L’ultimo esorcismo – Daniel Stamm
Non ho potuto assegnare le cinque stelle sull’Opac, come avevo sperato di fare, perché a coronamento di un film valido arriva un finale a mio avviso banale e senza nerbo.
La scelta di farne un mockumentary, seppur decisamente logora, qui funziona alla perfezione perché l’aspettativa viene ribaltata: anziché promettere un orrore – visto in forma esplicita o solo intuìto – il protagonista (un bravo Eli Roth, se non sbaglio autore di quella cosa tremendissima che è Hostel), e con lui il regista intendono dimostrare che l’orrore di cui sono a conoscenza tale non è, ma soltanto un male di tutt’altro tipo da smascherare.
Breve, incisivo e dal bel ritmo, persino divertente; vale la pena per agli appassionati del genere vederlo, anche per riflettere sui molti topòi richiamati con serietà, ma non severità.
L’imperatore del Nord – Robert Aldrich
Alla ricerca di quacosa di appetibile per ovviare alle serate-Sanremo, in mezzo alla tanta fuffa degli scaffali della mia biblioteca locale ho pescato questo gioiello.
E’ necessario scoprirlo, o rispolverarlo, per un motivo ben preciso – al di là dell’interesse per tutte le saghe degli sfruttati del mondo, da Furore a Gli equilibristi -: propone come protagonista, ed esalta un tipo di uomo, che sa essere re del proprio mondo a prescindere dalle circostanze. E che non accetta compromessi che ne ledano la dignità: non a caso, rifiutando Cigaret come compagno dopo avergli aperto la prospettiva di divenire suo erede gli dichiara: “Tu non hai classe!”. Che vuol dire: non hai stile, ma, soprattutto, vuol dire anche: non appartieni. Né alla classe operaia, né alla massa di disoccupati, né ad un gruppo umano da tutelare e da cui essere tutelato.
Cigaret è uno che ha smesso di lottare se non per una sopravvivenza bruta e meschina, incapace di vedere l’altro come simile anziché come nemico. E come ha dichiarato Aldrich intervistato da Truffaut,
“Ogni uomo deve agire anche se è spezzato“.
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