film (luglio 2020)

La zona morta – David Cronenberg

Film oserei dire storico, con Christopher Walken nel ruolo di un uomo finito in coma per cinque anni a causa di un incidente automobilistico che scopre, risvegliandosi, di aver perso “tutto”: mobilità, lavoro e fidanzata. Ma, anche, di aver acquisito un potere paranormale, quello della preveggenza.
Tratto da un romanzo di Stephen King, è una delle poche trasposizioni godibili delle storie del Re; attenta non solo al fatto straordinario in sé ma al suo significato psicologico e morale.

The mule – Clint Eastwood

L’ultima (credo) fatica del vecchio pistolero è un’opera molto meno cupa di quanto mi aspettassi, ed anzi piuttosto ironica, se non proprio lieve. Una buona prova.

Tutti in piedi – Franck Dubosc

Commedia francese riuscita a metà. Il tono è a tratti più sarcastico che ironico, ed il protagonista (farfallone che viene scambiato per un disabile da un’ennesima possibile conquista a due ruote) finisce per risultare antipatico anche una volta intrapresa la strada del ravvedimento. E dunque fa apparire tutto l’insieme meno credibile di quanto sarebbe bene fosse.

Dead snow – Tommy Wirkola
Dead snow II: Dead vs. Red – Tommy Wirkola

Zombie nazisti assaltano comitiva di gitanti improvvidi, uccidendoli tutti salvo uno che, risvegliatosi in ospedale, scopre che al posto del suo braccio dilaniato gli è stato riattaccato quello del gerarca che l’ha aggredito.
Zombie comunisti, sepolti da decenni in un ghiacciaio e resuscitati dal suddetto gitante dotato di nazi-braccio e relativi poteri, si scontrano con gli zombie nazisti ancora liberi e in attività.
Se il primo capitolo di quella che si è poi rivelata una mini-saga di tre propone un’idea insolita ed accattivante, ma con un risultato insoddisfacente ed un montato denso di lentezza; il secondo capitolo ribalta le sorti del prodotto e – dopo un’introduzione-riepilogo grazie al quale si può bellamente ignorare il precedente – pompa nel film la giusta dose di azione, frenesia pulp e nonsense, abbinandoli a tempi comici finalmente adeguati.
Da non perdere – e fate attenzione al vostro intestino: pare che i nazisti morti ne siano grandi appassionati e cultori, tanto da arrivare ad utilizzarne uno come… tubo per succhiare la benzina da un serbatoio. Sì.
[Ho fatto la furbetta ed inserito nelle tag “intestino”: con tutto l’Imodium che scorre nel paese, il clickbait è assicurato. Oh, e adesso aggiungo pure “imodium”…].

dead snow 2 - red vs dead

Matrix – Lana Wachowski, Lilly Wachowski

Classico, e/o cult: qualcosa che non smette mai di comunicare senso.
Così è per Matrix, inesorabilmente attuale dopo tanti anni.

Tutti lo sanno – Asghar Fahradi

Amo Fahradi. E questa pellicola anomala, poiché ambientata in Spagna con attori spagnoli (su tutti Bardem e la Cruz), benché non mi sia dispiaciuta e ricalchi comunque le sue tematiche abituali – conflitti intrafamiliari, moralità messe in discussione e sotto scacco, situazioni limite e sfidanti – non mi è arrivata del tutto.
È lui, e non è lui.

todos-lo-saben

The invitation – Karyn Kusama

Horror psicologico molto lodato che però, personalmente, mi ha lasciata freddina.
La tensione è palpabile, così come la perversità crescente degli anfitrioni di questa cena tra (ex) amici, ma un eccesso di ambiguità ed una rivelazione finale banale, stanca e priva di nerbo non mi permette di lodarlo con entusiasmo né di consigliarlo senza tentennamenti.

Complotto di famiglia – Alfred Hitchcock

Strana (ed ultima) produzione dell’uomo-che-regge-un’-oca.
Un pasticcio (in senso positivo) di generi, dal thriller “spuntato” alla commedia fatua; che se avessi incrociato per caso avrei immaginato essere un film per la tv e non certo un lungometraggio di conio tanto distinto.
Se non fosse che l’uomo-con-l’-impermeabile non vi compare mai, potrebbe benissimo trattarsi di una puntata del Tenente Colombo, per tono e stile.

I pinguini di Madagascar – Eric Darnell, Simon J. Smith

I pinguini sono fantastici. Ma tolte le sequenze iniziali che raccontano come è nato il gruppo (e come vi si è aggregato Soldato), l’interesse scema presto e non si riaccende più.

Viaggi di nozze – Carlo Verdone

Sto scoprendo Verdone, sinora mai visto neppure per caso o distrattamente; e mi piace.
Mi rilassa anche molto, in quel modo che, poi, ti leva ogni velleità da recensore e ti lascia solo il piacere di aver osservato incorniciare e ritrarre un pezzo di mondo.
[Sto cominciando a notare che condivido con il buon Sandro l’affetto per una serie di personaggi di nome Carlo: Verdone appunto, Calenda… chi sarà il prossimo?].

viaggi di nozze

Black sheep: pecore assassine – Jonathan King

Horrorino lanuto e belante, parecchio trucido ed assai carino.

Che vuoi che sia – Edoardo Leo

Edoardo Leo (che recita anche) ed Anna Foglietta sono tra i nomi di attori italiani che più mi ringalluzziscono. Ed anche in questa commedia con una vena amara riescono al loro meglio.
Il tema è quello di una delle Domande da un Milione di Euro (contestualizziamo geograficamente): qual è il tuo prezzo?
La coppia protagonista, emblema della precarietà, non disponendo della somma che sarebbe necessaria ad avviare un progetto lavorativo di lui, in un momento di ubriachezza spensierata lancia sul web la proposta di un crowdfunding che ha come contropartita un video amatoriale girato da loro… un video in cui fanno sesso.
Se la mattina seguente i due si mettono le mani nei capelli e tentano subito di rimediare (ovviamente non riuscendoci), più il tempo passa, più la cifra offerta cresce, più i dubbi morali fanno a pugni con le necessità pratiche ed il sogno di fare un colpaccio.
Sulla carta può apparire addirittura un’idea elementare, forse anche sorpassata: invece, è molto ben resa e non mette in scena una situazione estremamente improbabile – da film – ma plausibile quanto basta.
Da vedere.

che-vuoi-che-sia-edoardo-leo-anna-foglietta

La donna della domenica – Giulio Base

Visto tempo fa – ma solo a spezzoni, mi pare -, mi sono goduta a tarda sera questa trasposizione da Fruttero & Lucentini (coppia abilissima), con diversi attori noti, fra i quali ho ritrovato Giampaolo Morelli (alias l’ispettore Coliandro) e Roberto Zibetti (che per me sarà sempre l’agente Ferro de La Squadra).

I film non commentati:
– Momenti di trascurabile felicità – Daniele Luchetti [interrotto]
Tower heist, Colpo ad alto livello – Brett Ratner
Tre donne al verde – Callie Khouri

20 pensieri riguardo “film (luglio 2020)

  1. “La zona morta” – Non lo rivedo da decenni ma ricordo che mi era piaciuto parecchio, ma ovviamente molto più il romanzo.
    “Tutti in piedi” – Hai ragionissima, l’attore è così fortemente antipatico che è impossibile lasciarsi prendere dalla vicenda.
    “Matrix” – Ma quindi ora… è così che dobbiamo chiamare i/le Wachowski? Anche se all’epoca dell’uscita del film erano “i” Wachowski? In effetti ho sentito che è stato inventato il verbo per questa situazione, deathnaming, cioè chiamare qualcuno con il nome precedente al suo cambio di identità sessuale. Però in questo caso non è cattiveria, sulle locandine di “Matrix” – ho sia la VHS che il DVD! – ci sono scritti due nomi maschili alla regia… Ecco lo spunto per un racconto: le Wachowski girano il mondo a correggere a mano tutte le locandine di Matrix 😀
    “The invitation” – A Kusama voglio bene perché ha creato quel gioiello di “Girlfight” (2000) che è l’unico film fatto bene al mondo su una donna pugile. (Pare che Eastwood ne abbia fatto un altro, ma quello parla solo di eutanasia.) Sicuramente questo “Invitation” ha una carica di tensione bella tosta, ma come dici tu quando alla fine si scopre il motivo… be’, era lecito aspettarsi qualcosa di più.
    “Complotto di famiglia” – Beccato su Rete4 qualche mese fa e spento subito. Non fa per me 😛
    “Che vuoi che sia” – Sono con te, Leo e Anna illuminano il film ovunque appaiano. Lo stile “italiano” del film gli consente un bel discorso sulla morale e sul proprio “costo”.

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    1. La zona morta in effetti più che “classico” è “storico”, comunque il romanzo mi manca e lo recupererò: non è certo uno di quei casi in cui conoscere alcuni dettagli della trama mi toglie il gusto di una buona storia.

      Wachowski: quel che avevo sentito / capito io è che sono due sorelle, ma all’inizio e per molto tempo hanno lasciato volutamente che tutti le credessero maschi semplicemente non specificando i nomi. Ovvio che nell’ambiente qualcuno avrà pur dovuto conoscerle… ma come maschi, pare, avevano più possibilità di essere prese seriamente. Dagli torto.

      Kusama: bon, mi segno Girlfight allora. Ho giusto in cantiere anche una piccola rassegna di film a tema pugilato…

      Leo & Anna: hallelujah. La Foglietta io l’ho conosciuta come Anna de Luca nella fiction La Squadra, che amavo tantissimo. Diversi grandi / bravi attori, da Renato Carpentieri e Massimo Wetmüller a Tony Sperandeo e Michela Andreozzi (ma dovrei citare tre quarti di cast).

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      1. A meno di non essere finito in un guasto della Matrice, ricordo perfettamente i due fratelloni, pingui e maschi, nelle interviste che nel 1999 fioccarono a iosa dopo il successo del film, e seguitarono negli anni successivi: poi sono uscite fuori notizie di cambio di sesso, e non in contemporanea, prima uno poi tempo dopo anche l’altro. E’ davvero difficile pensare che i fratelli visti e rivisti a quell’epoca fossero due sorelle “sotto copertura”, anche perché quando il primo fece cambio di sesso fu una notizia bella forte, e non si parlò di “smascheramento della vera identità” ma proprio di “cambio”. Vado a rivedermi gli speciali del DVD per riuscire a capire se sono sorelle mascherate 😀

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        1. Mah… più o meno, sì: o per intersecare i due concetti, che si sono sempre sentiti donne, ma per non essere penalizzati (cosa che oggi farebbe ridere, ma al tempo no) hanno glissato.

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  2. quanto (non so se mi spiego…) segue è in riferimento alla minirecensione di “Viaggi di nozze”. Wow! Ma quello per Carletto Verdone è vero affetto virtuale, esattamente come se avessimo condiviso anni di liceo, fatti e misfatti (più o meno quello che provo per Vasco Rossi e altri, in modo diverso ma simile). Per Calenda no, o, meglio, solo in parte. Per lui c’è l’85% di stima e il resto di simpatia personale. Forse anche più. Succede, questa cosa, quando “sento” la consistenza della persona, al di là dell’immagine del personaggio pubblico. quando (vedi sopra…), per usare una frase fatta (e un po’ anche già detta), “mi sembra di averlo sempre conosciuto”.

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    1. Aggiungerei, quando uno è abbastanza verace da non accorgersi di stare parlando romanesco come fosse in pizzeria con gli amici, costringendo con mio sommo divertimento Parenzo e Telese a richiedere una traduzione per il pubblico a casa 🧡

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  3. Momenti di trascurabile felicità a me a tratti è piaciuto molto, tanto che mi sono riproposto di rivedermelo per soppesare bene il suo valore. Forse lo hai interrotto troppo presto!

    Carlo… Calenda?! Nooo! Appena ci penso mi vien da ridere! Sarà per l’interpretazione geniale di Crozza! 😉

    Sandro, tra le campagne che mi devi aiutare a fare con Denise, facciamone una pro Luca Carboni! Il padre di Denise era pure benzinaio (“…che da bambino sognavo di fare il benzinaiooo!”, da Primavera)

    A proposito di Che vuoi che sia (che però non mi ha detto molto) e come fare denari… Mmm… un pensierino forse dovremmo farcelo… L’importante non è l’atto, ma le idee, le situazioni! E io sono un creativo! 😀

    I fratelli Wachowski sono sempre stati femmine?! Ma che stai a di’?! Ma se avevo sentito che uno ha cambiato sesso! Mentre evidentemente poi lo ha fatto pure l’altro! 😀 A ‘sto punto si può mettere in giro qualsiasi diceria su loro, compresa che sono la stessa persona che ama travestirsi sia da maschio che da femmina… che tanto nessuno più se ne accorge…

    La zona morta… L’uomo finito in coma cercando di vederlo (ma non perché non meritasse) sono io! Mi sono risvegliato appena in tempo prima che terminasse in modo da gustarmi il finale, mentre un’entità malvagia, se non ricordo male, si è divertita a farmi sanguinare una gamba grattandomi delle crosticine che non andavano trattate (e infatti pare che nel sonno mi lamentassi della tortura subita)…

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    1. Ooops, e dunque te ne eri accorto anche mentre dormivi? XD
      E io che contavo sul tuo stordimento per approfittare impunemente del tuo corpo 😄

      Oh, giuro che io avevo sentito ‘sta cosa sui / sulle / su* Wachowski… a ‘sto punto immagino di essere stata stordita io, quelle volte.
      Comunque, chissenefrega 😉 A quanto pare ora vogliono essere femmine, diamogli ‘sta soddisfazione va’.

      Trascurabile felicità: sì, l’ho trovato così… trascurabile (e noioso) che non ce l’ho fatta a proseguire. Sarà che i libri di Francesco Piccolo li ho trovati così spediti e leggeri, nonostante siano piuttosto riflessivi, da non ritrovarmici.

      Dài, Calenda è tanto simpaaaaticooo! 😉
      E Crozza è un fenomeno (anche problematico, se vuoi: ti fa piacere anche personaggi che nella realtà sono pessimi).

      Soldi & Sesso: sono così abituata a dire “male che vada, campiamo dando via il culo” che quasi quasi, se non vinco il concorso del 31… però ci sto solo se facciamo i turni, eh 😋

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      1. Ma allora eri tu lo spirito maligno! XD

        Comunque ‘sta storia che hanno sempre finto di essere maschi è troppo bella! La tirerò fuori al gruppo facebook sul cinema che frequento: figurone garantito! 😀

        Prima immagine di calenda che ho: foto in bianco e nero con lui panzone in posa scultorea, mezzo svestito con un cigno dietro (o davanti)…

        Ma certo che facciamo i turni! Non sono mica uno di quei maschi sciovinisti violinisti che fanno fare tutto alle donne, compreso il sesso, come le pulizie e tutto quanto! Allora se mi viene qualche ideina me la comincio a segnare… Illuminazione! Piccole storie, che col tempo, oltre a farsi più audaci, spingono lo spettatore sempre più in scene paradossali incredibili! Insomma il vero protagonista non sarà il sesso ma la nostra creatività!
        Ma perché nessuno mai ci ha pensato prima?! Sono tutti idioti lì fuori?!

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    2. p.s.: comunque non erano crosticine, erano punti neri.
      La mia azione decisa + l’alcool che ci hai messo dopo ti fanno bene! Vedrai che polpaccio sexy che avrai, dopo! ♡

      p.p.s.: porcaccia troia, ieri Opera mi ha segnalato l’aggiornamento ed io da brava l’ho programmato al riavvio…
      … risultato, se prima viaggiava benissimo stamattina dopo averlo aggiornato si è impallato, e mi ha già fatto spegnere il pc più volte – come il mese scorso.
      Ho tentato di riaccenderlo per scaricare nuovamente il browser e reinstallarlo (magari stavolta lo sfanculo e provo Chrome), ma… non va.
      Se avvio lo strumento di ripristino, crasha e muore.
      Ora ho staccato tutto e lo.lascio stare per un po’… ma ho paura che non riparta più -.- Vabbeh, non mi è indispensabile al momento, però che rottura.

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      1. Io al tuo posto potrei fare due cose:
        1 o provi a riaccenderlo e gli dai tutto il tempo di terminare “davvero” gli aggiornamenti, e con questo intendo che ancor prima di loggarti, se vedi la lucetta intermittente che sta “caricando” attendi, ovvero se normalmente dopo cinque minuti ti loggi, stavolta aspetti tutto il tempo necessario, finché la lucetta non si spegne.
        2 oppure (sempre se la situazione non è così irrecuperabile, e questo vale anche per il punto 1) sì, puoi provare a disistallarlo, Opera, per poi ricaricare una versione aggiornata (ma con cosa lo scarichi? forse devi farlo prima). Sennò ripristina tutto il computer a un backup precedente, o, male che va a come te lo hanno dato appena uscito dalla fabbrica (in tal caso poi dovrai perder un po’ di tempo a riaggiornare tutti i programmi, ma sapendoti frugale forse neppure ci impiegherai tutto questo tempo). E perderai forse dei dati, ma spero che quelli relativi strettamente alla tua persona tu ce li abbia anche altrove, e dunque non perderai nulla di consistente. Poi fammi sapere se ci sono novità. E coraggio.
        :*

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  4. Una quantità di film veramente interessante. The Invitation invece è un film che ho veramente amato anche perché quel tipo di freddezza che mostra è legata alla psiche del protagonista che ancora fatica a lasciarsi il passato alle spalle e soprattutto è legata a quella setta: un credo che sembra consolatorio e piacevole ma che in realtà non ti lascia che la disperazione.
    The Mule è il penultimo di di Eastwood (l’ultimo per il momento è Richard Jewelly) ma devo dire che è uno dei migliori di questi ultimi anni.
    La zona morta è un film stupendo e una trasposizione ottima di un romanzo di King.

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  5. Sui film serie “Dead snow”
    Questo è un mio vecchio commento su un altro blog:

    “… è un zombie movie, ma non ne segue i canoni filosofici tradizionali (sopravvivere, asserragliarsi a “quelli di fuori”; è giusto? quanto potremo resistere? e se quelli “di fuori” siamo quelli noi qui dentro? che è poi un poco la metafora delle civiltà opulente asserragliate nei confronti di quelle povere; dei ricchi nel fortino contenente il benessere, che ritroviamo in tutti i film del filone zombie. Perchè?
    Non ha i canoni “classici” della commedia, anzi…
    Sembra disimpegnato ma non lo è, perchè.
    Le domande per me sono iniziate ad essere troppe e dovevo rispondermi. Dopo averle provate tutte dal caso allle casuali ho pensato che troppe poche volte il caso genera successi.
    Fino a che ho pensato che non esistesse risposta, che perdevo tempo ad interrogarmi e non ne valeva la pena, avevo visto solo due film e “ho riso di brutto”. Col tempo mi si è riaccesa la lampadina è ho pensato, “cavolo la non risposta è la risposta!”. “Ho riso di brutto” è questa la chiave.
    Li ho riguardati, e credo di aver ragione. Quei due film sono solo un “pretesto”, ben fatti nel ritmo e con una ottima colonna sonora “ipnotica” che accompagna scene splatter di violenza selvaggia inaudita e gratuita che non lasciano nulla all’immaginazione, tesi a dimostrare quanto siamo capaci di accettare e ridere “allegramente” della peggior barbarie, [e in un certo senso farcene complici] basta offrircene il pretesto: basta che ci sia il “nemico” (o il dissimile, il diverso da noi, il “non morto” di cui sbarazzarci.
    Provare per credere? Provate a guardarlo senza “sonoro” e vedete se riuscite ad arrivare fino in fondo al film…”

    Il sonoro quindi va inteso come la “narrazione” che rende accettabile, e pure piacevole, la violenza con cui si elimina il “nemico”.
    Nei film zombie c’è sempre troppa “filosofia”, ben nascosta…

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