film (marzo 2020) – pt. II

Assassinio sull’Orient-Express – Kenneth Branagh

Mah! Ho continuato a ripetermelo, mille volte, lungo tutto l’arco del film… che a modo suo è bello, per carità: musiche, fotografia, sceneggiatura, tutto wow. Intrattenimento pefetto per un grande schermo. Sì, ma il resto? La resa della storia, la recitazione? Per non parlare di come è stato tratteggiato Poirot, identico ad un qualsiasi altro monotono detective contemporaneo prodotto in serie. No, non ci siamo. Se vi piacciono robe tipo i rifacimenti di Sherlock Holmes con Robert Downey Jr. e Jude Law, accomodatevi.
Moi non.

Indovina chi viene a cena? – Stanley Kramer

Credo di essere arrivata alla terza visione di questo film. Lo ricordavo brillante e lo è, vanta un’ottima sceneggiatura e dialoghi di classe; non ricordavo invece quanto fosse spassoso. Ho riso di gusto.
La mia sensibilità moderna aggiungerebbe solo un bello sganassone al tizio che nel parcheggio della gelateria scassa i cabbasisi per un piccolo urto all’automobile; ma comprendo che invece non averlo assestato è stata la scelta giusta per l’economia della storia.
Intelligente e piacevole, come lo è ogni film, classico o meno, che non annoia e non spinge a volersi distrarre con altro anche quando è ben fatto, come purtroppo càpita con troppe produzioni contemporanee.
Più delle problematiche connesse ad un matrimonio interraziale, o se preferite misto, a sollecitarmi è stata la diffidenza per una scelta così repentina. Per me è inconcepibile, in condizioni normali, decidersi per il matrimonio con una così scarsa conoscenza reciproca; senza con ciò volermi abbandonare a posizioni ultrarigide e pretendere dimostrazioni di affidabilità inarrivabili da un ipotetico compagno. O almeno così mi piace credere…

The life of David Gale – Alan Parker

Kevin Spacey, Kate Winslet. E già basterebbe. Poi, la regia di Parker. E ancora, il tema, anzi i temi: la costruzione della verità, la pena di morte, ma anche: la pena della vita.
Film bello ma furbo più di quanto auspicabile, almeno secondo me. Furbo nel senso che abbina bene il cardiopalma del thriller puro con la facciata da cronaca vera, quasi documentaristica, sbilanciandosi però più sul primo che sulla seconda, ed alleggerendo in tal modo quella che poteva essere una pellicola potente e definitiva, un mattone in faccia – i mattoni in faccia talvolta sono quel che ci vuole. La mia non vuole essere una critica, solo una dichiarazione di preferenza.
Non posso chiaramente svelare nulla della trama e soprattutto del finale, incerto sino all’ultimo ancorché intuibile, perché in questa incertezza sta la sua bellezza; si tratta comunque di una delle tante vicende di ricostruzione di un omicidio per il quale un uomo, il David Gale del titolo, viene condannato alla pena capitale, e del quale si professa innocente. Il compito di intervenire per rimettere le cose a posto (svelando come sono andati davvero i fatti, bloccando l’esecuzione o almeno lasciando un messaggio da parte del detenuto) spetta a Bitsey Bloom, giornalista in gamba ma, soprattutto, in grado di parlare con decisione quando è giusto parlare e di tacere quando tacere è un imperativo morale.
Il momento doloroso, per me, non è stato quello della scoperta e visione di una certa risolutiva videocassetta, ma le veloci riprese – queste sì di taglio prettamente documentaristico – delle manifestazioni fuori dall’edificio adibito alle esecuzioni, che mostrano da ambo i lati il carattere più bestiale, irrazionale, bovino – per dirla à la Simenon – dell’essere umano, e delle interviste ai passanti: impossibile considerare fittizie affermazioni quali “Ha stuprato ed ucciso una donna, merita di morire” oppure “Un’iniezione non è abbastanza, ci vorrebbe una picconata”. Se non siamo Aurora, la bella addormentata nel bosco, questa è precisamente la nostra realtà.

Parole, parole, parole – Alain Resnais

Da brava commedia francese smaschera con un sorrisetto acido le ipocrisie nelle relazioni di coppia e (anche, un po’) in famiglia, ma lo fa con un una certa leggerezza e prendendo in giro al contempo anche un certo sentimentalismo d’oltralpe, ben illustrato dai brevi stacchi cantati a turno dai vari personaggi, le cui storie tutte s’intersecano fra loro.
Non temete, non si tratta assolutamente di un musical o affini, i cantati sono inseriti in maniera perfetta e fluida nei dialoghi e funzionano come didascalie a questi, nonché ai pensieri più evidenti e leggibili anche se sottaciuti.
L’attrito fra cinismo ed, appunto, sentimentalismo da palcoscenico produce un effetto gradevole, divertente – ed ha pure un pochetto il sapore, per chi lo osserva, dell’incidente che ci si ferma a sbirciare per la strada… ideale per una serata rilassata.

Veloce come il vento – Matteo Rovere

Storia (vera) di disfatte e di risurrezioni all’italiana, ma con il piglio dei film di formazione che vanno per la maggiore in ambito internazionale. Protagonisti due fratelli, lui vecchia gloria dell’automobilismo e lei giovane promessa dello stesso, che puntano a vincere il campionato in corso per riscattare la casa di proprietà e nondimeno l’onore.
L’ho visto al secondo passaggio televisivo soprattutto perché mi interessava Matilda de Angelis, che ho conosciuto attraverso Tutto può succedere. Ma è Stefano Accorsi ad avere il tocco magico.
Bella la colonna sonora, e gli accenti emiliano-romagnoli.

Il sesto senso – M. Night Shyamalan

Film cult della mia giovinezza, non lo rivedevo da moltissimi anni. E forse, al di là dei meriti tecnici e di sceneggiatura, ho capito solo ora, con l’esperienza accumulata, cosa lo rende tanto pregevole: semplicemente, parla di una delle maggiori vitù umane, la capacità di ascolto. La madre di Cole, il bambino che vede “la gente morta”, nonostante il suo timore e la sua stanchezza cerca di guardare suo figlio per davvero. Lo psichiatra infantile, nonostante l’iniziale cantonata in cui cade per il suo abbruttimento, si e lo allontana da ciò che aveva prospettato per lui, farmaci e ghettizzazione ospedaliera. Cole stesso, e questo si rivela essere il segreto per dare ai morti ed a se stesso una seconda possibilità, dovrà far uso di tutta la sua propensione ad ascoltare l’altro per uscire dal suo dramma.
E’ anche un film consolatorio nella migliore accezione del termine, rispetto al nostro bisogno di essere capiti ed amati, vivi o morti che siamo.

Suburbicon – George Clooney

Sì, lo stesso che ha girato quella ciofeca di Monuments Men ha girato anche Suburbicon, e che bel colpo, ragazzi! (E non è stato l’unico). Ho scoperto che ha scritto la sceneggiatura con i Coen solo ai titoli di coda, ma a quel punto era piuttosto evidente… per fortuna ho resistito alla repulsione iniziale per la messa in scena del razzismo, una linea narrativa che in seguito si rivela essere utile all’intreccio ma secondaria – e che riesce a disgustare senza arrivare a versar sangue. Anche perché di sangue se ne versa in abbondanza altrove che nella contestata residenza dei Mayers, ai quali viene addossata la colpa del degrado “improvviso” del quartiere quasi per un sottotesto pro-forma (ma non estraneo all’economia del film, non superfluo insomma).
Il sottotitolo italiano, Tutto è come sembra, ancorché inutile (stavolta davvero) è calzante, nel senso che dopo la prima vera svolta (e ce ne sono diverse) i personaggi ed i loro moventi sono del tutto esposti, almeno allo spettatore e all’interno delle mura domestiche. Anche la definizione che ne dà Marianna Cappi su MyMovies mi pare corretta: “una dark comedy in cui il primo termine pesa più del secondo”. E questa è decisamente una cosa che amo.

✪✪✪

Film non commentati:
The Post – Steven Spielberg
The walk – Robert Zemeckis
I pinguini di Mr. Popper – Mark Waters
L’ombra del sospetto – Richard Eyre

31 pensieri riguardo “film (marzo 2020) – pt. II

  1. Dato che anche io volevo farci un post su un certo film… te lo metto qui in anteprima… 😉

    Secondo rifacimento del celebre giallo di Agatha Christie – dopo quello pittoresco di Sidney Lumet (SL) –, di e con Kenneth Branagh (KB), che io storpio in SBRAGA, perché trovo che talvolta sbrachi (=esageri), nei suoi ruoli o nei suoi film. 😀
    È impossibile per me parlare di questo film senza confrontarlo col suo predecessore. Diciamo che qui ruota tutto intorno la centrale figura di KB che interpreta un Hercule Poirot all’inizio molto improbabile, a cui poi, andando avanti con la visione, ci si abitua e stona sempre meno.
    Nel primo film quasi si trattava di un film corale. Qui invece ci sono molti personaggi che fanno quasi da comparse, si dissolvono in una storia che sul lato del giallo mi sembra abbastanza carente. Sarà anche perché il fatto cardine che spiega e su cui si dipana tutta la storia nel film di Lumet emerge solo alla fine, mentre qui è praticamente manifesto dal principio!
    Risultato: nel primo film ci si appassiona al giallo ma è impossibile risolverlo. Nel secondo, si conosce già quale sia la soluzione più probabile e dunque quando il mistero viene svelato ci si attacca più alla comunque notevole commuovente parte emotiva che al mistero stesso. Poi sarà che avevo talmente ben impressa la vicenda che davvero non mi ha riservato sorprese; certo, questo avrà contato…
    Il film di Lumet è più fedele al libro del film di KB.
    Il cast di attori è notevole, come lo era quello di SL. Diciamo che qui pareggiano.
    Il film ha ricevuto parecchie stroncature dai fan della Christie. Però complessivamente non è dispiaciuto al pubblico meno schierato. Di fatto però viene quasi universalmente ritenuto inferiore al primo film di SL, che non era certo perfetto, aggiungo, ma sicuramente aveva un suo fascino ed è rimasto, come chicca, negli annali della storia del cinema, mentre questo non ci rimarrà.
    Ah, a me comunque questo di KB non è dispiaciuto.

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        1. Ah, quindi io avrei il potere di deluderti?
          *blink blink*
          Forse perché sei anche tu “un uomo da copertina”… sulle gambe 😉

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        2. A proposito, visto che leggi ebook, vorresti provare a leggere un “romanzo” (forse la parola è esagerata) che ho scritto? Poi, ovviamente, potrai abbandonarlo quando vorrai, se non avrai più voglia di leggerlo, oppure criticarlo ferocemente, se non ti piacerà…

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        3. Uhm… in genere direi di no, specie se non ci si conosce, ma facciamo così: accennami almeno l’argomento, se mi ispira ci sto (a patto di poterne parlare se e solo se mi va, quindi potrei anche non dirti mai una parola in merito), altrimenti te lo dico subito 😉

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        4. Ci sto! Ti posso promettere che una volta che te l’avrò inviato, sempre ammesso che accetterai, neppure ti romperò per sapere se lo stai leggendo! E ribadisco che se lo troverai brutto potrai parlarne malissimo sul tuo blog. 🙂
          Allora ne avevo in mente uno, che è sempre quello che propongo a chi non mi ha mai letto, però ce ne sarebbe pure un altro che sarei curioso di sapere come trovi.
          La prima storia si intitola “La sottile fascinazione degli opposti” ed è la storia di due colleghi d’ufficio che proprio non si sopportano, almeno apparentemente, però in realtà per certi versi si amano anche. Un giorno succede che rimangono in ufficio perché devono terminare un lavoro urgente, quando viene un terremoto che praticamente li mura dentro… Penso che di più non vorresti sapere, per cui mi fermo qui.
          La seconda è la storia di un diciassettenne un po’ sfigato che è innamorato di una sua compagna di classe che però in quel periodo non gli parla tanto perché lui è stato troppo sgarbato con lei. Sennonché un giorno questo ragazzino si rende conto che vive la stessa giornata del giorno prima (come per il film con Bill Murray, o anche quello con Albanese!)… Questa storia si intitola “Nelle spirali del tempo, lei piange”.
          Tutti i romanzi che ho scritto (ce ne sono anche altri) parlano sempre di amore e morte.
          Fammi sapere se vuoi provare… :-*

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  2. In super disaccordo sull’Orient Express di Branagh! Per me capolavorissimo! [naturalmente in inglese: in italiano ancora non l’ho visto: anche se mi sento dentro le viscere che Marco Mete per Branagh è una pessima scelta… però dovrei dare più fiducia a Giuliani alla direzione del doppiaggio]

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  3. Orient Express – Altro che Mah! Dopo dieci minuti, con l’arrivo della cameriera tetesca, ho spento. Sembra una parodia di una parodia di una parodia di una presa in giro. E pensare che trent’anni fa veneravo King Ken…
    Parole, parole, parole – Contento ti sia piaciuto, è un gioiellino che mi incanta sempre 😉

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      1. Io mi occupo di post-produzione. Faccio l’assistente al montaggio.
        Guarda, sulla quarta stagione, ci speriamo tutti tantissimo, ma la Rai non è molto interessata perché la serie non ha mai sfondato gli indici d’ascolto, è rimasta un prodotto abbastanza di nicchia, purtroppo.
        O per fortuna, per la qualità.

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        1. Eh, già. Ci tocca pure esser contenti per le serie che spariscono.
          Non ho mai capito come si possa pretendere che gli indici di ascolto siano stellari per ogni singolo programma, e non si possa concepire altro che “tutto o niente”. O forse lo capisco, ma mi fa troppo schifo che lo spaccino per servizio pubblico.
          (Grazie).

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  4. no su assassinio sull’orient express non ci siamo, a me è piaciuto. per il resto Veloce come il vento e Suburbicon li ho amati e l’ultimo mi sono accorta troppo tardi che lo davano in tv nei giorni scorsi. per fortuna c’è raiplay.

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      1. Nah oddio il trailer mi faceva ben sperare gia all’epoca, poi l’ho visto e ha confermato le aspettative 😀
        George Clooney regista mi piace abbastanza, se non l’hai visto recupera Confessioni di una mente pericolosa.

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    1. Di tutti gli Shimalayan il mio preferito è Signs, ma Il sesto senso è invecchiato benissimo.
      Ora, scusa, corro a mettermi il cappello di stagnola sennò il governo mi intercetta le intenzioni di uscire di casa.

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  5. Niente, abbiamo gusti completamente diversi, c’è poco da fare 😉 Assassinio sull’Orient-Express lo guardai al cinema appena uscii e mi piacque parecchio. Probabilmente con il cast stellare che hanno piazzato ci si aspettava qualcosetta di più ma a me basta un ambientazione retrò e vado subito in visibilio 😉 Suburbicon lo reputo il film peggiore che io abbia mai visto. Dal trailer mi aspettavo qualcosa di diverso, ma non c’è niente di quel film che mi piaccia, purtroppo

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    1. Eh, càpita 😉
      Davvero però, Suburbicon addirittura il film peggiore? 😅
      Anch’io comunque me lo aspettavo diverso, ma appunto nel mio caso la sorpresa è stata gradita.

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