Con Giotto e con Simoni

Non recito (apro parentesi per dire che non ne aprirò alcuna sul significato di questo termine) il Santo Rosario tutti i giorni. Lo faccio molto spesso, ma non tutti i giorni; quando si è cresciuti senza seguire che poche, scarne abitudini religiose e le si è presto abbandonate non è facile guadagnarsi una costanza.
Tuttavia, è una delle pratiche che amo di più, la considero massimamente importante, mi dà grande pace, e – nonostante si sia portati a pensare il contrario – non riesce mai ad annoiarmi.
Ma se per me è relativamente facile star dietro a questo, non significa che non sia di qualche utilità, alle volte, avere un supporto: per esempio, in luogo delle solite immagini  riferite ai misteri stampate su cartoncini minuscoli, esistono una marea di opere d’arte da contemplare.

So che a molti non piace, sia per ragioni artistiche che dottrinali (!), ma io adoro i mosaici di Marko Ivan Rupnik che si possono ammirare seguendo il Rosario in diretta da Lourdes (su TV2000 alle 18.00), e che adornano la Basilica.
Di recente, invece, sto utilizzando un volumetto dedicato al ciclo degli affreschi sulla vita di Cristo di Giotto, compratomi da un’amica ad una mostra. Non posso dire di averlo troppo amato in precedenza, ma sto imparando. Sicuramente, in questo modo lo approccio meno superficialmente, le impressioni salgono alla mente senza sforzo.
Oppure, se l’idea vi interessa e riuscite a reperirlo, vi consiglio caldamente il bel libro a cura di Elisabetta Sgarbi sulla Via Crucis di Cerveno (in Valcamonica) realizzata da Beniamino Simoni: è veramente uno spettacolo, uno dei pochi testi a cui tengo e che prima o poi mi regalerò.

36 pensieri riguardo “Con Giotto e con Simoni

  1. Bello, sicuramente da darci uno sguardo. Sempre a proposito di arte religiosa per me (e sottolineo per me), una delle cose da vedere almeno una volta nella vita è la statua del Cristo Velato nella cappella Sansevero a Napoli. È impossibile rimanere non colpiti da tale bellezza…

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    1. La conosco solo per sentito dire.
      Mi informerò! 😉
      Ma quello che vorrei più di tutti vedere dal vivo è Caravaggio. Classiche mostre a parte, mi studierò un itinerario (e intanto seguo lo speciale a puntate su Rai5).

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        1. Ahahahahah 😄 Beh io non posso sapere quanto viaggi però sono sicuro che anche tu parti appena ne hai l’occasione 🙂

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        2. Uhm, sì e no 😉
          Nel senso che viaggiare mi piace, anche parecchio, ma sono esigentissima e pure un po’ poltrona – solo un po’, eh: per poter andare a camminare farei anche a meno di dormire! – e così… però dài, se tu organizzi tutto a puntino, ti seguo senza troppi problemi 😜
          (Che è come la questione guida: io amo guidare l’auto, potrei andare avanti ore, su qualsiasi tipo di strada; ma se esco tanto così dal mio tracciato abituale DEVO avere un navigatore umano che mi indichi ogni singola svolta, altrimenti son capace di arrivare in Alaska).

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        3. Eccole, sono tutte tue 😀 però sono di un pulmino Volkswagen anni ‘60 figlio dei fiori, va bene lo stesso? 👀

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        4. Errr, dammi il tempo di ridipingerlo di nero ed attaccarci un po’ di alettoni pipistrellosi, sostituire il motore con un turbo e oscurare i finestrini… e poi possiamo andare, sì 🦇🦇🦇 😎

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        5. Dài. A fine settembre vediamo se la terra gira ancora, se c’è stata rivoluzione in Italia (ah, ah, ah) e se lavoro (magari!), ti faccio una valutazione psicologica approfondita; poi si va.

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    1. Ha anche una componente meditativo-trascendentale, sì – se la posso chiamar così.
      Davvero! Non direttamente, almeno.
      Ti assumo senz’altro come “cicerona” 😉
      (Ma in che città vivi, se posso?).

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      1. Sono di Genova, vivo a Milano, Caravaggio è in diverse sedi, ma tantissime delle sue opere sono a Roma, città che conosco bene e dove lo vado a vedere ogni volta che posso. San Luigi dei Francesi, Santa Maria del Popolo, S. Agostino, palazzo Doria Pamphili,, poi la Galleria Borghese, da prenotare prima. L’incanto

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