Il virus che ti mette il turbo

Piove, ottima cosa: così finalmente mi si lavano i vetri esterni delle finestre – specialmente quella della camera da letto, che dà sugli orti e per la posizione rimane sempre zeppa di insetti morti -, così il lavoro si sbriga da sé senza che io muova un dito.
In compenso, va detto per non infangare troppo la mia reputazione, in questo frangente di sosta forzata generalizzata io che di norma languo e combino poco sono di colpo diventata attiva e reattiva, faccio cose, e sento di farne persino di più dei forzati che alla vita minima abituati non sono.
Nelle ultime due settimane, tanto per cominciare, ho fatto tre torte. Una uscita bene, ma dalla consistenza insolita e che non mi entusiasma – questa -, una uscita bene e basta – questa -, e l’ultima, una normale torta alle mele, della quale però devo aggiustare le dosi secondo un’intuizione che non rivelerò finché non avrò appurato che ha senso (quarta torta).

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Il tavolo dello studio, dal quale la vostra inviata vi scrive, ha cambiato faccia: l’ho sgombrato di tutti gli appunti volanti, dei volantini di eventi ormai saltati e delle bollette pagate ma non ancora archiviate. Non durerà, ma è come stare in luna di miele.
Ho passato l’aspirapolvere in tutte le stanze della casa (lo faccio così di rado che la soddisfazione è stata grande), rinfrescato, e quando più tardi ho acceso i caloriferi ho persino messo su ciascuno dei mazzetti di salvia per profumare gli ambienti – fanno pure una porca figura:

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La salvia è spuntata fuori da un caso particolare, ma non infrequente: infatti, la scorsa notte ho avuto uno dei miei sporadici attacchi d’insonnia felice e creativa, per cui, siccome all’una e mezza stavo distesa ad occhi sbarrati, ho deciso che non funzionava. Mi sono alzata e:

  • ho liberato completamente il pavimento della dispensa (in origine camera da letto) dalle scatole vuote, che ora stanno nell’armadio: è una stanza alla quale ho dato la funzione di dispensa, appunto, ma anche archivio per un certo periodo, e magazzino, per così dire; c’è dunque sempre un po’ di traffico, oggetti che vanno e vengono, per lo più radunati in attesa di essere venduti o donati.
    Ho anche raccolto alcuni di questi oggetti, appunto, in scatole più ordinate, e riordinato la scrivania, togliendo le cose in eccesso dalla vista. La mattina ho poi completato l’opera arrotolando il tappeto e nascondendolo sotto il letto – prima o poi mi occuperò anche dei tappeti, che non intendo tenere;
  • ho fatto spazio nel freezer tirando fuori la salvia ed il pane per oggi;
  • ho sostituito il cestello delle mollette per il bucato con un contenitore nuovo, che per altro ingombrava il ripostiglio (e quando ho portato il cestello sul balcone mi sono fermata qualche minuto ad osservare le case nella pace della notte. Meraviglioso 🌟 ✨ 💙);
  • ho buttato alcune altre cose che ancora mi domandavo se usare in modo alternativo: un flacone di lacca per capelli, una bottiglia piena per metà di crema decolorante a 20 volumi, contenitori inutili, aggeggini di natura ignota dal cassetto dei cacciavite; e aggiunto il sapone liquido in cucina;
  • ho spianato sul tavolo di cucina tutti i documenti usati di recente per compilare l’ISEE, la revisione del canone d’affitto ecc., li ho riordinati ed ho archiviato ciò che non mi occorre per le prossime pratiche.

Per la cronaca, il bilancio provvisorio di rifiuti generati dalla pulizia del garage (più un’altra cassetta della frutta ed otto contenitori di cartoni d’un servizio di piatti che ho portato in casa successivamente) è questo:

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Sono poi tornata a dormire alle 4.55 in pacca, ancora eccitata ma decisamente entusiasta.

38 pensieri riguardo “Il virus che ti mette il turbo

        1. Sicuro.
          Li sto cuocendo ora.
          (Eh, lo so, sono monotematica… se fossi vissuta ai tempi di Mosé, anziché attraverso un roveto ardente Dio mi avrebbe parlato attraverso una focaccia cosparsa di olio profumato, o da un’anfora di latte (&miele), o…

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    1. Ammetto che per me le cose sono cambiate, ma di poco.
      E’ da mo’ che faccio una vita quasi monastica (mai abbastanza: mi pongo sempre gli stessi obbiettivi, ma poi ricasco in una sostanziale navigazione a vista).
      Certo, emotivamente e spiritualmente tocca anche me.
      Eppure è anche un po’ come fare il morto sulle onde del mare (e mi scuso per il paragone apparentemente, ma non volutamente cinico), mi lascio portare: avendo ormai la responsabilità di me stessa soltanto, mi sento come se guardassi la scena da un canotto ben attrezzato, con una termocoperta addosso, mentre il Titanic – sul quale mi trovavo sino ad un attimo fa – cola a picco.

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    1. Ahah, sì, è un ricordo piacevole anche per me.
      Più che all’università lo riferisco a quando scrivevo fanfic di notte, ancora prima… e all’alba colazione, poi a dormire, come i discotecari XD

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    1. Adesso un po’ alla volta emergono anche quelli negativi, un deserto interiore non da poco.
      Però sì, come si suol dire “bisogna sempre cercare il lato positivo in ogni cosa” 🙂
      Bel film, per inciso, Il lato positivo. Non c’entra nulla coi virus e le apocalissi, ma bello.

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        1. Ahah, ed è pure insolito trovarmi in piedi a quest’ora. E’ solo perché ho di nuovo dormito poco, stavolta però non mi sono rimessa a letto. Il buon umore non può mancare: c’è rimasto poco altro del resto, se cassiamo pure quello stiamo freschi!
          Risotto gorgo e noci? 😍 Sono commossa, sappilo.
          Mo’ me lo segno, per la settimana prossima 🙂

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        2. In questi giorni è sicuramente importante sostenersi a vicenda e non perdersi d’animo. Spero che la preoccupazione per il virus non abbia aggravato il tuo disturbo del sonno, forza eh.. questo momentaccio passerà. Se poi possiamo coccolarci mantenendo attenzione ai particolari, preparando qualcosa di buono e continuano ad avere occhi per le cose belle tanto meglio :-). Buon risotto e buon lavoro! 😀

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        3. ❤ Anche per oggi ho fatto la mia parte.
          Ora sono "in pausa"… dal terrazzo. Leggo su Kindle mentre prendo il sole (non so voi, ma io se voglio fare un po' la lucertola devo mettermi in maglietta leggera e shorts).

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        4. Brava! Io sono proprio bianchina bianchina. Noi purtroppo non abbiamo un terrazzo e abitiamo in un piccolo monolocale che non riceve molta luce naturale. Esco di casa qualche volta per i bisogni di Elly, che da un lato è una gran fortuna così vedo qualche raggio di sole, dall’altro una gran rottura per il continuo lavarsi di mani, evitare gente che pare a zonzo senza motivo, disinfettare etc. Direi comunque che le giornate mi stanno volando!! Ho finalmente un po’ di tempo per stare tra me e me 🙂

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