibrare il mio “blocco del lettore” e così l’ho mollato. E il film non l’ho neanche ancora visto, scoraggiato dalla troppa “hollywoodianità” dell’operazione.

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