22.11.xx

Santa Cecilia, donna a cui devo il mio secondo nome (che fu della mia nonna materna), patrona dei musicisti (e in fondo un po’ canterina lo sono, anche se la mia arte è un’altra), così ben raccontata nell’omonimo romanzo di Linda Ferri.
Santa Cecilia, il 22 novembre di 8 anni fa, ha visto la “nascita al cielo” di mio padre: oggi come ogni anno ho acceso un cero davanti alla sua foto, qui a casa, su quello che scherzosamente chiamo l’altarino. (Ci sono le tre foto dei miei, ciascuna con una ranocchietta in resina davanti, un candelabro, un angioletto tipo Thun con uccelletto da bomboniera pasquale appollaiato sopra… tutto ciò per avere una scusa per non stirare, visto che sono appoggiati sull’apposito Foppapedretti!).
Santa Cecilia, nobile romana convertita e martire cristiana. Non una che “non aveva niente da perdere”, al contrario una che aveva moltissimo, compresa la lucidità di saper attribuire il giusto valore alle cose – e alle persone. Nella speranza di saperla in questo imitare, le mando una preghiera, mentre scrivo: che possa essere degna di questo nome.

46 pensieri riguardo “22.11.xx

  1. Ogni Lunedì, Mercoledì e Venerdì, accompagno un’anziana signora in chiesa: non è una parente, né un’amica di famiglia, ma è la mamma di un mio carissimo amico, che purtroppo, a causa di un malanno alle gambe, non riesce più ad accompagnare a piedi la mamma novantenne, la quale invece, malgrado l’età veneranda, cerca di uscire di casa tutti i giorni, anche solo per poco tempo, salutata con calore dai vicini e dai negozianti della sua piccola zona.
    Fare un passaggio a casa del mio amico, nei giorni dispari della settima, weekend esclusi, è per me davvero un peso leggerissimo, forse nemmeno quello, perché il conforto che ne ricavo mi ripaga ampiamente.
    Assieme all’edicola, la meta prediletta della mamma del amico è la Chiesa di Santa Maria delle Grazie in San Pio V. Dentro, a sinistra ed a destra della navata centrale, ci sono le statue di Sant’antonio e di Santa Rita, sotto alle quali la signora accende sempre un numero di candele proporzionato alle monete che mette nelle rispettive cassettine delle offerte: tenendo, ahimè, un tono di voce molto alto (non incidentalmente dovuti ad una notevole sordità), declama le sue richieste di grazia e tutela, per sé stessa, per il figlio ed anche per me.
    Talora, non sempre, mi unisco al rito della prece sotto forma di candela e pertanto aggiungerò il tuo nome al mio elenco minimo di richiese di ascolto.
    Un abbraccio.

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    1. Sei molto caro. Lo apprezzo particolarmente.
      Sant’Antonio è una devozione comune, sia nel senso di diffusa sia nel senso che la condivido con la madre del tuo amico: la nostra famiglia è abbonata al Messaggero di Sant’Antonio, appunto, da 25 anni. Per altro sulla rivista, ogni mese, Antonia Arslan scrive delle raffigurazioni, icone, statue e statuette, edicole dedicate e via discorrendo che lei o i lettori scoprono in giro per l’Italia e per il mondo e portano alla sua attenzione, per lo più via lettera.
      Se ritieni di potermi svelare il nome della signora, e magari di suo figlio – o un’iniziale -, li aggiungerò alla mia lista di persone da “tenere pregate”.

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    1. Ci si prova, si fa quel che si può… e poi ci si consola 🙂
      Che genere di coro allieti con la tua presenza e voce?

      (Sto pensando di affrontare di petto la tua Olena, in questo mio consuetamente lungo weekend. Sarebbe l’ora).

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      1. Un coretto parrocchiale, niente di che… dato che siamo pochi la mia presenza è in effetti più importante della mia voce. Ogni tanto ne scrivo, ridacchiando, se ne hai voglia e se proprio non hai di meglio da fare guarda qua…
        https://giomag59.wordpress.com/2016/10/25/jesus-bleibet-meine-freude/

        Olena ti aspetta a braccia aperte, ma tu non aspettarti un granché. E’ un gioco, io mi ci diverto, ho iniziato perché volevo andare a vedere un cinepanettone e non ce n’era uno che mi piacesse… volevo smettere ma poi i personaggi hanno preso il sopravvento, e ogni tanto ne aggiungo qualcuno… di solito consiglio di iniziare da Natale con Olena, ma non è obbligatorio…

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        1. Magari me l’avevi pure già detto, del coro, ma devi capire che io ho una veneranda età (ahem. Ancora ieri qualcuno è riuscito a togliermi ben 12-13 anni, attribuendomene 22 -23, “al massimo 25”: grazie, grazie). La mia memoria è quel che è, ma non per disinteresse.
          Nessuna pretesa riguardo a Olena, ma insomma l’ho trascurata per troppo materiale cui star dietro e non per antipatia, essendo una così corposa parte di te seguitare ad ignorarla mi pare ingiusto 😀

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        2. Veneranda in modo intollerabile, te lo riconosco. Del resto nel tuo disco fisso ci metti tante di quelle cose che anche andarle a ricercare diventa laborioso! Io per fortuna ho una capienza più ridotta, e tengo a mente solo le sciocchezze. Chissà come mai! 😉

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        3. In effetti, non c’è deframmentazione che sia sufficiente, qui 😀
          L’unico modo supersicuro che ho per mandare a mente le cose è associarle al cibo. E’ un metodo, questo, che non fallisce mai 😉

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    1. Grazie 😍😍😍
      Piace molto anche a me, per se stesso e, un po’, anche come reazione a Denise che invece è il mio primo… di Denise mi piace il significato (Dioniso!), ma non il suono, né come appare scritto, insomma sono ben poco francofila, sigh.
      Pensa che invece Alessandro/a è in seconda posizione nella mia classifica di nomi preferiti – ne ho tre, e tutti unisex:
      1. Andrea
      2. Alessandro/a
      3. Adriano/a
      Poi ce ne sono altri a pari merito al terzo posto, ma non è un caso che la A troneggi…

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        1. Non male anche Anita!
          (Sempre la A che ci mette lo zampino… e poi è semplice, pulito).
          Aggiungo, di mio, Viola (rigorosamente Viola: non Violetta, Dio ci scampi, al massimo Violante ma solo se proprio…).

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        1. Uhm, me sa che nun ce sta sur calendarrio… santa Procula forse… me pare! Famo che ce la infiliamo noi, ‘ndo ce pare, magari lo stesso juorno de santa Ceci che acussì stamo apposto, ah?

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    1. Cassandra piace molto anche a me, e non ho fatto nemmeno il classico 😉
      Poi Costanza, Cloe, Concetta.
      Ora non prendere a testate il monitor, ma ti confesso che Cassandra e Concetta mi piacciono (anche) perché mi ricordano la cassata e la pancetta.
      Lo so già, sono un caso umano…!

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